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Portami lontano 

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Struggente passione, portami lontano. Inarca il desiderio, come due alari sfiorati da quel fuoco ribelle. Conduci la mia esistenza un passo oltre la mia delicatezza, e vibra; vibra di ogni mio dolere e toglimi tutto. Pure l'interezza dei sensi che in quel lento baluginare accoglie, accoglie volti al cielo , margini di te; e non chiedermi niente, solo scalfire un attimo in più questa morte che mi precede, nel rimpianto di non averti, dolce struggente ampiezza; dai luogo a questo battito per un silenzio ammaliato da un voto arrendevole di porpora e contrasto. I momenti peggiori sono quando niente mi discosta da questa realtà; ed il dolore penetra lento, mi lacera il petto; mi apre in due, come un vulcano, esplode tutta la sua rabbia; e come magma mi condensa le lacrime. E non riesco a toglierle, non riesco a toglierle. Il veleno scandisce la roccia come la fiamma le mie vene; e circola l'infamia di chi, crede di non aver posseduto mai, neanche un briciolo di senso; una mollica di pane tozzo abbandonato al sole. Sofferenza come piacere si fondono ed il più scaltro di essi vince; dolce sofferenza mia veleggia dunque verso questo baratro; fammi piombare rapido; chiudi quel varco; come rose sigillate dal sangue delle proprie spine. La mia mano trema quando il corpo cerca anticipi di silenzio. Non voglio morire cosi non voglio vivere cosi. Incombente benevolenza dona un raggio di sole a questa vacuità malata. E raccogli pure queste anime sole; dentro guadi raccolti di brulicanti erbacce. Senza estirpare la dolcezza che risiede in noi, ammansisci la nostra sofferenza. Confessabile mia esistenza, muta questa notte nel ragionevole martirio ; come l'acqua che si versa solenne nel fuoco ed evapora come ragione d'esistere, per poi lenire; diventa conquista della propria distruzione. Cangia la pacatezza del colore in vermiglio sogno. Cosi al fuoco appare E paio io Sempre più solo. Lasciami aggiungere a questa vita Struggente fantasia, veleni di sapienza da rendermi tanto stolto quanto il desiderio di credere, che ogni illusione si poggia, sopra la certezza di chi voglia precluderla; passione mia; non ho freni per l'arrendevolezza; il vento suona lento, nel criptico trambusto. Forse morirò pieno di vita in questi scaffali sporchi , laceri della mia pacatezza; riposta l'arguzia o la tenacia nel loco più altisonante e glabro; impossibile a raggiungere, mi fletto. Mi aggrappo; mentre questo solido mondo, si scioglie alla mia futile apparenza. Ascolto questo cuore come fosse l'ultima sinfonia di un silenzio mai voluto. Ascolto, Si ascolto, Mentre tutto fugge; dentro un treno senza vetri, ogni viaggio appare un niente. Un tempo lacerato per ogni momento, Un tempo che ci ammalia solo morendo. Struggente malinconia portami lontano. Dove nessuno può prendermi la mano e con me giacere; nel irreversibile concetto della solita mancanza. Non chiedo lacrime ma fiumi d'argento. Non chiedo lapidi solo sparire nel tempo. Portami dentro te bruciante illusione ovunque tu voglia andare; sono fiero di questa delicatezza consorte ; e baciami tutte le volte che vorrai senza ritegno o recesso. Liberatorio è l'animo; che non si vuol far spronare , dal ineluttabile sentenza del non sapere. Questo privilegio d'amare è un controsenso della parte mancante. Manca, l'aria che arrendevole mi trascina sulla tua pelle. Manca, quel singulto estasiato d'incenso. Manca, il tiepido affondare dentro i sensi di chi; cupido, ha fatto dimenticanza. Manca, quella freccia avventata senza bersaglio. Di leggiadre spoglie non ne ho; solo un malefico peso d'assoggettare alla terra. Me ne vado via struggente passione portami lontano senza farmi male e scrivi per me un ricordo tra questa luce e l'avvenente tenebra; non voglio vivere così. Io non voglio vivere così. Addio. M.J

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