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Osservo te
occhi infinitesimali
dentro color pastello
mare
tendente indaco
osservo
una fotografia
del tempo
goccia
che lieve si poggia
su ferro
ruggine
dolce rigoglio
sopra
cresce
qualcosa
un frutto
osservo la distanza
la lego con le parole
abbraccio il tempo
quello passato
che mi ha condotto fin ora
comunque salvo
integerrimo
saluto
la pioggia
lacrime e sostanze
di me
che mi hanno vestito
ed ora spoglio
ho un po freddo
ed osservo te
e quando ti parlo
il resto si ferma
anche il mio respiro
soffoco
per l'emozione
certe volte inciampo
la strada
lo sente sotto i piedi
la forza
di questo amore
le orme
gettate
su idee di cemento armato
scalfiscono al sole
il percorso
fa caldo
fa freddo
fa
fa molto
intenso
ogni nostro
saluto
è solo un addio alle parole
ogni nostro incontro
un banchetto
infinito di pietanze
cultura
storia del vento
geografia del momento
che si appoggia sopra spalle
stanche
prima la paura
poi
consapevolezza
di quanto bisogna
aprirsi
ed imparare
la notte se ne va
con noi
ma anche il giorno
si è tenuto lontano
solo il crepuscolo
primeggia
come alba
e tramonto
che si danno la mano
sembra
che ci lasciamo andare
per poi ritrovarci
osservo te
ai lati di un letto
sopra uno stelo di fiaba
forse solo seduta su un divano
noi uniti
stoffa di pelle
pelle di stelle
crudeltà d'animo
indomita
non lasciarmi andare via
da lei
ti prego
per quanto la amo
per quanto l'ho amata
per quanto
ti amerò
non voluto lo so
ti dico
ti amo
adesso
ed ora
ti osservo
digiunare
tra le mie pietanze
soffri
ed io con te
di tavoli
ribelli
senza sedie
su cui annientarsi
senza
tovaglia
sulla quale imbandire
pranzi
gratuiti
ci basta solo uno sguardo
per fare dei giorni nostri
la più profonda condivisione
fa caldo adesso
due cavallucci marini
si abbracciano
una foto mai vista
sanno del baratro
della soglia
del dirupo
sanno delle profondità celate
come l'oscurità
che regge fili sottili di sorriso
l'oscurità sa
quanto poco valgono le parole
se i fatti latitano
da una luce
di lacrima
un giorno nacque
dentro la notte
ne uscì lava di dolore
ed urla
si ripiego in se stessa
come un morbillo
di sogni avariati
chiamateli
incubi
chiamatele paure
ne siamo pieni
ne sono pieno
chiamateli demoni
oppure solo
il lento vivere
io osservo te
come cigno
oppure ballerina
verso laghi ghiacciati
danzi
e poi osservo me
e mi dico
mi convinco
non voglio essere
il ghiaccio sotto
piedi taglienti
oppure la folla festante
che applaude
e per quanto l'oscurità mi pervade
ti dico ancora
neanche
il ballerino
compagno
che poi
finita la danza
se ne va
voglio solo essere
la musica infinita
che ti accompagna il cuore
e quando sarà silenzio
io sarò silenzio
nell'osservarti
silenzio
solo
silenzio
Epilogo
Questa è la storia
di una voragine
e del mare che la cercò
e quando l'ebbe trovata
per scelta confluì in essa
e sempre più giù
scese
fino alle profondità del suo stato
della sua essenza
per ritrovarsi
dentro un'immensa grotta
color viola splendente
un mondo nuovo
dove il mare si sparse
calmo
assaporando
ora una valle di luce
in tutti i suoi confini
passarono i tempi
ed i luoghi
passarono vite
e compromessi
ma in quel luogo
nel silenzio
un mare
e la sua voragine
mai e poi mai
smisero di amarsi
lacrime di luce
M.J
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