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Capitolo 21

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Valentina


21


Micael devo accelerare i tempi. I mesi che seguirono mi portarono ad un isolamento completo con il mondo. Lasciai il lavoro provvisoriamente. Non ero affidabile. Avevo momenti di vuoto sempre più vertiginosi. Era come se scomparissi dalla mia mente, per poi ritrovarmi altrove. A fare altre cose senza ricordarne gli eventi.

Come se non fossi io a gestirmi. Spesso mi guardavo allo specchio. Non temevo di morire o invecchiare, lo sai. Volevo solo capire se agiva davvero a livello fisico.

Tante volte davanti al mio riflesso ho provato a parlargli. Niente. Ogni mia domanda su cosa volesse davvero fare , non ebbe mai la sua risposta.

Cominciai a chiedermi cosa potesse causare la sua presenza dentro il mio corpo. Temevo a delle conseguenze come a Jacopo. Il veloce marcire delle cellule che porta a parti cancerogene quali tumori.

Sapevo di essere più forte di Jacopo ma non sapevo quanto lui, l'estremo adesso con miglior condizioni di vita, lo fosse. Se fosse diventato più potente, temevo sarebbe accaduto grazie a me.

I continui momenti di vuoto diventarono ore. Come se mi addormentassi di colpo. Fai conto era mattina, aprivo gli occhi era pomeriggio dello stesso giorno. Che facevo durante tutto quel tempo?

Dovevo prendere delle decisioni. Farmi affiancare da qualcuno era improponibile. Troppo pericoloso. E se lui in me avesse ucciso qualcuno?

Perciò decisi di isolarmi per un po.

Cercai pure di parlare con l'altra mia inquilina “Gaia” Per chiedere lei come lo sentisse, vedesse o percepisse. Non ebbi nessuna risposta. Gaia è sempre stata poco restia alla comunicazione. Solo una volta, stranamente prima di coricarmi, le dissi : “Nonostante tutto Sei una entità a modo . Buonanotte Gaia.”

La percepii rispondermi con una vocina piccola “Buonanotte Valentina”.

Fu l'unica volta da quando entrò in me che la sentii veramente bene. Poi il silenzio. Forse era intimorita da chi avevo accolto dopo di lei. Forse non so. Non sapevo. Dovevo gestire quei momenti di completa assenza. Capire come poterli filmare. Micael lo sai, non amo i cellulari o le videocamere, non amo la tecnologia perciò non feci niente di ciò.

Lascia che le cose continuassero.

Dovevo prendermi una vacanza da tutti e da tutto. Andare lontana. In un posto dove potessi trovare le forze per spingerlo via da me.

Avevo finalmente compreso che stava indebolendo la mia volontà di cacciarlo. LUI non voleva andarsene, e compresi anche che , stare da sola al contatto con la natura più incontaminata mi avrebbe permesso di concentrarmi per allontanarlo.

Lo dovevo fare per forza o il mio fisico avrebbe risentito della sua crescita e mi sarei ammalata come Jacopo o qualcosa di simile.

Partii per l'America. Feci uno strano sogno. Una destinazione. Lago Di Utah.

Non mi chiesi neanche perché e per come. Disponibilità economica dato il mio lavoro , l'avevo; sempre avuta. Presi Baraccopoli e burattini e primo aereo destinazione Utah.


-


Aggiornai in un albergo molto bellino di quella zona, poi con una guida mi inoltrai verso la parte del lago più selvaggia. Il mio intento era evitare gente e turisti.

Micael sappi quel lago è bellissimo. Forse un giorno ci andremo e capirai ancora meglio il mio stato di rilassatezza che mi aiutò a concentrarmi in modo assoluto. Pagai la guida e le dissi che potevo proseguire da sola. Dopo molta insistenza riuscì a togliermelo di dosso. (Che palle sti uomini) .Non amo la compagnia altrui anche se volontaria.

Mi misi nella zona sud ovest del lago ad osservarlo nella sua imperiosa bellezza e grandezza.

Spesso Micael ci si dimentica di quante cose belle ci sono nel mondo, attratti dalle cose abituali che bonariamente si tramutano in brutte.

Posai lo zaino con dentro le mie cose. Presi dei fogli di carta, avevo scritto quella che ritenevo una formula espansiva. Mi mancavano ancora dei versi. Quelle parole di legame tra il nostro mondo e ciò che si apre “all'altrove” per esseri come quello. Titubai un attimo. Chiusi gli occhi come per assaporare la mia vittoria definitiva. Adesso avevo il pieno controllo di me. Compresi che le persone attorno, il mio timore di far loro del male , mi toglievano la forza necessaria per controllare la mia mente in modo totalitario.

Li di fronte a quella immensa distesa d'acqua avevo ripreso il pieno controllo di me.

Venne la notte. Avrei dormito li. Non c'erano controlli. Non c'era nessuno. Era ottobre , mi pare il 4

(Non ho orologi). Di solito seguivo le date quando passavo dai bar o leggevo le notizie su quei televisori per strada dentro i negozi. Li non c'era anima viva ne nessuna tecnologia . Era meglio così.

Non avendo il cellulare, ero completamente sola con coloro che avevo dentro. E niente e nessuno poteva influenzarmi e di conseguenza cadere in pericolo.

(Tieni sempre conto che ti sto scrivendo a mano) (Non guardare che poi lo ricopiano per me)

Mi sentivo forte. Pronta. Decisa a sbaragliarlo dopo mesi e mesi che mi era stato dentro.

La situazione implicava questa scelta. Era necessaria. Micael dovevo togliermelo dai ciglioni.

Pronunciai le formule. Solo il vento, il lago e chissà chi nell'aria mi stava ascoltando. Mi sentivo imperiosa. Come i vecchi tempi. Capace di fare qualunque cosa oltre l'inimmaginabile. Sentivo che l'acqua del lago lo avrebbe riflesso a qualcosa a lui vicino e poi lo avrebbe risucchiato o spedito via lontano da noi o non so cosa si sarebbe aperto ma solo per lui.

Ero quasi alla fine della formula quando accadde l'imprevedibile.

Tieniti Micael adesso.

Non farò la suspense letteraria come fate voi scrittori moderni egocentrici.

Gaia mi parlò.

Furono parole semplici e chiare.

“NON MANDARLO VIA-VUOLE CAPIRE CON TE”

Rimasi allibita. Che significava? Perché non avrei dovuto ricacciarlo da dove era venuto? Era lui l'artefice di ogni nostro male Micael. Lui ha fatto morire Il nostro amico, lui ci ha fatto allontanare e sempre lui ci tiene a distanza per via del pericolo che incorreresti te e la bambina.

Allora perché? Mi chiesi perché vuole capire cosa?

La mia scelta Micael , come ogni scelta fu inderogabile. Posai quei fogli di carta, incuriosita da quelle frasi della mia amica silenziosa. Li rimisi nello zaino e chiudendo gli occhi , chiesi loro.

“Va bene ! Ditemi tutto”

E qui iniziò la mia collaborazione con l'estremo.

Collaborazione che ha portato il mio corpo, il mio fisico, la mia mente a durissima prova.

Ho dovuto affrontare in questi anni fino a pochi mesi fa, ciò che voi chiamate “TUMORI”

tre diversi tipi, non simili a quelli standard (poi ti spiegherò come li ho superati). Malattie cancerogene alle quali non ho dato lui la colpa. Mi sono resa conto che per vivere dentro me doveva assorbirmi cellule ed idee. Anche pensieri e caratteristiche cromosomiche.

Tranquillo Micael, ho superato le tre prove , di cui l'ultima con grande difficoltà. I Miei amici del dragone sanno della mia improvvisa assenza e so che si stavano preoccupando. Ora che mi leggono dimostro loro che sto un po meglio, ma niente è finito. Ci sono scelte che dobbiamo fare. Scelte che ti esporrò alla fine di tutta lunga questa storia.

Sappi Mio Caro amore, oggi 06/07/2019 Islanda notte, le stelle mi guardano. Io dico loro come dico a te: qualunque sia la scelta Micael , non posso più mandarlo via. Mi ci sono veramente affezionata.


Tua per sempre V.

Invincibile fino al punto del non ritorno.

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