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Come alla vista
Seppur leggiadro e promettente
Il Sorriso
fisicità dello sguardo altrui ,
Appare
Diniego di falsa speranza
Bastian contrario di tanta sopravvenienza
Come ghigno eloquente
Furbo si rancido e sagittabondo di morte ,
Mi Appare
Come quel rigagnolo d’ammarata fedeltà alla festa
Pieno di gente ignava e di triste facondia
Per Colloquiare del recondito parlare d’altrove ,
Appare
Bastian contrario di sopravvenuta eloquenza
Da un fosso atavico del passato promesso di vita palindroma
(Che Si che per nausea d’astruso costrutto)
Sento il mio animo
Verso terre arse ,
Libare
Come quel amore d’acrimonia futura
Fonte d’empatia di falsi malesseri
In fonte e gloria a colui che tanto inneggiato
Vi rappresenta
Per la fede
Con la fede
Nella fede
Così noi
poveri martoriati
Torturati
Abbandonati
Traditi
Obnubilati
Quasi morti
mai abbastanza
Un grido in più
Avremo un Dio di pari valore
Ferito
Eristico
Scarno quanto dolorante
E di miracoli sprovvisto
Che si ponga alla nostra miserevole altezza
Nel suo preconizzare mesto
E pertanto mi chiedo tracotante ed illegittima nel volgo
Se in fondo chi ha risolto la vita
Con la dimenticanza
Siano Sacofanti col cuore ed ampollosi di noia
Ed ancora mi dolgo nel mio benestare fuorviante
Domanda astrusa
Ma che demerito hanno
Gli stolti che han vissuto con lo sguardo d’abulica mancanza e quella voce querula ?
Nacqui il 29 febbraio del seicento sessanta sei
Dentro una culla di spine
Mi accolse il dolore
E quel dondolare
Tanto impavido
Mi ha resa indegna
Per tanta sete
Bevvi sangue dalla mia solitudine
Ho un Dio di MIO pari valore
Di sicuro è donna
E non mi prende la mano
Semmai me la estirpa
Però mi rende lieta di sapere
Che il vostro regno
E’ un cruccio che non mi riguarda
Come quell’amore fonte d’empatia di tanto malessere
Me ne andai da voi
Ma,
Le bacinelle d’acqua son riempite .
V.
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