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La meraviglia dell'ultimo capoverso 

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Cosa ne sai del dolore che ti prende dopo averti illuso i sogni che ti lega ad una vita che non hai voluto con una persona che non ti ha più compreso che ne sai dell'amore di come è finito inverosimilmente da come era nato tanta passione tanto sentimento tante speranze di una vita normale concluse in pochi attimi forse alla prima grande difficoltà che ci ha resi deboli l'uno dell'altro che ne sai di quanta gente attorno mi farebbe una carezza me bella vera sincera non opportunista o per portarti a letto non crudele per spillarti sangue di vita solo del momento e quanto ne sai del dolore ad educare un figlio a rassicurarlo proteggerlo amarlo alla follia tenerlo stretto a te con tutte le tue forze e litigare pure per il suo futuro migliore e poi perderlo perché posseduto da sciocchi ideali che lo fanno credere uomo e ti mostrano l'arma peggiore lui possa avere contro Suo padre o sua madre ma che ne sai della solitudine ma quella vera quella forte che quando la mattina ti svegli pensi o mio Dio sono solo sono sola sempre sola sono inutile ma cosa faccio Che diavolo faccio adesso cosa ne sai del mondo che soffre del sacrificio inutile rimpiazzato dall'offesa dell'essere denigrata solo perché hai il coraggio di dire di esprimere ed invece in questo mondo di grandi opportunisti devi solo tacere soccombere sorridere con i denti tra l'anima cosa ne sai del vuoto dentro del morire d'intenso dell'affrontare certezze che non sono nient'altro che rammarico Inquietudine E penombra sotto un sole mai tuo soffrire è il verbo più temuto del nostro linguaggio il sovrano di ogni concetto di perdita cosa ne sappiamo veramente del dolore altrui quanto ci può importare alla fine quanto interesse ci desta quanto ci entra dentro come fosse nostro non è mai lecito saperlo siamo così egoisti che la meraviglia ha smesso di bussare a quella porta Cosa ne so dell'inutilità dell'essere del non poter lavorare esprimere fare congetture di felicità e barche di carta per poter navigare nel nostro mare nostro e di chi voglia nuotare tra le favole c'è ne sono cosi poche di favole e la loro morale sempre è la stessa ma quasi mai viene seguita come tante di quelle cose siamo distratti impauriti teneramente folli di decadenza si decade ogni cosa ci possa appartenere pure i ricordi sono sangue di lontananza ed una volta invece ogni ricordo era pieno di amore e di storia era un messaggio per un futuro anche migliore anche per poco questo mondo sa molte cose vive nella lussuria delle frenesia per non arrivare a niente questo mondo ha perso quanto di buono non ha mai avuto ci sono persone che vedono la vita così stanno in silenzio sperando che non accada mai che non peggiori mai l'agonia che si ha dentro sperano che un giorno qualcuno le possa salvare imbarcare per le stelle di comune accordo con l'implosione che le determina io vivo l'immensità dei gesti nell'emotività assoluta forse non so forse non tutto mi appartiene forse sono crocifisso in parte ma ho paura ne ho come tutti voi come coloro che ho rappresentato sopra le loro vite i loro disagi situazioni o compromessi e comprendo quanto sia difficile tendere una mano e dire ecco io ci sono sono qui per te non preoccuparti ci sono dammi la tua mano dammi quella mano per favore ci sono persone come me che sono come voi esprimono per non morire Ecco, la mia mano adesso lo so. Micael Jackobs

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