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Prologo
Scalda
il silenzio
per me
ogni attimo
per custodirlo
nel cuore chiamato
dimenticatoio
esteso
senza margini
e destinazioni
niente è per nessuno
ma tutto
è ovunque
e si può cogliere
se solo si vuole
I
Quando ero vergine
il tempo per ridere
non aveva maschere
gli uccelli
cinguettavano
giorno e notte
il giorno erano
di sicuro
passerotti
la notte
pipistrelli
ma cantavano
lo stesso
che importa la forma
se non il concetto
quando ero vergine
di puro intelletto
che agli inizi
cresce
si riempie
lo stomaco del cervello
il percepire
era grande cosa
e tutto
ma proprio tutto
non aveva quel valore
accademico che si da ora
alle cose
una via nuova
era una nuova scoperta
un amico nuovo
era gran cosa
un giocattolo
era una parte di mondo
da condividere
tenere accanto
nella veglia
e nel riposo
sotto un cuscino
oppure tra le braccia
di chi
bambino
credeva
alle favole
Quando ero vergine
le stagioni
scorrevano
tutte
in egual maniera
amavo la pioggia
perché mi bagnava
amavo
il freddo
perché mi copriva di bisogni
calore
abbracci
voglia di essere preso per mano
forte
per mano
e di essere guardato negli occhi
tra quel vento che di noi
non fa più parte
amavo la bufera
amavo viverla
e poi sconfiggerla
al solo ripararmi
e poi guardarla
e dire lei
non mi fai paura
solo quello che puoi farmi dentro
dovrò temere
un giorno
le bufere dell'anima
che non passano mai
quando ti ci trovi in mezzo
Quando ero vergine
gli animali mi guardavano
in modo sereno
ora abbaiano
e non sono
solo cani
perché sentono
che c'è qualcosa che non va
sentono
il disagio
gli animali
quanto sentono
ecco cosa abbiamo perso
il dolce sentire
pieni di troppo
vizio
per la preoccupazione
ora guardiamo
gli alberi
li guardiamo stanchi
forse troppo da lontano
prima
ci salivamo sopra
prima
li accarezzavamo
anche solo un po
e poi
guardavamo la nostra pelle
ancora giovane
piena di entusiasmo
che si graffiava
nella salita
ma poco importava
veramente poco
Quando ero vergine
mi sono innamorato
e quella parte di me
che sconosciuta all'amore
lo ha intravisto
ha chinato la testa per paura
quanto si teme l'amore
prima di coglierlo in pieno
forse non l'ho mai capito
ma quanto si vuole
l'amore
io l'ho sempre cercato
ed un trovatore stanco
non si arrende mai
a nessuna condizione
l'amore
si manifesta
in tutte le salse
l'amore
si definisce
in tutte le logiche
che
hanno perso
il loro strumento
la razionalità
Quando ero vergine
sapevo
che ti avrei conosciuta
poi mi sono dimenticato
almeno per un po
come sarebbe stato
amarti così
al massimo volo
per l'infinito
e brucia
brucia tanto
come un alveare che ti esplode dentro
tutto il resto fuoriesce
e si espande
nel cielo
nel vuoto
nel vero
significato
che un sentimento possa avere
così grande
i cui confini
si tengono per mano
solo con la fantasia
ed ora
che sono vergine
più di prima
senza badare
alla parola
nel vero senso
di significato
ma alla purezza
delle cose
mi immergo
come fossi un bambino
perdo
egoismo
paura
invidia
gelosie
e mangio caramelle
di stelle
fatte di piccole carezze
che so cogliere
come un tempo che fu
ora che sono così
in questo stato
che la vita
è fatta di strati
di tempo
andati
vissuti
e di nuovo
ripercorsi
per comprendere meglio
quanti si è perso
lungo il tragitto
e quanto si è guadagnato
non serve
tornare indietro
regredire
fino all'infanzia
serve solo
guardarsi dentro
e mi dispiace
per la vita che mi cresce
mi dispiace
per l'uomo che non so fare
mi dispiace
per l'amore che vi fa grandi
mi dispiace un po
per tutto
ma guardandomi bene
c'è solo un bambino
da osservare.
M.J
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