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Dedicata alla nota più stonata
nel concerto più bello mai composto
Prologo
Ogni domanda
non ritiene di essere interrogata
con formula piena
pertanto nessuna esclamazione verrà usata
in quanto
obsoleta
e dimenticata
Sotto prologo
Chiedere chi è Dio
quando non conosciamo neanche la capacità per comprendere noi stessi
è un limite che mai supereremo
I
Chiediamoci
è non è un punto di domanda
ma un'ammissione
alla consapevolezza
chiediamoci
perché piangiamo sempre
perché ci lamentiamo sempre
anche quando
tante cose vanno bene
troviamo il modo
di tagliarci le vene
chiediamoci
che cosa ha il prossimo che anche noi vorremmo
che cosa ha il vicino di casa
il macellaio
il pompiere
che purtroppo non possiamo avere
che cosa c'è
che non va
nei nostri averi
nei nostri possessi
forse
è il possesso
che ci rende tristi
forse
è l'ottenuto
che ci rende deboli
insaziabili
ingordi
chiediamoci
che cosa c'è nei nostri cuori
che almeno un poco
non batte per egoismo
che cosa appare dentro le nostre orbite
che non sia macchiato da nebbia
foschia
pioggia
si
pioggia
arida
dalla quale vorremmo bere
ma poi forse no
e poi forse si
e poi
e poi e poi
chiediamoci
cosa
c'è
dopo i poi
dopo i ma
dopo i perché
dopo l'entusiasmo
che sparisce
e non sai dov'è
chiediamoci
se davvero
alzarsi la mattina
lavorare
piangere
mangiare
ogni tanto ridere
per solletico d'infamia
e poi dormire
chiediamoci
sia vita
e se lo fosse
tanto di cappello
anzi di bombetta
a chiunque
si accontenta
di tutto questo
e muore in fretta
ed allora
poniamoci il peso
di valutare le piccole cose
molti lo dicono
molti lo ammettono
per vivere meglio
bisogna iniziare dalle piccole cose
chiediamoci
quanto piccole
quanto il senso del giudizio ci impone
oppure
solo nostre scelte
Bene
allora
mi chiedo
cosa sarei
se mangiassi
al giorno
una mollica di pane
se andassi a lavoro
un minuto
se facessi all'amore solo un secondo
e se
per tutto il resto del tempo
osservassi un tramonto
chiediamoci
questo
quanto la vita
possa essere pianificata
da chi piani non ne ha
chiediamoci
e mi pare giusto affrontarlo
perché
non ci va mai bene niente degli altri
siamo sempre a giudicare
siamo sempre ad intollerare
è un verbo nuovo
oggi l'ho voluto inventare
siamo sempre a criticare
questo e quello
quell'atteggiamento
quell'espressione
quella parola
detta male
quel silenzio troppo lungo
finito in fondo
a chissà quale
mare
chiediamoci
perché
siamo
così colpevoli
da colpevolizzare
l'innocenza stessa
se fossimo veramente giudici
delle proprie azioni
mi chiedo
ci sacrificheremmo
per le nostre colpe
chiediamocelo
chiediamoci ancora
se siamo davvero bravi
ad ascoltare
a dare il bell'esempio
ad aiutare il prossimo
oppure
è solo un bisogno del momento
per dimostrare
a noi stessi
che non siamo poi così male
che possiamo essere
bravi
onesti
buoni
si
certo
un secondo per l'infinito
certo
possiamo
chiedetemi dunque
cosa si prova
ad avere rabbia dentro
ogni singolo giorno
talmente tanta rabbia
che non bastano orari
per contenerla
neanche parole
neanche gesta
niente
proprio niente
chiedetemi
cosa si prova
ad essere ipersensibile
quasi quanto un cane
che sente
il fischietto da richiamo
oppure il temporale
chiedete
alle persone
che lo sono
come passano il giorno
ma soprattutto la notte
ancorate
a voci
che chissà da dove
chiamano
cercano
urlano
ad un vento che non c'è
ma solo tempesta
aiuto
chiedete loro
a queste persone così sensibili
così
fuori dal mondo
così
si così
vengono definite
chiedete loro
cosa vuol dire
soffrire all'apice del proprio battito
fermarsi
per una parola
triste
per uno sguardo di sangue
per una perdita
che non ha compreso
mai capito
chi veramente aveva accanto
quale amore
strano
immenso
puro amore
avevano accanto
chiediamoci
perché
maledizione
perché
si usa frasi del tipo
non ti amo più
perché sei cambiato
oppure
ancora peggio
non ti amo più
ma non preoccuparti
è colpa mia
sono io
non sei tu
chi cambia
chiediamocelo
chi non cambia
mostriamolo
amare
per come siamo
in quel momento
è solo illudersi di amare il momento
amare
per come si vorrebbe l'altro fosse
è amare l'egoismo
che dentro di noi
ci divora i sensi
come possiamo amare
i nostri bisogni nell'altro
chiediamocelo
e se non sappiamo rispondere
normalmente come sempre
chiediamoci
dunque
perché amiamo per convenienza
per paura della solitudine
per voglia
per passare il tempo
si
il tempo passa
l'amore non resta
amare
no
solo amare
per il semplice gusto
di condividere
è raro
perché poi
dovremmo chiederci
perché
soddisfatto un bisogno
si fugge da un'altra parte
siamo così bravi a farlo
che dovrebbero
costruire fosse
ogni due metri per tutta l'estensione della terra
e si riempirebbero tutte
mi chiedo
adesso
se sia giusto amare così
vivere così
lasciare di noi
un ricordo
scialbo
ed inutile
un passaggio senza senso
una paesaggio
di bianco
denso
senza poterlo dipingere
affrescare
colorare dei nostri sogni
avverati su tela
mi chiedo
si
se non sia stanco
di scrivere
di cercare
di intuire
ancora
di più
che il marciume
sia di più
che la spazzatura stessa
che si accatasta al largo
indifesa
chiediamoci
se il nostro credo
sia un fardello di illusioni
che la nostra speranza
sia un banchetto
imbandito
di riflessi
chiedetemi
or dunque
per finire
questo mio lungo
interagire
se vale la pena
essere un angelo
e sbattere le ali
contro un muro spinato
oppure
un semplice diavolo
di fuoco
pieno e fiero
vivere tra le braci
tutti i giorni
e calpestare
la gioia
dei più deboli
dei più illusi
dei più fragili
senza dolerne dentro
bruciare infinito
senza dolore
senza più dolore
chiedete
e tutto
chiaramente
sotto la cenere
vi sarà spiegato
Il vangelo delle Vanità
Fine
A Dark Angel / Micael Jackobs /Samuel Abadia opera .
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