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In te

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A distanza di un attimo Ti prendo per mano Occhi che non hanno il volto Di chi prende distanza Sono posseduto dal’ inerzia D’un adolescente Gioco con le tue carezze Mi rendi lustro di quel era mancante Ti bacio spesso Se ammicco l’anima alla scissione Solo per guidarla a te Poi comprendo Siamo l’interezza che si libra nel profondo Due luci s’animano d’esistenza Che autorevolezza nel donarmi la vita In te Ogni eternità è un passo Cammino ogni giorno Macino chilometri di sensi Ti ho resa immortale Dal primo giorno mi hai ucciso d’amore Ti processerò Tra uno sguardo Ed un abbraccio Giudici arrendevoli Intemperie passate Si coglie il senso se lo si provoca In te la massima esaltazione Lo dipinge quale un sigillo Vivo per necessità Ma tu Sei il mio unico bisogno Bisogno d’averti nel deleterio programma di costruzione di un uomo Tanto sacrificio nelle arcate del sapere Corrotte da venti altrui Vorrei essere solo un sibilo E fuggire con te Tra le insenature del mondo Pochi luoghi ci accoglieranno Ma abbiamo come indirizzo la fantasia Appartamento sopraelevato Interno centro mutevole Proprio li In te Mi accudisco sereno E vivo l’apatia del mondo Fardello senza sacco Alla fonte della plusvalenza d’amore Il guadagno e’ immenso Bevo dosi quantiche Tutto questo accade Ti ho resa immortale nel giorno che Ti ho uccisa d’amore Ma a distanza di quell’attimo Due persone risorgono E si prendono per mano In te, In me. M.J (4:11)

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