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Buonasera Micael sono Greta l'amica di Valentina. Una di quelle che non puoi vedere quando entro nel tuo profilo per ordini dall'alto di chi sai te. Oddio che vergogna rileggermi li. Scusatemi tutti eh!
Valentina sta meglio, le ho stampato la scrittura e ciò che avete messo Voi nel profilo.
Vi ha letti e , parole sue , io sono solo una portatrice di dialogo. Ha detto “ Andate a defecare tutti” Mah.? Certo avete strani modi di comunicazione voi.
Comunque sta bene. Meglio si. Ma me la mostrano per poco. Forse stasera. Ma è lei a decidere come e quando. Sempre. Qui sembra sia lei la capa. Mi fa tutto strano.
Una delle prime cose che mi chiese Valentina quando eravamo in volo per New York fu quello di raccontarti , Micael, il nostro primo incontro. FOLGORANTE.
Ieri mi ha confermato di nuovo che potevo scriverlo. Che avresti capito, scosso la testa ed altro.
E pertanto mo lo scrivo.
Devi sapere che nostra figlia Gaia è morta per colpa di un incidente stradale, proprio vicino casa nostra. Aveva 10 anni la nostra bambina. Mi fa dolore parlarne ma ci ho lavorato tanto.
Il responsabile non l'hanno mai trovato. Le colpe sono un po di tutti, anche mie. Non me lo perdonerò mai d'averla lasciata in questo modo senza poterle dire niente.
Non eravamo presenti ed era con delle amiche.
Sono cose orribili che purtroppo accadono ovunque tutti i giorni.
Dopo due anni da quando successe la mia vita e quella di mio marito -Marco, era distrutta.
Avevamo messo la casa in vendita per i debiti. Marco aveva perso il lavoro. Io ero part-time ma non avevo più la testa e mi stavano licenziando. Me l'aspettavo a momenti. Insomma Micael un casino da paura davvero.
Era mattina lo ricordo così bene. Saranno state le otto. Ci suonò il campanello.
Eravamo già svegli. Mio marito non avendo lavoro stava già alla televisione. Immobile, paralizzato. Un vegetale. Io avevo il turno pomeridiano. Andai ad aprire alla porta. Mi si presentò davanti una ragazza. A prima vista pareva avesse vent'anni. Poi ci disse che ne aveva molti di più.
Una bellissima ragazza, guardate. Micael lo sa. Aiutatemi a di bellissima anzi di più. Di una eleganza stratosferica. Portava un borsone a tracolla ed una borsa più piccola di marca.
Mi guardò e mi disse parole testuali: Greta vero? Io la guardai stranita. Pensai -o chi è questa?-
Guardai mio marito, poi lei disse: Te sei Marco vero? Mi prese male. Guardai Marco che si era alzato dal divano che la osservava immobilizzato. Il panico. Pensai subito -ci manca pure l'amante-
Lei come se mi capisse senza che io pronunciassi una parola, scosse la testa.
-Non è quello che pensi Greta- E rise.
Entrò in casa. Pareva la conoscesse già. Appoggiò il borsone vicino ad una poltrona, dove si sedette.
Davanti alla poltrona avevamo, anzi c'è ancora, un tavolo di vetro.
La ragazza prese dalla borsa più piccola, credimi Micael, quattro cellulari. Quattro!!
Li appoggiò sul tavolo di vetro e uno ad uno li spense. Li lasciò li. Ci guardò e ci disse: PAROLE TESTUALI: sedetevi prego.
Noi non sapevamo come comportarci. Chi cazzo era? Pensai? Entra in casa mia così. Marco fece per andarle incontro. Lo guardai male, si fermò. Le dissi: -Scusi ma ci conosciamo?-
Lei guardò la stanza. Silenziosa. Un minuto. Un cazzo di minuto ad osservare tutto. Lasciandoci come due imbecilli.
Poi disse: PAROLE TESTUALI che non dimenticherò mai.- Preferite la versione leggera o quella pesante?
Mi prese un nodo alla gola. Che altro c'era? Rappresentava il governo? L'agenzia dell'entrate? L'Inpse? Dovevamo tanti soldi lo sapevamo. Alzai una mano come per dirle -quella leggera era meglio. Mi anticipò. PAROLE SUE TESTUALI – Mi conduce qui vostra figlia Gaia. Sta dentro me.
Chiusi gli occhi ed una rabbia profonda mi prese. Non si scherza con i drammi delle persone. Vidi mio marito alzarsi di scatto come per aggredirla. Lei non si mosse. Lo fermai. Ma non credo si sarebbe mossa. Mi vennero le lacrime. Pensai- e meno male era la versione leggera. Chi è questa pazza? Vorrà soldi?
La ragazza vide che stavo per dirle con rabbia qualcosa. E disse: SOLITE PAROLE TESTUALI.
-Quel vaso la su quel mobile ha valore?-
Io la guardai perplessa al massimo. Cazzo centra ora? Risposi a tono. -No – Dissi solo no. Poi dissi- comprato al mercato. Che domanda del cazzo? Che vuole?
La vidi muovere la sua mano con una delicatezza spaventosa. Tra lei ed il vaso ti giuro Micael. Vi giuro, c'erano quattro metri. Il vaso si spostò di colpo e cadde per terra. Non si ruppe.
Poi ci disse: PAROLE TESTUALI- Ora ho finalmente la vostra attenzione?
Marco tremava. A me girava la testa. Sai quando sei in quelle situazioni der cazzo che non capisci niente.
Le dissi: che vuoi? Conoscevi Gaia? Sei tu che l'hai investita?
Lei mi guardò e neanche troppo triste mi disse che Gaia non aveva visto chi conduceva l'auto che l'aveva colpita. Ma come faceva a sapere dell'incidente? Poi mi disse che era qui per volontà della bambina. Poteva dimostrarlo.
Mi misi le mani nei capelli. Piansi. Disperazione forte. Terribile in quel momento tutto quello che venne fuori. Abbassai la testa. - Lasciaci soli. Ti prego- le dissi. -Lasciaci con i nostri dolori-
E lei se ne venne con -SCIOCCHI-
Marco si alzò e la prese per un braccio cercando di tirarla su dalla poltrona. Non la mosse.
Poi ci folgorò di paura.
-Foglio e penna grazie e subito-
Marco rimase interdetto e mollò la presa. Tanto non lo sentiva neanche. Come chi doveva eseguire un ordine prese imbarazzato un foglio a4 dalla stampante ed una penna.
Lei chiese di appoggiarlo sul tavolo. Poi disse.
-Scusate ora silenzio.-
Fece un disegno di una barca con tre persone. Poi scrisse i nostri nomi. E sotto una dedica.
“Ai miei genitori con tanto amore ed al nostro viaggio più bello”
Scoppiai in lacrime. Corsi in camera di Gaia urlando. Tornai tremolante con un disegno simile.
Lo stesso. Forse migliore il suo.
E LEI ci spaventò ancora di più
“E' cresciuta come stile”
Mi voltai verso mio marito. Non sapevo cosa dire. La guardammo. Poi ci chiese di avvicinarci.
Marco non si mosse. Tremava. Io piangevo. Insistette.
Marco non si mosse.
Mi prese male. Molto. Le caddi in ginocchio. Non so perché ma le afferrai le gambe e le strinsi a me. Piansi.
Lei appoggiò una mano sulla mia testa. Dall'alto al basso ed in quel momento compresi che mi figlia le stava dentro.
“MAMMA”
Venne fuori da quel contatto con la mia testa ed il suo palmo.
“MAMMA”
Io piansi. Amore. AMORE MIO. SEI QUI.
Chiamai Marco che tremava ancora. Non si avvicinò troppo ma mi tese una mano e lo legai a me.
“MAMMA”
Lacrime scesero anche a lui . Si staccò di colpo. L'aveva sentita. La ragazza sorrise.
Poi disse. PAROLE SUPER TESTUALI.
-Allora Greta e Marco siete pronti per ricominciare la vostra vita?-
-E' bella questa casa . Ed avete molti ricordi di Gaia-
Prese dal tavolo un quadretto di noi tre e senza girarlo ci disse la data della foto.
-Prima cosa pagherò i debiti per voi. Posso farlo. NON E' UN PROBLEMA.
-Seconda cosa quando vorrete stare con vostra figlia , starete con me , sarò un tramite. Lei è qui. Vi vede tutt'ora e vi abbraccia.
-CONTENTI?-
Non svenni ma ci mancava poco.
Valentina il suo nome, passò molti mesi con noi. Pagò ogni debito ci avevano accollato. RIPRENDEMMO LA CASA CHE TUTT'ORA ABBIAMO.
Ma soprattutto ci riprendemmo nostra figlia. Quanti abbracci le abbiamo dato a Valentina. Quanti.
Io quanti baci. Tanti.
Parlammo mesi. Ci invitava spesso al ristorante e pagava lei. Sempre lei.
Spesso cambiava di umore quando usava i suoi quattro cellulari. Era una manager? Che faceva?
Ci aveva spiegato come aveva preso Gaia. Se non avessimo visto e provato con i nostri occhi l'avremmo presa per una psicopatica pazza.
Micael perciò quando lei a distanza di mesi mi contatta per dirmi:
PAROLE TESTUALI
-Greta, adesso ho bisogno di te- Gaia è in pericolo perché io sono in pericolo
SEGUIMI
SOLO TE
SEGUIMI
Micael te che dici? Mi ha regalato una vita nuova e reso mia figlia.
Le sarò immensamente grata. Sempre.
E farò ogni cosa , qualunque cosa lei voglia senza chiedermi perché.
TI RINGRAZIO VALENTINA PUBBLICAMENTE.
ORA SONO COMMOSSA.
Mo Mando mail va.
Greta. 💋 baci
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