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C’è una grande festa
Nella sala grande del proprio intelletto
Giusto un ballo dei sensi
Fin alla mezzanotte del dolce respiro
Due anime inquiete
Si cercano per mano
A volte il sorgere della danza
Le mostra felici
si che
Diluvia la vita al primo giro di corte
Disarma porte e finestre di un insolito colore
vermiglia pioggia
E non piangono più i dipinti della sala
Ma si fanno tela per l’ambita presenza
Giusto nel ballo dei sensi
Si cela quel respiro
tra un minuetto ed una nota sfumata
Quanta argomentazione raffinata
E quando un bacio insegue l’altro
La richiedente attesa mai è celere di smacco
Se un bocciolo sorregge lo stelo
Una carezza sostiene lo sguardo
Adesso facoltà della vita
Animare il riflesso
Dell’incondizionato amore perduto
Mai come ora
Essere saggi nel predire
Sia dolce dogma
Che nessun dilaniante amore
Li possa ferire
Scivola il drappo
Della velata appartenenza
Anima calici di agognata
Fragranza
Ed anche se nel tempo dei respiri
Sangue del destino
Brandisce ferite quali
lame di malinconia
L’attimo ed il seguente vicino
Comprendono che niente è perduto
Se dal calice del proprio ideale
Hanno interamente vissuto
Così che
C’è gran festa alla corte dei sensi
Infinito condizionale participio per sempre
Ed allo scoccare della principe battito
In quella sala in un attimo
Si fa vuoto tra la gente
Si Ammirata e piacente
Due anime perse
Si sono prese per mano
E tutto il resto
Scompare
Lontano
M.J (4:11)
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