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Vorrei

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs


Queste parole Sono dedicate a te. Che viaggi nel tempo. Vorrei essere l’attimo; l’instante forse il luogo; e che sia ovunque quando la notte, lascia la scia verso il giorno. Vorrei vederli baciare, come un saluto, uno sfiorarsi intenso e per sempre; perché ogni volta, loro sanno; si ripete. Ed ogni volta, loro sanno, che quell’attimo sarà amore.. poi tristezza, poi distacco; e poi amore.. Vorrei essere parte di quel mondo, che sente i bisogni mancanti; che soffre ma non comprende; che vive lacerato. Per capire, che cosa è che mi manca, per vivere davvero; Vorrei essere il viaggio, che mai si ferma, ma che torna nei luoghi; e li apprezza, li ama, li gusta perché sa, che è giusto fare così, nel momento che si vivono; poi come viaggio me ne andrei, lontano, vicino, che importa.. non ci sono distanze. Vorrei essere neve, che cade dall’alto, che osserva nella sua molteplice caduta, gli occhi gioiosi della gente; vorrei poggiarmi per terra, e lasciarmi congelare, che è come farsi uomo; per farmi calpestare; che è come sentire il dolore; per poi, quando il tempo, che mi ha concesso di vivere vorrà, vorrei sciogliermi; e quando all’aria, nella terra, chissà dove me ne andrò, vorrei vedere quegli occhi della gente; che mi perdono, per sempre.. vorrei una carezza; da tutte le persone che hanno creduto di amarmi, ma non l’hanno fatto; da chi ha voluto amarmi, ma non ha capito, come veramente sono fatto; da chi ha cercato di odiarmi, dopo avermi amato; e poi non ha più compreso; perché quello che avevo bisogno, era tanto facile. ed una carezza sarebbe bastata. Vorrei Sentire, per una volta sola, gli elementi parlare, quando si gettano al mondo; ed che sia pioggia, per ogni goccia un urlo; che sia vento lacerante; che sia mare un gorgoglio illustre, che sia l’urlo della foglia, di dolore quando cede al ramo; ed il ramo stesso, dilaniarsi dalla disperazione; che sia il tuono, imperioso già, ma precursore, nel lampo, che del silenzio ne ha fatto la morte. Non ti avvisa, quando arriva. Vorrei il suono dei boschi, delle valli, dei ruscelli; che cantassero melodie; tutte loro; per sentirle dentro; al mio cuore; per essere ancora più vicino al loro vivere; che sia di gioia o di dolore; ma è vivere; vorrei sentire il giorno urlare, il proprio inizio; e la notte sussurrare, la propria fine. E’ forse agonia, ma non lo sappiamo. Il dolore celato, non è a noi dovuto. Vorrei che tutte le stelle in cielo, si dedicassero ad ognuno di noi; come angeli custodi; si prendessero cura; e riscaldassero i cuori, di chi stanco, vive una vita difficile; e che sia pane fresco e fragrante; e non corteccia. E che sia verdura; e non erba sporca; e che sia vino; ma mai sangue; non va versato; ma lasciato fluire, come è giusto che sia, nel tempo a tutti destinato. Vorrei che certe scelte non fossero compiute; per chi è stanco di questa vita; per chi la mattina ha le lacrime agli occhi; lacrime di niente; perché niente lo aspetta al varco; ed avrebbe voluto; almeno combattere; parlare; confrontarsi; soffrire; ma tante volte; non c’è più neanche quello; non c’è più niente. Vorrei che … per coloro , che hanno perso, la facoltà di fare vivere, il proprio spirito, un giorno, incontrasse, il proprio desiderio, che non ha mai vissuto. E mano nella mano, sentirsi dire: mamma, io ti voglio bene. Vorrei scaldare il mondo con le lacrime; anche se non si vedono, sono copiose; sono stanche di mostrarsi; sono indecise; impaurite; orgogliose; Perché il dolore di un uomo, non si misura, ma si sente. Vorrei capire, tante di quelle cose; Per essere una persona migliore, bisogna comprendere; bisogna accettare l’incomprensione; e centellinarla in tante piccole parti comprese; poi rimodellarla e farla finalmente propria; Vorrei che questo mondo fosse migliore; perché tante volte di bello c’è solo la speranza che lo sia; Vorrei essere il tempo che scandisce; mi fermerei; e lascerei respirare un attimo chi soffre; vorrei essere un giostra; quella dei cavalli; dolce melodia. Ricordi. Gioventù. Vere speranze; Speranze di salirci sopra; e da bambini diventare cavalieri.. ma senza spada; mano nella mano; con tutti i bambini che come me, con la mia volontà sono adesso su quella giostra e ridono; e non pensano ad altro . E lo destinerei a chi l’infanzia, l’ha avuta cruda, perduta nelle incertezze e nel dolore; nelle nefandezze di chi non ha offerto un giusto amore; che un bambino deve ricevere; perché è quello il compito di chi maturo vive. Amare la speranza; amare i bambini. Bene…… Vorrei infine non essere come sono; anche se mi permette di elevarmi; al di sopra di ogni sentimento; e forse stare meno male; amando in modo diverso, perché nessun amore è più limitato, vorrei adesso, egoisticamente essere uomo. E chiedere una sola semplice cosa; come uomo pensante; come cuore vivente. Come anima che pulsa. Come occhi che guardano. Come corpo che freme. Come labbra che mordono. Come mani che afferrano. Come gambe che conducono; Ma soprattutto come persona che sente; io vorrei … una tua parola. M.J

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