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I
Due altalene
C'era una volta
una sola
e si ripeteva
di anno in anno
di secolo in stagione
di secondo in attimo
C'era una volta
uno come me
come tanti
come nessuno
moltitudine
batte solitudine
solo quando piove
perché il tempo sereno
si raccoglie
nell'anima
l' ascoltiamo
maggiormente
quando siamo soli
senza voci
senza legami
senza ruoli
senza costrizioni
di una vita
che cerca il suo lato oscuro
dentro quelle notti
senza di noi
siamo altrove
lontano
immaginario
tempesta definita
arcobaleno
compassato
altalena alla deriva
immaginate
di fronte ad un baratro
immaginate
due altalene
sempre loro
si
loro due
oscillanti
dalla vita
alla scelta
dalla terra
al vuoto
immaginate
adesso
di sedervi li
accanto alla persona
che più amate
voi sapete
del baratro
voi sapete
dell'ingranaggio
voi
sapete
voi due
sapete
immaginate
adesso
questo viaggio
una spinta
verso l'ignoto
prima voi
poi
chi avete accanto
per certi secondi
proverete il vuoto
sotto i vostri piedi
poi
l'altalena
tornerà indietro
verso il suolo
chiamato sostegno
provate ancora
date più spinta
alla vostra paura
ed osservate come
quel meccanismo
che regge le altalene
sobbalza
ogni vostro colpo
carpisce voi
e chi amate
e viceversa
guardatevi per un attimo
al vertice del vuoto
ponete gli occhi
in contrasto con la paura
forse temerete di cedere
forse di fare cedere
forse di essere ceduti
destinati
ad oscillare
su certe scelte
bloccati
immobili
sperduti
potreste morire
ne siete consapevoli
ma
se
la parte a voi accanto
non fosse in grado
di oscillare come voi
o viceversa
voi come lei
vi trovereste
ogni volta
soli
di fronte al baratro
e poi
soli
di fronte al sostegno
seduti così
in tale contesto
potreste salvare chi state amando
se l'altalena decidesse di cedere
o viceversa
per concludere
e finire?
II
Ho paura
Studiarsi da una vita
selezionare ogni istante
fossimo cavie di noi stessi
valutare
sempre valutare
sapere morire
sapere risorgere
sapere ridere
quando si può solo piangere
sapere piangere
soprattutto quando
si vorrebbe solo ridere
Conoscerci
imparare
apprendere
che in fondo
c'è tanto
silenzioso individualismo
ed in quella moltitudine
di urli mancati
io ho paura
III
La maschera del silenzio
Ognuno di noi
ha la possibilità
o meno
di usare
una maschera
spesso
anche più d'una
pochi ne fanno a meno
altri
non possono proprio
siamo senza maschera
quando dormiamo
quando moriamo
intendo veramente
e quando viviamo in un determinato silenzio
perché
lì
non è un nascondere
occultare
fingere
è solo tenersi strette le proprie difficoltà
o facilitazioni
Chi vive nel silenzio
non ha per forza paura di dire
ne di esprimere
ne di mostrarsi
perché il silenzio
ha un suono tutto suo
che va compreso
silenzio
nel silenzio
provate
tentate
di spiegarvi qualcosa
a voce alta
qualcosa
sulla quale siete completamente in disaccordo
urli su urli
discussioni
su tragedie
molte volte non portano a niente
ogni tanto capita
di si
perché ogni eccezione conferma
la regola
e se il volume
non lo fa da solo
tocca a voi
stabilire
ma questo non è così facile
in fondo
da capire
Provate adesso
a mettervi l'uno di fronte all'altro
ed osservarvi in silenzio
senza dire niente
senza decidere
niente
solo silenzio
solo il
silenzio adesso
solo il silenzio
solo
IV
Ci sono cose che non ho fatto
che avrei voluto fare
quali baciarti
stringerti a me
forse essere anche più romantico
di come sono stato
se avessi avuto il coraggio
se tu mi avessi amato
Ci sono volte
che avrei voluto
portarti
nel mondo
quello mio
colorarti l'anima con i miei dispetti
stuzzicarti il sorriso
sfiorarti il ventre
guardarti svegliata
coglierti infinita
in questi spazi
così limitati
per chi ha il coraggio di credere
quanto vale l'amore
quanto vali te
ma è così la vita
Ci sono momenti nei quali avrei voluto esprimerti
quanto valgono
le parole
che mai ti ho detto
perché mai
le hai ascoltate
non per negazione
ma per destino
Ci sono giorni
che vorrei dipingere i tuoi sensi
accarezzare i tuoi labirinti
piombare profondo nei tuoi abissi
Ci sono attimi
che sei parte di me
e sappi
la mia vita è un attimo
uno solo
e questi momenti
in cui
mi ricordo di amarti
so
che mai
ti ho dimenticata
l'amore non va e viene
se solo mi sovviene
l'amore sei te
sono io
che ti contengo
è la mia vita
che ti circonda
sono queste nuvole
che ci fanno piangere
perché la tempesta che mi concedi
di lampi e tuoni
non è sprovvista
sono bagliori
e sussulti
Ci sono secoli
dentro i quali ci doniamo l'inferno
il purgatorio
il paradiso
e la terra di nessuno
ma non ci sono stanze senza te
non c'è un cammino senza i tuoi passi
non esiste un tempo
durante il quale
ci siamo posseduti
perché niente è di nessuno
solo noi
con diritto di crescita
siamo
la vita che ci regaliamo
Ci sono notti
che nella mia umile abitudine
mi sento solo
forse spaventato
annoiato
sperduto
allora immagino
due altalene
oscillanti verso un baratro
nessuno spinge nessuno
la vita
conduce alle scelte
ti osservo allontanarti
poi sei quasi vicina
ed io mi distacco
ti tendo la mano
forse
se tu l'afferrassi
quelle altalene
sentirebbero il peso
del cambiamento
forse
l'ingranaggio si sfalderebbe
o forse no
in fondo la vita
è un mezzo mistero
e noi ne conosciamo solo una parte incomprensibile
questa vita è veramente un dono
come l'amore
e
quando due
altalene dei ricordi
si fermeranno nel vuoto
senza possibilità di ritorno
noi
dentro la scelta
finalmente
ci ameremo.
La fantasia delle altalene oscillanti
M.J
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