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L'Inesistenza 

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Prologo Un arpa suona Sangue dalle corde Ma è una bellissima musica La mia musica (Atto I) Il sangue è il predominio di chi ha sofferto chi ha compreso che per scomparire non serve gettarsi da un balaustra ma solo sfiorarla Le parole danno avvio ad un sentimento In comune accordo con gli sguardi Ed i pensieri Che non verranno mai Denudati Dalla triste realtà dell’essere Per sempre Mai per sempre Per tutte quelle volte che un sempre Sarà solo Una fiamma di luce dentro un camino abbandonato Che si accende solo Quando Nessuno è presente Che si spenge soltanto E sempre È così definito l’assente La vita va oltre lo scoglio della propria permanenza quando niente È destinato ad essere richiamato Cosa si può perdere Se non abbiamo di che possedere Cosa si può aggiungere Se Oltre al resto Ogni cosa È stata detta A mio parere Troppe cose si dicono Sottoscrivono Ammettono Giuriamo su uno stato Che ha la capacità di sostenersi per poche ore Già tanto giorni Raramente mesi Anni per taluni Contando sulle spille dell’anima E per sempre? In fondo non si rinunzia facilmente a ciò che abbiamo ottenuto Per ciò che abbiamo perso Una volta l’avevamo Per ciò che abbiamo afferrato Era mano Nella mano Ora strato di perdono Atto II Mi è capitato Ma solo per un battito D’essere solo Tutt’ uno con la priorità di non essere altro Allo stato catatonico delle cose Un mio risveglio Una mia visione Una sola realtà Ed una sola prigione Mi sono anche chiesto Con diritto di risposta immediata ed affrettata Quale sia la capacità Dell’uomo solo gettato in mezzo alla massa Così stancamente diversa dalla capacità dell’uomo di massa che non sa ancora d’essere solo Mi è capitato anche Di sorreggere il peso delle idee Con ogni parte del corpo E non solo con il sorriso Tanto per ridere non si dovrebbe mai Buongiorno Buonasera Arrivederci Altrettanto Chissà che tempo domani Forse ci sarà uno tzunami Mi è capitato E questo Ogni volta che il buio piange tra la luce Di riflettere Sul concetto Meglio soli che male accompagnati Se chi accompagna È Nella sequenza dello stato Un indisponente obbiettivo da mettere alla larga Per reali ragioni soggettive Nocive alla nostra salute Solo nei giorni dispari e senza traffico Ho infine elaborato E niente di tutto questo va messo In secondo piano Quanto sia difficile Nella natura umana la consapevolezza che in fondo Mettila Come vuoi Pensala come vuoi Vivi con l’appartenenza del Io credo si è vero Siamo infinitamente soli Atto III L’amore Si sa Anzi no In effetti non sappiamo Non ne siamo certi Nessuno è in grado di spiegarcelo con tempi e termini esatti L’amore Non sappiamo se ha mai avuto un inizio Ne se mai avrà una fine Sappiamo solo Quanto Può farci male Per gli illusionisti del sapere Può farci bene Per le persone di una normalità concessa Fare in modo che la vita sia colorata di emozioni Che vale la pena provare ma è anche giusto perdere Se Il caso fortuito delle cose ci impone che debbano essere perdute Atto IV Ci sono persone Che hanno come vizio Quello di volere essere sempre baciate Altre Per l’amenità del contesto Rassicurate Altre Evitate Ed ogni riferimento forse non è puramente casuale Ci sono persone Che non distinguono la notte dal giorno Il giorno dalla notte La notte di chiunque altro Per il giorno di chi sarà mai Ci sono tegole che cadranno dritte in testa Ed il tetto era quasi nuovo Ci sono occhi che non ti chiederanno mai Ma osserveranno la tua vita con il leggero raziocinio della follia Atto V C’era una volta un cavaliere Che aveva due cavalli E non sapeva quale scegliere Ogni giorno li guardava E tanto erano belli in eguale misura Decideva dopo ore ed ore di responsabile risarcimento mentale Che non avrebbe montato Ne l’uno Ne l’altro Per rispetto delle parti In nomina vece Il rispetto della critica prende campo quando Chi sceglie Pone la sua concreta ammissione alla scelta per amore ma non per logica È forse una metafora questa? Atto VI Mi sono chiesto se Qualunque sentimento Si possa provare va contenuto Oppure elargito Tra gli spazi dei tempi Spazi intesi come modi di vita quotidiana intercorrente con la vita altrui Tempi Intesi come Quei flussi di attimi che scorrono via perché noi Abbiamo deciso di identificare Le nostra gesta Cadenzando la mente con dei rintocchi variabili tra il silenzio e il vociferare Mi sono chiesto ancora se Un amore Ormai finito Andato Completamente perso nei meandri della sua bellezza Intesa come ricordi E nelle sue tragedie Intese come ricordi Anche quelle Mi sono chiesto se per leggi strane a tanti sconosciute Questo amore Potesse Risollevarsi dalla tomba E qui lo intendo in modo iconoclastico Non fisico Monumentale Oppure questo amore debba giacere dove tanti amori Ricordati Dimenticati Abbandonati giacciono Mi sono chiesto anche che significato avrebbe Un amore si forte da una parte spalla Ma tanto ormai inutile Dalla spalla contraria Sarebbe come camminare ingobbiti Trascinandosi qualcosa che non è più nostro Almeno in parte Forzatamente spiacevole Perché si ama È Semplice definirlo Molto più del perché Non si ama Figuratevi Il non si ama più Pertanto L’amore Non è una presa di posizione Ma una posizione Che va presa Atto VII Molte persone stanno male Qualcuna lo da a vedere Altre sono più caute nel loro mostrare Atto VIII Mi presento Anzi no Ho già descritto il mio stato Ma se proprio devo sottolinearlo Sono un asociale Ma amo terribilmente la compagnia E l’egocentrismo Mi scuote il sangue Odio i discorsi inutili Le facezie I falsi sorrisi di benvenuto e di arrivederci Odio Nel termine massimo del suo concepimento Ma potrei dire di peggio Coloro che non importandogli niente di te Ti chiedono come stai Persone che Forse non ti sentono da una vita Si Oltre la morte Ed improvvisamente ti chiedono come stai A loro vorrei dire Nel caso fortuito ce ne fossero Ma fatevi i cazzi vostri IX Io ho amato Come tutti amano Perché l’esistenza poche volte ha fatto di me parte Ed ho provato Il calore del contatto Ed il gelo Del distacco È divertente notare che ho un sacco di plaid X Mi presento Se non l’ho fatto prima Sono un burlone Un menzognero Oppure semplicemente Uno Che ha troppe verità nascoste dentro delle bugie Non mi diverto a fare quello che faccio Ma mi fa tanto piacere farlo Non sopporterei un attimo di più Vivrei in eterno così Mi manca ogni cosa di questo mondo In fondo di cosa ho bisogno che non ho già? Ho ascoltato da secoli Non odo neanche un secondo nessuna stupida diceria Sono sarcastico No Non è vero È tutto molto tagliente Forse anche ignobile Il sarcasmo cela Un parossismo universale Di chi tende all’oblio ma ne vuole uscire Che significa? Affari vostri Se non avete compreso Comprenderete Se non avete afferrato Un giorno capirete Quanto si può essere diversi Senza mai essere se stessi O viceversa Purtroppo si è ucciso chi ha mostrato se stesso Purtroppo Ha goduto Chi all’apparenza ha dato fiducia E cercate di capire bene la frase Non parlo chi all’apparenza ha dato fiducia a qualche cosa Ma chi ha dato fiducia all’apparenza stessa Punto. In fondo la morte È solo una faccia Che indossiamo quando vogliamo veramente compiangerci O forse morire Dentro È un dono che ci serve Per morire così tante volte Finché Questa imponente dipartita non ci provochi più niente Atto Finale Non so cosa ho detto Espresso Considerato Ho fatto una cosa semplice Ho detto alla mia coscienza E per favore Chiamiamola tale Ho detto lei Vai Divertiti Mostrami come sono Mostralo a tutti se ne hai il coraggio Dillo a tutti Urlalo a gran voce Che sono una persona sola Che non ha timore di Esserlo O forse si Terribilmente si Dillo a tutti quanto stupidamente sto male Ed invece c’è chi sta Davvero peggio Superbamente peggio Ma si sa nella vita I paragoni non andrebbero fatti E lamentarsi così è scioccamente stupido Ma non me ne tiro fuori Io Solo io? Ho pensato infine che sarebbe utile Dopo che me ne sarò andato Fondassi Tanto lo fanno tutti Un partito Lo chiamerei Il partito dell’aldilà Siete pregati Chi volesse partecipare Di mettere una firmetta Post mortem Prevedo una enorme affluenza Soprattutto alle urne - Quello che siamo si fonde in un'unica cosa Il mio stato I miei stati Le mie esperienze Le mie sostanze Ognuno di noi È in parte questo Chi peggio Chi meglio Forse molto meglio Ma non so Quello qui espresso È ogni parte di me E se qualcosa si è dimenticata nel limbo della scorrettezza È stato solo per un fattore predominante Meglio esserci Che non esserci più Il sipario si chiude Non voglio applausi Le vostre mani sono già incallite abbastanza con tutto il peso che vi portate Semmai una cosa L’ultimo che rimane lasci la porta aperta Che sento della musica Epilogo Un arpa suona la sua musica Ancora sangue tra le corde Io so Quanto è potente l’amore E questa è la mia musica Fine L’Inesistenza M.J

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