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Lacrime di luce

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Osservo te occhi infinitesimali dentro color pastello mare tendente indaco osservo una fotografia del tempo goccia che lieve si poggia su ferro ruggine dolce rigoglio sopra cresce qualcosa un frutto osservo la distanza la lego con le parole abbraccio il tempo quello passato che mi ha condotto fin ora comunque salvo integerrimo saluto la pioggia lacrime e sostanze di me che mi hanno vestito ed ora spoglio ho un po freddo ed osservo te e quando ti parlo il resto si ferma anche il mio respiro soffoco per l'emozione certe volte inciampo la strada lo sente sotto i piedi la forza di questo amore le orme gettate su idee di cemento armato scalfiscono al sole il percorso fa caldo fa freddo fa fa molto intenso ogni nostro saluto è solo un addio alle parole ogni nostro incontro un banchetto infinito di pietanze cultura storia del vento geografia del momento che si appoggia sopra spalle stanche prima la paura poi consapevolezza di quanto bisogna aprirsi ed imparare la notte se ne va con noi ma anche il giorno si è tenuto lontano solo il crepuscolo primeggia come alba e tramonto che si danno la mano sembra che ci lasciamo andare per poi ritrovarci osservo te ai lati di un letto sopra uno stelo di fiaba forse solo seduta su un divano noi uniti stoffa di pelle pelle di stelle crudeltà d'animo indomita non lasciarmi andare via da lei ti prego per quanto la amo per quanto l'ho amata per quanto ti amerò non voluto lo so ti dico ti amo adesso ed ora ti osservo digiunare tra le mie pietanze soffri ed io con te di tavoli ribelli senza sedie su cui annientarsi senza tovaglia sulla quale imbandire pranzi gratuiti ci basta solo uno sguardo per fare dei giorni nostri la più profonda condivisione fa caldo adesso due cavallucci marini si abbracciano una foto mai vista sanno del baratro della soglia del dirupo sanno delle profondità celate come l'oscurità che regge fili sottili di sorriso l'oscurità sa quanto poco valgono le parole se i fatti latitano da una luce di lacrima un giorno nacque dentro la notte ne uscì lava di dolore ed urla si ripiego in se stessa come un morbillo di sogni avariati chiamateli incubi chiamatele paure ne siamo pieni ne sono pieno chiamateli demoni oppure solo il lento vivere io osservo te come cigno oppure ballerina verso laghi ghiacciati danzi e poi osservo me e mi dico mi convinco non voglio essere il ghiaccio sotto piedi taglienti oppure la folla festante che applaude e per quanto l'oscurità mi pervade ti dico ancora neanche il ballerino compagno che poi finita la danza se ne va voglio solo essere la musica infinita che ti accompagna il cuore e quando sarà silenzio io sarò silenzio nell'osservarti silenzio solo silenzio Epilogo Questa è la storia di una voragine e del mare che la cercò e quando l'ebbe trovata per scelta confluì in essa e sempre più giù scese fino alle profondità del suo stato della sua essenza per ritrovarsi dentro un'immensa grotta color viola splendente un mondo nuovo dove il mare si sparse calmo assaporando ora una valle di luce in tutti i suoi confini passarono i tempi ed i luoghi passarono vite e compromessi ma in quel luogo nel silenzio un mare e la sua voragine mai e poi mai smisero di amarsi lacrime di luce M.J

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