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Capitolo 3

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Valentina


3


Oggi 20/06 anno 2019 sera tardi


Ciao Micael sono a conoscenza che questi miei messaggi vengono pubblicati. Mi fa piacere.

Ti spiego in breve il procedimento.

Dopo che i ragazzi di cui ti ho parlato mettono nel sito ciò che ti ho scritto, attendono che te lo pubblichi. Poi Stampano la pubblicazione ed i commenti . Me li mettono in una busta , poi la portano dentro la mia cassetta per le lettere e la lasciano li. Quando esco prendo il tutto e vi leggo.

Spesso anche divertita dai commenti. Vorrei salutare una mia amica ma lei lo sa già ciò che accade. Ha capito già.

Vorrei dire lei che , sempre dove lei sa, può spiegare della mia assenza a chiunque. Può anche mostrare ciò che avviene. Un abbraccio e grazie.


Tornando a noi Micael quando sono andata da Padre Alvaro nella chiesa che non frequentavamo ma comunque essendo di zona , eravamo conosciuti; non lo trovavo. Sono addirittura scesa in due sale interne. ( A discapito si potesse entrare o no) Poi risalendo e tornando alla navata centrale , era li vicino all'altare.

Dirigendomi verso di lui cominciai a parlargli. Non so cosa mi prese. Io non ho mai frequentato chiese o religioni. Volevo colpevolizzare qualcuno oltre a me.

Mi guardò perplesso. Mi vide infuriata.

La prima cosa che dissi “ Mi è morto un amico. Ho fatto di tutto. Il vostro Dio cosa ?”

Lui non comprese. Però mi riconobbe. Non sapeva il mio nome ma mi dettagliò certi momenti nei quali ci aveva visti li di fronte. Forse a parlare della chiesa o di non so d'altro.

Non riuscivo a calmarmi. Lui parlava. Io non ascoltavo. Credo mi chiedesse di spiegare meglio.

Andai fino all'altare e mi appoggiai.

Mi pare di ricordare mi disse: “Ma che fai?”

Poi mi voltai e gli dissi che avevo poteri. In queste mani c'erano poteri ed anche in questa testa. Ma nonostante loro ,non lo avevo salvato. Poi parlai che avevo evocato non so cosa. Che era potente.

Padre Alvaro mi cercò di toccare un braccio. Come per calmarmi. Credo mi dicesse “Stai calma. Come è possibile. Poteri di cosa?”

Ero stata troppo aggressiva. Come spesso mi accade.

Gli dissi che non credevo in Dio. Che non ci avevo mai creduto. Che Dio se c'era quando nacqui , era al cesso. Che mi fece male. Molto male.

Cominciò una tiritera sulla fede.

Io lo mandai a cacare. Si. In chiesa. Gli dissi che era stato uno sbaglio andare li. Non so perché lo feci. Stavo quasi per tornare indietro. Mi chiese il nome.

“Valentina.”

Poi mi chiese cosa mi affliggeva tanto.

Mi arrabbiai perché non comprese un cazzo di quello che gli avevo detto. Che era morto un mio amico. Che non lo avevo salvato.

Grazie al pensare troppo al vostro Dio certe volte avete una ottusità indisponente.

Lo guardai , poi mossi un braccio e spostai alla distanza una panca. Stava a due metri da me.

Lui sbiancò.

Io tra me e me pensai: “Ora ho la tua attenzione?”

E li fece una cosa strana, immensa. Veramente Immensa Micael. Mi da i brividi pure a me scrivertela.

Mi abbracciò. Mi strinse forte. Non feci in tempo a districarmi. Lui mi abbracciò e mi disse.

“Valentina uccidi me. Non colpire la nostra chiesa.”

Rimasi allibita.

Le braccia si rilassarono. Mi lasciai andare.

Non piansi. Non piango mai . Gli dissi solo una cosa.

“Che posso fare per rimediare? Cosa?”

Lui Allentò l'abbraccio. Mi guardò. E mi disse: “Ti devo fare conoscere una persona”


4 minuti quasi.

Una cosa veloce. Non fraintendermi. Non ho 4 minuti al giorno.

Ho quattro minuti per pensare a qualcuno senza interferenze.


Perciò Micael. Potrei scriverti anche di più che una mail al giorno.

Non dubitare mai di me.

Mai.


Sempre tua V.

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