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Il principe del sottoscala 

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


I Amare per possedere non è amare ma confondere il desiderio con il terrore d'essere dominato dalla solitudine II Ci sono momenti nei quali sentiamo il bisogno d'identificarci con il vuoto il vuoto lo sa è un sarto malevolo ed accomodante ed in men che non si dica il nostro vestito è già pronto III La fiducia è un punto di vista di chi cieco d'animo oppure spaventato per finta spavalderia cessa d'essere accettato IV Ma quante frasi ma quante parole equivoci paradossi metafore nascondigli per l'animo ma quante cose un essere umano può dire può mostrare quanti momenti potrebbe vorrebbe condividere ma quanto siamo fragili ottusi testardi indisponenti ah... quanto lo sono io per primo io per ultimo io per sempre mi sono dovuto sopportare dalla nascita la mia crescita una folle discesa negli inferi del cinema vi dirò dunque i miei gusti per l'orrido sono nati e cresciuti da piccolo c'era una volta una televisione senza troppa programmazione c'erano film di streghe di mostri e fantasmi c'era il kung fu ma no quello classico con il bene amato Bruce lee c'era mistero personaggi paradossali ci fu un film che mi sconvolse fu l'unico ad oggi il suo nome “la montagna sacra” osservatelo poi mi direte V Io nacqui tra il tranquillo confine della terra di tenebre ed il bosco fuorviante le mie illusioni che dolcezza che passioni amai come mio primo punto di vista l'incresciosa immagine del non disturbo ascolto in silenzio osservo in silenzio mangio in silenzio piango in silenzio cresco in silenzio e del rumore una fonte che suona piano la sua sinfonia tra violini chitarre triangoli e tamburi un grande fracasso nella mente nel cuore e nelle scelte VI Odiai e stranamente mi discosto odiai l'apparato vivente come cruccio d'appartenenza obblighi regole situazioni essere per non essere possedere per non avere torturai la volontà per la condivisione di un dominio di massa dobbiamo seguire dobbiamo seguire dobbiamo seguire forse dobbiamo morire? Il fato non mi dette tempo tic tac tic tac il rintocco delle abitudini tic tac tic tac lancette come spade trafissero i miei fluidi ideali datemi tempo datemi tempo datemi spazio no non datemi niente non voglio mai niente ma come vorrei non chiedo mai niente ma quanto vorrei io vorrei nel verbo volere quella parte che non si può avere VII Del principio d'appartenenza lo scempio siamo dello spillo la punta che divora la cruna siamo del morbillo la reale effettiva cura siamo strati d'amianto che vorrebbero bruciare anime lontane troppo distanti per concedersi l'amore VIII Io crebbi e potrei dire sono cresciuto tra il solco la voragine ed il dirupo nel triste ritornello di un bambino la mano di un amore mai vicino IX Ma dai non esagerare non far piangere pure il manto stradale quanti lamenti quanti ossessi quanti specchi rotti e riflessi Siamo un popolo di piantagrane perso il bestiame perso il reame perse le staffe ci si può arrabbiare e fino alla fine va veramente male X C'era una volta un principe proprietario possidente di un castello assai imponente ma il concetto da rimarcare per lui la ricchezza era da sorvolare viveva ogni notte e di nel sottoscala di quel castello li tutta la vita se ne andò terrena e lui sempre una povera cena fino al giorno che unendo le dita egli decise che era finita XI Una storia ha la sua fine e la morale è solo quella una metafora ha tanto valore mai quanto il sorriso di un folle ed il suo strano accondiscendente Dolore. Il principe del sottoscala M.J

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