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Quando ero vergine 

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Prologo Scalda il silenzio per me ogni attimo per custodirlo nel cuore chiamato dimenticatoio esteso senza margini e destinazioni niente è per nessuno ma tutto è ovunque e si può cogliere se solo si vuole I Quando ero vergine il tempo per ridere non aveva maschere gli uccelli cinguettavano giorno e notte il giorno erano di sicuro passerotti la notte pipistrelli ma cantavano lo stesso che importa la forma se non il concetto quando ero vergine di puro intelletto che agli inizi cresce si riempie lo stomaco del cervello il percepire era grande cosa e tutto ma proprio tutto non aveva quel valore accademico che si da ora alle cose una via nuova era una nuova scoperta un amico nuovo era gran cosa un giocattolo era una parte di mondo da condividere tenere accanto nella veglia e nel riposo sotto un cuscino oppure tra le braccia di chi bambino credeva alle favole Quando ero vergine le stagioni scorrevano tutte in egual maniera amavo la pioggia perché mi bagnava amavo il freddo perché mi copriva di bisogni calore abbracci voglia di essere preso per mano forte per mano e di essere guardato negli occhi tra quel vento che di noi non fa più parte amavo la bufera amavo viverla e poi sconfiggerla al solo ripararmi e poi guardarla e dire lei non mi fai paura solo quello che puoi farmi dentro dovrò temere un giorno le bufere dell'anima che non passano mai quando ti ci trovi in mezzo Quando ero vergine gli animali mi guardavano in modo sereno ora abbaiano e non sono solo cani perché sentono che c'è qualcosa che non va sentono il disagio gli animali quanto sentono ecco cosa abbiamo perso il dolce sentire pieni di troppo vizio per la preoccupazione ora guardiamo gli alberi li guardiamo stanchi forse troppo da lontano prima ci salivamo sopra prima li accarezzavamo anche solo un po e poi guardavamo la nostra pelle ancora giovane piena di entusiasmo che si graffiava nella salita ma poco importava veramente poco Quando ero vergine mi sono innamorato e quella parte di me che sconosciuta all'amore lo ha intravisto ha chinato la testa per paura quanto si teme l'amore prima di coglierlo in pieno forse non l'ho mai capito ma quanto si vuole l'amore io l'ho sempre cercato ed un trovatore stanco non si arrende mai a nessuna condizione l'amore si manifesta in tutte le salse l'amore si definisce in tutte le logiche che hanno perso il loro strumento la razionalità Quando ero vergine sapevo che ti avrei conosciuta poi mi sono dimenticato almeno per un po come sarebbe stato amarti così al massimo volo per l'infinito e brucia brucia tanto come un alveare che ti esplode dentro tutto il resto fuoriesce e si espande nel cielo nel vuoto nel vero significato che un sentimento possa avere così grande i cui confini si tengono per mano solo con la fantasia ed ora che sono vergine più di prima senza badare alla parola nel vero senso di significato ma alla purezza delle cose mi immergo come fossi un bambino perdo egoismo paura invidia gelosie e mangio caramelle di stelle fatte di piccole carezze che so cogliere come un tempo che fu ora che sono così in questo stato che la vita è fatta di strati di tempo andati vissuti e di nuovo ripercorsi per comprendere meglio quanti si è perso lungo il tragitto e quanto si è guadagnato non serve tornare indietro regredire fino all'infanzia serve solo guardarsi dentro e mi dispiace per la vita che mi cresce mi dispiace per l'uomo che non so fare mi dispiace per l'amore che vi fa grandi mi dispiace un po per tutto ma guardandomi bene c'è solo un bambino da osservare. M.J

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