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Capitolo 5

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Valentina


5


Oggi 21 Giugno 2019 notte


Ciao Micael, ho ancora modo di scrivere perché temo il tempo non sia tantissimo e devo dire certe cose a certe persone che te non conosci direttamente.


Volevo salutare qui dei miei amici di certi giochi con i quali mi dilettavo. Non pensare male non sono giochi erotici. Sono giochi di guerra. Ti parrà strano ma ho anche io una certa predisposizione ad aggredire. Erano adatti alla mia natura e mi permettevano di distrarmi dalle problematiche che sai. Ovviamente ho dovuto dire loro una versione di me un po diversa da quella reale. L'ho fatto per proteggerli. Solo per quello. Tu che hai visto molte cose di me , ancora oggi sei restio su ciò che posso fare. Ancora oggi non sei in grado di sentire come vorrei tu mi sentissi, ma so che è il prezzo da pagare e ne prendo atto. Pertanto saluto chi mi è stato più vicino in questi anni e mi ha accettata per come sono, per ciò che dicevo loro , per i momenti nei quali scomparivo e poi tornavo. Vi voglio bene, non è vero niente che non provo sentimenti. Vi voglio molto bene e siete veramente splendidi. Vi prometto che cercherò di tornare a quella vita che mi pareva tanto normale, stando insieme a Voi. Perché ogni tanto anche io amavo essere una ragazza normale che interagiva a modo suo ma comunque insieme a tutti voi contro gli allocchi ed i ciglioni. (Ora mi riconoscete vero?)

Saluto chi ho più nel cuore; il mio caro tecnico dei trasporti, la mia capa suprema, la giovincella dai due nomi, il mio giovane broker e non per ultima , anzi, lei che già sa e che mi è testimone di tante cose . Per il loro bene non scriverò mai i loro nomi. Non sono dettagli. E' importante che non lo faccio. Non sempre ho il controllo e nessuno deve farsi male.


Detto questo Micael, se vorranno contattarti non li aggredire (come fai sempre con le persone).

Non tutti sono cattivi.


Girai per Firenze una mezza mattinata a cercare un negozio di tatuatori. Entrai in tre negozi ma scelsi quello di una donna che faceva tatuaggi. (Dubitavi Micael?). Non amo far toccare il mio corpo ad estranei maschili che non siano te.

Mi guardò un po stranita. Le spiegai cosa volessi. Le mostrai cosa doveva usare per fare una tavoletta che andasse dal basso seno all'inguine. Più estesa era , più potevo usare alla massima potenza le lettere.

All'inizio era un po spaventata. Non feci niente di strano. Non pensare Micael che vada in giro a spostare cose o leggere nelle menti. Anche io Voglio essere normale. Anzi avrei voluto.

Ma la tavola era necessaria per ciò che volevo fare.

Mi chiederai : “Valentina cosa ?”

Credo sia giunto il momento di dirti la mia reale intenzione da dopo la morte di Jacopo.

Chi aveva causato tutto questo si era allontanato da noi. (Da voi per fortuna). Ma anche da me.

Micael, considerami un pazza, ma io volevo trovarlo di nuovo. Da sola. Doveva pagare in qualche modo ciò che ci aveva fatto. Era il mio unico fine. Non sarei stata in pace se non lo avessi fatto. Sono più testarda di te. Lo sai.

Feci quattro sedute da quella ragazza. (Siamo amiche sai?) (Ci sentiamo ogni tanto). Quattro volte ed il disegno della tavola era compiuto.

Adesso dovevo solo inventarmi come usarlo. E qui nasce la complessità delle cose. Proverò a spiegartela.

Domani.


Ti amo. Tua V.


6


Oggi 22 Giugno Sera


Micael, intanto grazie per la bellissima poesia “Guarda quanta attesa” . Mi meraviglio sempre di più di quanto scrivi per me e con quanta intensità ogni volta mi mostri il tuo amore. Grazie. Te lo dico ora perché raramente, per come sono caratterialmente, ti davo soddisfazioni ;ma te scrivevi sempre e comunque.

Grazie ancora Micael per l'amore che mi stai dando.


Devo però continuare il racconto di ciò che mi è accaduto. Non per altro è una necessità importante.

Andai a Roma due giorni dopo. Padre Alvaro aveva detto a chi di dovere che sarei arrivata. Mi avevano prenotato un albergo in pieno centro. Tutto pagato.

Già la cosa mi piaceva. Mangiai al ristorante dell'albergo. A metà Pranzo mi si sedette di fronte un uomo.

“Sarei da sola” Gli dissi.

Lui mi guardò quasi divertito, poi mi mostrò una strana tessera.

Compresi che era lui. Non posso dire il suo nome perché ancora Vivo. Mi disse di proseguire tranquilla il pasto ed ordinò pure lui. Poi prese dalla borsa delle foto e me le mostrò.

“Ti fanno schifo?” Mi disse.

Io gli risposi che niente mi faceva schifo, figuriamoci il sangue e gli mostrai il mio braccio pieno di cicatrici dicendo lui: “Esperimenti giornalieri”.

Sorrise. Poi mi disse che Padre Alvaro mi aveva raccomandata. Che non lo faceva mai. Mi spiegò che erano alla ricerca di persone come me.

“Come me come?” Chiesi.

Non disse niente. Mi lasciò un indirizzo. Mi chiese se potevo andarci con lui ‪domani mattina‬.

Gli chiesi cosa ci fosse da fare e mi rispose che avrei capito.

La cosa mi incuriosiva. Ho conosciuto molti uomini ma come lui, mai. (Non fraintendere Micael)

Molti ci provavano con mille scuse, lui voleva da me veramente altro.

La mattina dopo uscii dall'albergo e mi diressi a piedi verso quel luogo.

Era una bellissima casa. Direi un palazzo monumentale. Suonai il campanello ed una signora mi aprì. Mi fece accomodare. Dopo pochi minuti arrivò quell'uomo insieme ad una donna. La donna scuoteva la testa.

Mi presentò a lei. Io chiesi cosa dovessi fare. C'era troppo silenzio in quel palazzo. Mi dissero di seguirli.

Mi condussero per molte stanze. Aprivano porte e le richiudevano. Sembrava quasi un film.

Camminavo e mi chiedevo di continuo per chi mi avevano presa.

Poi Giungemmo dentro una camera molto strana. La donna mi prese per un braccio. Non mi piacque.

Mi sussurrò qualcosa.

“Sarai la solita imbrogliona” Me la ricordo la frase.

“Per cosa? Che volete che faccia?” Chiesi.

Vidi sul letto un vecchio. Ma poi compresi che non era così vecchio. Avrà avuto si e no quarantacinque anni. Ma era tanto sciupato. Era normalmente seduto sul bordo del letto.

L'uomo mi guardò e mi disse: “Se hai ciò che padre Alvaro dice capirai da sola” Risolvimi il problema.

“Risolvere il problema “ Pensai.

Si misero a sedere tutti e due. Io rimasi in piedi davanti a quell'uomo .

Non so perché Micael io sapevo cosa fare. Me lo sentivo. Come se la mia natura mi richiamasse a quello. Ed era solo l'inizio.

Ho una certa difficoltà a raccontarlo Micael. C'è al mondo troppa inflazione per certe cose. Quelle che poi succedono veramente non sono mai credute. Ma io mi limito a raccontarti la mia vita e te ci devi credere perché tu ormai , solo te sai cosa sono in grado di fare.(Anche se mai lo hai accettato)

Guardai quei due. Dissi loro: “Devo stare sola”

Non si mossero.

Allora mi tolsi la camicia. Videro il tatuaggio.

“Devo stare sola. Vuole salvarlo o no? Volete fare i guardoni?”

Credo gli diede noia.

Si alzarono, chiusero la porta e mi lasciarono li.

Osservai la stanza. Non credo ci fossero telecamere. Anzi ne sono sicura. Sennò oggi imperversava su internet. Compresi che erano persone per bene. Dovevo solo risolvere il problema.

Mi spogliai. Presi dalla borsa degli spilli.

Mi avvicinai a lui. Era immobile. Sfinito. Compresi che qualcosa lo stava prosciugando.

“Dimmi il tuo nome” Gli dissi.

L'uomo stette per dire il suo.

“No. Te li dentro. Il tuo nome.”


Mi disse “ Gaia”

Una ragazza. Pensai. Che ci fa lì?


Presi uno spillo. (Micael non dire niente). Lo infilai dentro la lettera G. Venne fuori del sangue.

Feci con la lettera A, poi la I, Infine la A.

Osservai quelle lettere di sangue colarmi fino all'inguine.

Poi qualcosa mi urtò. Ci fu come un balzo. Un vento forte. Direi una bella botta. Poi un respiro dentro me.

L'uomo cadde sul letto. Io mi inginocchiai per l'urto.

Compresi che l'avevo contenuta. L'avevo chiamata a me. Compresi senza imparare niente , tutto era già in me.

Mi vestii di corsa. Mi aprirono ed uscii.

Feci cenno all'uomo dicendogli di controllare se stesse bene il loro paziente. Mi mancava l'aria. Me ne andai. Cercarono di fermarmi. Dissi solo :Dopo” Ora no” “Necessario”

Andai lontano da quella casa.

Ebbi due soli pensieri.

Il primo: Che cosa ci faccio ora con te Gaia?

Il secondo: Micael, la tua ragazza è una esorcista.


Tua per sempre V.

CREDIMI

TRUST

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