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Ho due menti
Con una ci faccio manicaretti
brodi di giuggiole
prelibate cibarie
di squisitezze ingigantite
da aromi di tempi remoti
delizie
raccolte in certi campi di grano
quando Giuliva
e prostra alla terra
raccolgo sementa di gran turco
per alibi e passione di sorta
e nel mio sperperare alla vita
una naturalistica parvenza
mi diletto pure
ad echeggiare i venti
come postulati D'ancore di salvataggio
quali postille
scrivo
se mi sento poetessa
impazzo
se mi sento normale
nel nugolo dei normali
mi annuvolo
serena
ma si sa delle volte è d'uopo esserlo
a volte poi
sempre con la mente di cui al capoverso iniziale
guardo le stelle
cortese alla espellente loro fine
le osservo recedere il guizzo
quando cadono
ed esprimo come tutte le donzelle
notturne o diurne ma infelici
uno o più desideri
quali
d'esser meno macabra al volgo
o reticente al passante
che spesso mi mira arguto e curioso
ma io so schietta alla chiusura
si sa
ogni tanto
mi diletto pure
con le solite cose
le cose di sempre
quelle di tutti
le passeggiate al candore della veglia
e traccio sinuosi percorsi con lo sguardo
a quell'arbusto più che all'altro
e quasi pare
nel loro stato d'immobile tensione
tra il cruccio dello loro radici
se ne abbiano a male
per gelosia d'intento
Non sovente
bensì qualche volta
banchetto d'inezia
frasi
a questo o quello
ad un cameriere
oppure
ad un ristoratore di sagge pietanze
sebbene si
ad un muratore incline al drappeggio
di pareti
senziente nel loro rifinirsi
nuove
parola che rivolgo anche
a coloro che
guardandomi dal mesto stato di veglia
quasi silvestre
semmai carnevalesco
ammiccano un sorriso
atto
ahimè
procrastinato
a tendere ragione di convenevole incontro
come per sperare
in un tempo prossimo
presente
tendente al futuro
il loro desiderio
che io
possa
dare loro
una questua speranza
senza risposta tanto vacua
un annuire invano in pratica
tale discesa ripida
nel desiderio d'incontro
infine
sempre con la prima mente
mi diletto al fantastico mondo
del preponente
ma spesso temo che siano facezie per i miei gusti insani
e lascio perdere i disegni
di me nel oblio del tardo decoro
tracce al buonsenso del appassito gesto ,stanno .
Con l'altra mente
invece...
Uccido.
V.
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