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Prologo
Un arpa suona
Sangue dalle corde
Ma è una bellissima musica
La mia musica
(Atto I)
Il sangue è il predominio di chi ha sofferto
chi ha compreso che per scomparire
non serve gettarsi da un balaustra
ma solo sfiorarla
Le parole danno avvio ad un sentimento
In comune accordo con gli sguardi
Ed i pensieri
Che non verranno mai
Denudati
Dalla triste realtà dell’essere
Per sempre
Mai per sempre
Per tutte quelle volte che un sempre
Sarà solo
Una fiamma di luce dentro un camino abbandonato
Che si accende solo
Quando
Nessuno è presente
Che si spenge soltanto
E sempre
È così definito
l’assente
La vita va oltre lo scoglio della propria permanenza quando niente
È destinato ad essere richiamato
Cosa si può perdere
Se non abbiamo di che possedere
Cosa si può aggiungere
Se
Oltre al resto
Ogni cosa
È stata detta
A mio parere
Troppe cose si dicono
Sottoscrivono
Ammettono
Giuriamo su uno stato
Che ha la capacità di sostenersi per poche ore
Già tanto giorni
Raramente mesi
Anni per taluni
Contando sulle spille dell’anima
E per sempre?
In fondo non si rinunzia facilmente a ciò che abbiamo ottenuto
Per ciò che abbiamo perso
Una volta l’avevamo
Per ciò che abbiamo afferrato
Era mano
Nella mano
Ora strato di perdono
Atto II
Mi è capitato
Ma solo per un battito
D’essere solo
Tutt’ uno con la priorità di non essere altro
Allo stato catatonico delle cose
Un mio risveglio
Una mia visione
Una sola realtà
Ed una sola prigione
Mi sono anche chiesto
Con diritto di risposta immediata ed affrettata
Quale sia la capacità
Dell’uomo solo
gettato in mezzo alla massa
Così stancamente diversa dalla capacità
dell’uomo di massa che non sa ancora d’essere solo
Mi è capitato anche
Di sorreggere il peso delle idee
Con ogni parte del corpo
E non solo con il sorriso
Tanto per ridere non si dovrebbe mai
Buongiorno
Buonasera
Arrivederci
Altrettanto
Chissà che tempo domani
Forse ci sarà uno tzunami
Mi è capitato
E questo
Ogni volta che il buio piange tra la luce
Di riflettere
Sul concetto
Meglio soli che male accompagnati
Se chi accompagna
È
Nella sequenza dello stato
Un indisponente obbiettivo da mettere alla larga
Per reali ragioni soggettive
Nocive alla nostra salute
Solo nei giorni dispari e senza traffico
Ho infine elaborato
E niente di tutto questo va messo
In secondo piano
Quanto sia difficile
Nella natura umana
la consapevolezza che in fondo
Mettila
Come vuoi
Pensala come vuoi
Vivi con l’appartenenza del
Io credo
si è vero
Siamo infinitamente soli
Atto III
L’amore
Si sa
Anzi no
In effetti non sappiamo
Non ne siamo certi
Nessuno è in grado di spiegarcelo con tempi e termini esatti
L’amore
Non sappiamo se ha mai avuto un inizio
Ne se mai avrà una fine
Sappiamo solo
Quanto
Può farci male
Per gli illusionisti del sapere
Può farci bene
Per le persone di una normalità concessa
Fare in modo che la vita sia colorata di emozioni
Che vale la pena provare ma è anche giusto perdere
Se
Il caso fortuito delle cose ci impone che debbano essere perdute
Atto IV
Ci sono persone
Che hanno come vizio
Quello di volere essere sempre baciate
Altre
Per l’amenità del contesto
Rassicurate
Altre
Evitate
Ed ogni riferimento forse non è puramente casuale
Ci sono persone
Che non distinguono la notte dal giorno
Il giorno dalla notte
La notte di chiunque altro
Per il giorno di chi sarà mai
Ci sono tegole che cadranno dritte in testa
Ed il tetto era quasi nuovo
Ci sono occhi che non ti chiederanno mai
Ma osserveranno la tua vita con il leggero raziocinio della follia
Atto V
C’era una volta un cavaliere
Che aveva due cavalli
E non sapeva quale scegliere
Ogni giorno li guardava
E tanto erano belli in eguale misura
Decideva
dopo ore ed ore di responsabile risarcimento mentale
Che non avrebbe montato
Ne l’uno
Ne l’altro
Per rispetto delle parti
In nomina vece
Il rispetto della critica prende campo quando
Chi sceglie
Pone la sua concreta ammissione alla scelta per amore ma non per logica
È forse una metafora questa?
Atto VI
Mi sono chiesto se
Qualunque sentimento
Si possa provare va contenuto
Oppure elargito
Tra gli spazi dei tempi
Spazi intesi come modi di vita quotidiana intercorrente con la vita altrui
Tempi
Intesi come
Quei flussi di attimi che scorrono via perché noi
Abbiamo deciso di identificare
Le nostra gesta
Cadenzando la mente con dei rintocchi variabili tra il silenzio e il vociferare
Mi sono chiesto ancora se
Un amore
Ormai finito
Andato
Completamente perso nei meandri della sua bellezza
Intesa come ricordi
E nelle sue tragedie
Intese come ricordi
Anche quelle
Mi sono chiesto se per leggi strane a tanti sconosciute
Questo amore
Potesse
Risollevarsi dalla tomba
E qui lo intendo in modo iconoclastico
Non fisico
Monumentale
Oppure questo amore debba giacere dove tanti amori Ricordati
Dimenticati
Abbandonati
giacciono
Mi sono chiesto anche che significato avrebbe
Un amore si forte da una parte spalla
Ma tanto ormai inutile
Dalla spalla contraria
Sarebbe come camminare ingobbiti
Trascinandosi qualcosa che non è più nostro
Almeno in parte
Forzatamente spiacevole
Perché si ama
È
Semplice definirlo
Molto più del perché
Non si ama
Figuratevi
Il non si ama più
Pertanto
L’amore
Non è una presa di posizione
Ma una posizione
Che va presa
Atto VII
Molte persone stanno male
Qualcuna lo da a vedere
Altre sono più caute nel loro mostrare
Atto VIII
Mi presento
Anzi no
Ho già descritto il mio stato
Ma se proprio devo sottolinearlo
Sono un asociale
Ma amo terribilmente la compagnia
E l’egocentrismo
Mi scuote il sangue
Odio i discorsi inutili
Le facezie
I falsi sorrisi di benvenuto e di arrivederci
Odio
Nel termine massimo del suo concepimento
Ma potrei dire di peggio
Coloro che non importandogli niente di te
Ti chiedono come stai
Persone che
Forse non ti sentono da una vita
Si
Oltre la morte
Ed improvvisamente ti chiedono come stai
A loro vorrei dire
Nel caso fortuito ce ne fossero
Ma fatevi i cazzi vostri
IX
Io ho amato
Come tutti amano
Perché l’esistenza poche volte ha fatto di me parte
Ed ho provato
Il calore del contatto
Ed il gelo
Del distacco
È divertente notare che ho un sacco di plaid
X
Mi presento
Se non l’ho fatto prima
Sono un burlone
Un menzognero
Oppure semplicemente
Uno
Che ha troppe verità nascoste dentro delle bugie
Non mi diverto a fare quello che faccio
Ma mi fa tanto piacere farlo
Non sopporterei un attimo di più
Vivrei in eterno così
Mi manca ogni cosa di questo mondo
In fondo di cosa ho bisogno che non ho già?
Ho ascoltato da secoli
Non odo neanche un secondo nessuna stupida diceria
Sono sarcastico
No
Non è vero
È tutto molto tagliente
Forse anche ignobile
Il sarcasmo cela
Un parossismo universale
Di chi tende all’oblio ma ne vuole uscire
Che significa?
Affari vostri
Se non avete compreso
Comprenderete
Se non avete afferrato
Un giorno capirete
Quanto si può essere diversi
Senza mai essere se stessi
O viceversa
Purtroppo si è ucciso chi ha mostrato se stesso
Purtroppo
Ha goduto
Chi all’apparenza ha dato fiducia
E cercate di capire bene la frase
Non parlo chi all’apparenza ha dato fiducia a qualche cosa
Ma chi ha dato fiducia all’apparenza stessa
Punto.
In fondo la morte
È solo una faccia
Che indossiamo quando vogliamo veramente compiangerci
O forse morire
Dentro
È un dono che ci serve
Per morire così tante volte
Finché
Questa imponente dipartita non ci provochi più niente
Atto Finale
Non so cosa ho detto
Espresso
Considerato
Ho fatto una cosa semplice
Ho detto alla mia coscienza
E per favore
Chiamiamola tale
Ho detto lei
Vai
Divertiti
Mostrami come sono
Mostralo a tutti se ne hai il coraggio
Dillo a tutti
Urlalo a gran voce
Che sono una persona sola
Che non ha timore di
Esserlo
O forse si
Terribilmente si
Dillo a tutti quanto stupidamente sto male
Ed invece c’è chi sta
Davvero peggio
Superbamente peggio
Ma si sa nella vita
I paragoni non andrebbero fatti
E lamentarsi così è scioccamente stupido
Ma non me ne tiro fuori
Io
Solo io?
Ho pensato infine che sarebbe utile
Dopo che me ne sarò andato
Fondassi
Tanto lo fanno tutti
Un partito
Lo chiamerei
Il partito dell’aldilà
Siete pregati
Chi volesse partecipare
Di mettere una firmetta
Post mortem
Prevedo una enorme affluenza
Soprattutto alle urne
-
Quello che siamo
si fonde in un'unica cosa
Il mio stato
I miei stati
Le mie esperienze
Le mie sostanze
Ognuno di noi
È in parte questo
Chi peggio
Chi meglio
Forse molto meglio
Ma non so
Quello qui espresso
È ogni parte di me
E se qualcosa si è dimenticata nel limbo della scorrettezza
È stato solo per un fattore predominante
Meglio esserci
Che non esserci più
Il sipario si chiude
Non voglio applausi
Le vostre mani sono già incallite abbastanza con tutto il peso che vi portate
Semmai una cosa
L’ultimo che rimane lasci la porta aperta
Che sento della musica
Epilogo
Un arpa suona la sua musica
Ancora sangue tra le corde
Io so
Quanto è potente l’amore
E questa è la mia musica
Fine
L’Inesistenza
M.J
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