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Il fuoco delle tenebre lascive

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Il fuoco delle tenebre lascive Prologo Prese il vezzo di lasciarsi andare come rugiada in bocca al mattino come la pioggia dentro un fiume vicino quanto quel tempo distrutto annientato da quel ricordo che mai s'è avverato E con pieno riflesso quel sospiro rimase trampoliere depresso tra l'orgasmo e la pace - Se potessi abbracciarti come quella volta che non accadde mai sarei un tempio per la nostra consacrazione l'amore si dichiara sotto mentite spoglie dell'apparenza vive s'abbandona ed elargisce piccoli singhiozzi di dolore che nel lungo mentre di questo esistere fanno un pianto dolce e quasi mai compreso dolce quanto quei tuoi occhi abbandonati al cuore mio lascivi al silenzio del generato specchio si può essere simili o diversi ma amare l'unica parte veramente mai riflessa se potessi baciarti al lago del dolore notte e giorno sarebbero della sostanza un tenero sterpeto si nasce per abbandono alla perdita ed io quanta fragilità ci metto dentro non saprei o forse intingo ogni soddisfazione nell'ego sparso al mio battito che non c'è non c'è davvero quanto quel bacio sapore di tempi altrui mai lacerati ne commossi dalla richiesta d'altro ancora lasciami morire l'istante in cui vorrai amarmi solo per comprendere se tutto quanto è vissuto nel ricordo della passione di te nell'emozione di te era vero amore Esistere significa dichiararmi tuo per sempre anche se l'acqua genera il mare delle proprie dimenticanze e forse piangere rende il mio cuore più vicino alla sopportazione del tempo un secondo non è un banchetto sul quale poggiare la propria vita un attimo è un pasto solitario della mia appartenenza Se fossimo dentro un singolo corpo per effusione e distanza sarebbe lieta sinfonia ma un canto è udito solo chi sordo alla follia rimane ed io spudoratamente pazzo del tuo essere assente vivo come un rovo all'apice del sangue trattenuto al passante preferisco amare ogni cruda verità che odiare la tediosa menzogna mai sarà filtro per le mie vene e se il sangue lacrimoso nel variare stato assente ascolta giace tra la mente prospera di debolezze l'altrui dono del rispetto d' ansioso respiro soffocare non m' allieta non mi allieta mai davvero Se deciderai decideremo di portarci via così lontano così lontano da me non starò male di questo esistere di questo tremare di questa fragilità che coglie a lungo questo sapere di vivere quanto il sasso lanciato verso l'apparente decadenza del suo percorso ed erosione quanto quella foce che da ingiustizia al tempo senza il suo delta muore quanto quel fuoco che scotta al passaggio del vento di un malanno non suo ed io sto male sto tanto male della notte l'oscurità porta dentro di se il vessillo del silenzio l'unica parte mai riflessa senza te si in fondo chiedo solo, se potessi abbracciarti come quella volta che non accadde mai. M.J

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