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Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Mio Diario Demonio


(My Demon Diary)


Diario astrale dei cazzi miei

Costellazione delle ovaie perdute

Nebulosa della piccole labbra


CAP 2-1


Giorno secondario dei primi secoli


Micael, Ciao. Immagino i trambusti che ho attivato laggiù in quella bella famigliola?

O forse no.

Chissà.

Comunque oggi ti lascio stare. Basta rivelazioni. Sennò alla fine non mi leggi neanche più.

Ed io non voglio questo.


Ti volevo raccontare di una situazione divertente che mi era capitata a Milano. Proprio i primi mesi che mi sono trasferita. Tu venivi in su e giù con la macchina anche , come ricorderai volentieri.


Non c'eri quella settimana. Ero in un negozio di libri. Sai non adoro leggere troppo. Io osservo. Prendo da li.

Ero li quasi divertita a leggere delle cavolate esoteriche che vendevano.

Mi ero soffermata giusto per la curiosità di capire quanto vi prendevano per il culo.

La gente scrive della magia come fossero ricette per pasticcini al forno.

Avete troppa facilità.


Comunque stavo li. Il turno al locale era saltato. Non per colpa mia. Dovevano fare degli inventari.

Avevo la sera libera.

Mi si avvicina uno. (Ora non incazzarti).

Mi guarda. Io neanche lo considero. Mi volto e leggo sempre tra i titoli se scovavo qualcosa di meno stupido della stupidita intrinseca.

Mi fa :” Scusa?”

Io mi volto. Sono vestita tutta di nero. Anfibi. Jeans neri strappati alle ginocchia, Chiodo.

In pratica come spesso mi hai vista e conosciuta.

Io rispondo con cortesia.

Al che lui mi chiede se fossi interessata alla magia. Dato che mi vedeva li da un po a sfogliare questo e quello. (Mai che si facessero i cazzi loro).

Dico di si. Mi piace l'esoterismo (mento) Io faccio ben altro. Poi proseguo dicendo che non sono molto pratica di quelle cose e che era solo per curiosità.

Mi volto e vado verso l'uscita del negozio.

“Scusa!” Mi dice ancora.

Mi volto di nuovo. Sto per innervosirmi.

“Che c'è?” Gli dico.

E lui mi racconta che quella sera presso un cinema, c'era un convegno di maghi , persone dell'ambiente; ed anche lui aveva iniziato da poco vari studi magici che adesso non ricordo esattamente. Credo Sulla Magia definita bianca.

“Bravi” Dissi lui.

“Perché non ci vai? Casomai ti interessa? Non ti chiedo di venire con me.”

Questo suo modo gradevole non mi dispiacque. Non ci sarei mai andata con lui.

Poi, vuoi per la curiosità che dentro un cinema a Milano facessero un convegno magico, avrei potuto esimermi dal non andare?


Sta di fatto che senza neanche cambiarmi o truccarmi, dopo essere passata dal locale per posare la borsa, andai nel luogo che quel ragazzo mi aveva indicato.

L'ingresso era libero. La gente era vestita sia in modo normale, sia strano. La sala era quasi piena.

C'era in posto libero in quarta fila. Mi misi li. Poi si spensero le luci.

Pensai, non è che ho preso una inculata e fanno un film o uno spettacolo per bambini?

Poi entrò un signore, piuttosto anziano e tutta quella gente lo applaudì. Deve essere stato famoso.

No Micael, so cosa stai pensando ora non era Silvan. Non mi far ridere.


Questo tizio, cominciò a parlare della magia nei tempi dei tempi. Due filippiche inutili per un ora.

Ma io ascoltai tutto.

Se vuoi conoscere certe cose, devi anche sopportare quello che gli altri pensano di conoscere.

Mi chiedevo tra me e me quando questo tizio passasse alla pratica.

Che ci ero venuta a fare? A sentirli parlare per la stesura di un nuovo ennesimo libro?


Niente.


Passò un'altra mezzora. E parlava. Poi arrivò sul palco un suo collega.

Pensai “ Ora tira fuori il mazzo di carte e fanno i giochetti”

Non ne potevo più. Ma chi stava attorno a me li inneggiava. Parlavano di magia ma non facevano niente.

Al che mi innervosii. Mi alzai e andai via.


“Signorina il convegno non è finito? Non le interessa?” Giunse famelica (per me) quella stupida voce.


Mi voltai e ci fu silenzio in tutta la sala.

Non volevo dire niente. E non dissi niente. Solamente “Ho il ciclo devo andare”


“Una scusa femminile classica . Ha forse paura di questi argomenti” Rispose.


NON L'AVESSE MAI FATTO.


Mi volta verso di lui e gli dissi: “Sono venuta qui per vedere magia ma avete parlato solo di cazzate! Ecco il vero motivo per cui me ne vado” . Ed andai verso l'uscita.

“Aspetti!” Disse quello.

“Che cosa vuole che le mostri?”

Al che un lieve sorrisino apparve nella mia bocca. Tornai fino alla prima fila e gli risposi.

“Quello che vuole. Sono curiosa di vedere se a parte la dialettica, sapete fare altro.”

Uno da una sedia vicina mi rispose.

“Signorina lei sa fare altro?”

“No guardi non è il caso. Sono molto scarsa” Gli dissi.

“Attendo che il gran capo lassù mi sorprenda. Su coraggio. Mi faccia sta magia”


Quell'uomo preso un po alla sprovvista, pensò un attimo. Poi indicò un signore.

“Lei laggiù con il cappello. Si lei. Si chiama Marco vero? “

L'uomo annui.

“Non ci conosciamo vero? No perché potrebbe essere un trucco”

L'ometto annuì ancora.

“Lei ha un portafogli di color marrone con dentro, mi faccia pensare, 35 euro! Me lo conferma?”

L'uomo si frugò in tasca ma non trovò il portafoglio.


“Cerca questo? Gli disse. “Posso ? “ E tirò fuori i 35 euro dal portafogli. Poi fece un sorriso a me ed alla gente che lo applaudiva.


Rimasi basita.

Gli avrei cagato nella sala.


Davvero. Alzai le spalle e gli dissi “Ma bravo! Ma che Magone! Guardi mi sono ricreduta. Qui a Milano devo stare attenta! Siete tutti magici!”


“Lei sa fare di meglio?” Rispose.


Micael tu lo sai. NON MI SI DEVE SFIDARE. Infatti abbassai le mani.

Presi e mi voltai dicendo sottovoce “Lasciamo perdere”

“LA SIGNORINA HA PAURA” Vociò. E tutti risero.

E li, come avresti detto te Micael : Furono cazzi oscuri.

Parlai

“Prima una cosa Maghetto del cazzo! Le formule voi le leggete sui vostri i librini insulsi e spiacevoli. Libri che hanno solo il demerito di rubare soldi alla povera gente che vuol credere a qualcosa perché sta male. Io le Formule le creo. Razza di idioti.

Alzai una mano, feci un gesto. Il primo bicchiere d'acqua sulla scrivania dove lui stava partì di scatto e si infranse sulla parete sinistra.

Poi feci un 'altro gesto, la bottiglia si sollevò, in modo che tutti quegli imbecilli potessero vedere, e la spinsi dall'altro lato. Non si ruppe. Rotolò. La risollevai con un altro gesto e la feci schiantare distante da loro su un lucernario.

Quando con il semplice gesto di un dito , dalla distanza di 5 metri feci muovere la cravatta dell'illustre idiota e la tirai, lui cadde in modo goffo sulla prima fila.

La sala era già mezza vuota dal fuggi fuggi generale, quando le sedie vuote cominciarono ad agitarsi come forsennate. Che carini quei vecchi cinema. Ora con le poltrone al massimo posso dargli fuoco.

Due minuti.

Nella sala non c'era più nessuno.

Mi misi in prima fila ad osservare il niente. Mi accesi una sigaretta. Poi l'occhio mi cadde sul cartello affisso sul lato destro : VIETATO FUMARE

Feci un gesto con la mano che lo scardinò andandosi a conficcare vicino ad una poltrona di legno.

Feci il primo tiro e cominciai a tossire dal ridere.

Pensai “ figurati se questi scemi lo raccontano in giro , sai che figura di merda ci fanno. “


So anche essere simpatica come vedi con le persone . Giusto Micael?


Alla prossima.


Tua Valentina

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