Io parlo di te
Dolce creatura sola
So cosa vuol dire
Essere complice dell’individualità
Raccogliere ogni mattina
Spilli della propria esistenza
Ferirsi da sola
Riflettendosi allo specchio
In bagni mai allietati
Dal quieto confusionario
vivere casalingo
Nessun pallone rotola
Per casa
Peluche
Acquario tra le bolle
Solo
Antiquariato di convivenza
Annaspa tra i ricordi
Liquefatta la serratura
Dal dolore nella dimenticanza
Ogni chiave s’e perduta
Nel trasporto della propria volta
E se sei
Cosi artefice di ammalata speranza
non andare via
non lasciare che tu sia
Quel vuoto a rendere
Senza pretenderlo mai
Perché è
d’acume tristezza che lo determini
Quando la volontà di restare
e’ attaccata ad un nuovo inizio
Integra che il proprio stato
debba divenire un lieto fine
Le tue finestre
Non hanno luce
Per guardare il mondo altrove
Il tuo spazio è li
Segregato al battito del silenzio
E quando piove
Ami il tintinnio delle lacrime
Ti portano al martirio
Del solito giorno che verrà
Tu
Che rimbocchi le coperte di un lato
Che mai è stato il tuo
Per diniego di mancato amore
Se nessuno ti ha voluta
Compresa
Desiderata
Solo illusa
Nessuno ti ha colta meravigliosa
Amplia di decoro
Solo
Satura di restauro
Ed è sempre tutto da rifare
Dolce anima candida
Spezzata dalla malevolenza del tempo
Che passa piano
Come una Sinfonia infinita
Di un ultimo atto mai suonato
Disegno il tuo silenzio
Difficile vivere con il sorriso altrui per
Condizione o demerito
Io parlo di te
Triste persona sola
Romeo e Giulietta
Unico dialogo
Individuale
Troppo personale
Il tuo battito è spesso
carne da macello
Una spesa tutta tua
La mattina
E poi il giorno
Diviene sera
Sono complice dell’individualità tra un milione di maschere
E spesso vorrei solo sparire
Diventare un nulla per sempre
E nel sempre morire di me
Di vacui pensieri torridi
Quanto la sete mi domina
Mi nutrirei
Davvero il mio viaggio non ha pace
No
Non parlo di me
Ho troppo orgoglio a svendere
E già da tempo
Sono a saldo.
M.J
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