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Diario Di Micael
Oggi Lunedì 23/09/2019 ore 15:03
ore 16:15
Sono successe molte cose da Sabato mattina ad oggi. Avrete notato la mia assenza e comunque i miei ingressi sporadici.
Non ho avuto tempo ne di spiegare ne di scrivere e me ne dispiaccio perché so quante persone tengono a Valentina. Io alla fine non ho legami con nessuno di voi ma Lei si.
Purtroppo Sabato mattina prestissimo abbiamo fatto l'evocazione.
Non so come raccontarla. Con i dialoghi sinceramente non mi va. Inoltre dato, che come scritto in un commento , ho certe dita ferite, ci sto mettendo una vita a scrivere tutto questo.
Cercherò di essere più coinciso possibile.
Sappiate che non sono più in quel paese ma sono andato via. Ero nella loro questura di sede provinciale stamani a sbrigare delle pratiche.
Partiamo da sabato.
Mi ero promesso di non voler fare più queste cose e puntualmente ci sono ricascato.
Vuoi perché a Valentina difficilmente si può dire di no. E' qualcosa di molto forte che non riesco a contenere. Intendo l'oppormi a lei.
Valentina mi ha spiegato tutto quello che dovevo fare quella mattina di Sabato.
Spero di essere chiaro. E spero che la scrittura sia lineare. Ora che le mani mi fanno molto meno male devo approfittare per scrivere.
Tanto dolore più, dolore meno. Ormai non sento più niente.
Quando l'evocazione è iniziata era mattina. Eravamo solo io e lei. Come sempre ha desiderato che fosse. Io e lei come persone fisiche. Poi da quanto mi diceva ciò che ha dentro ci sosteneva per il contatto.
Reticente come sempre mi sono limitato a seguire le sue indicazioni.
Valentina mi ha preso le mani e siamo rimasti legati così per tutto il processo.
Non starò a spiegarvi le formule e le cose che diceva. Sinceramente non ci capisco niente.
Dopo pochi minuti l'ho sentita chiamare il nome di Jacopo. Lei lo chiama così. Non Dark.
Poi l'ho vista concentrarsi. Non accadeva niente. Per un po di minuti c'era silenzio.
Io non sapevo se pensare a lui o ad altre cose. Poi dopo un po' è accaduto.
Le dita di Valentina che si univano alle mie hanno cominciato a tamburellare. Senza mai staccarsi l'una dall'altra, la sentivo tamburellare sulle mie dita.
Un ritmo strano , direi insolito per una seduta. Poi ho compreso che Jacopo stava cercando di farci capire che era lui.
Poi ha smesso. Valentina ha aperto gli occhi e ha sussurrato sorridendo il suo nome.
“Jacopo”
Poi ha chiuso gli occhi di nuovo.
Un brivido mi è entrato dentro all'improvviso.
Poi lei ha parlato. Credetemi era lui. Era Jacopo anche se la sua voce era diversa come distanza. Come fosse distante. Non so spiegare. Fosse tramite lei ,ma distante. Scusatemi è tutto molto strano e doloroso.
Valentina rispondeva per lui.
Le parole che ha proferito, le prime.
“Non ti devi scusare Valentina”
Allora ho compreso che lei, mentalmente gli aveva chiesto scusa. Solo che io non lo sapevo.
Poi Valentina senza aprire gli occhi ha detto il mio nome.
“Micael” Con la voce di Jacopo. Ora mi pareva più vicino. Però non so spiegare.
Non potendo muovere le mani perché strette a quelle di Valentina, non ho potuto asciugarmi delle lacrime. Lacrime avvenute dopo uno sbuffo. Una emozione incredibile che ancora adesso che scrivo mi prende in pieno.
Io allora , la prima cosa che gli ho detto: “Mi dispiace ho fallito. La promessa. Non ce l'ho fatta.”
Ma lui ripeteva “Micael”
Poi ho sentito ma non da Valentina. Pareva dentro me. Non saprei definire.
“Sono io che ti ho forzato. Hai fatto tantissimo per loro. Te ne sarò sempre grato. Salutami le mie ragazze”
E giù lacrime.
Non sapevo cosa mi stava accadendo. Emozioni scorrevano strane.
Poi è accaduto qualcosa che nessuno di noi poteva immaginare.
Tramite Valentina, Jacopo ha detto parole che all'inizio non potevo capire. Solo dopo pochi istanti ho realizzato.
“Una bambina qui? E 'la tua? E' molto carina Micael.”
Un gelo. Un attimo per capire. Sembrava tutto ovattato. Mi solo girato verso la porta di ingresso della sala ed ho sentito una voce.
Diceva parole che io ormai conoscevo bene. In italiano potrei tradurla così “MAMMA”
Non era possibile. Aylen era arrivata alla casa. Ci era riuscita. Nonostante Valentina mi avesse detto che c'erano di nuovo le protezioni, nostra figlia era li davanti a noi.
Poi è successo di tutto. Ho sentito Valentina proferire in un sacco di lingue questa parola “MALATTIA”
Il suo volto era impietrito. Aveva gli occhi aperti e la sensazione , la mia sensazione fosse quella di cercare di contenere ciò che aveva dentro.
Le sue unghie si sono conficcate nelle mie mani.
Ho urlato. Ho staccato il contatto. Che dovevo fare? Ho dei solchi sulle dita. Poi non so cosa sia successo. Io sono svenuto. E non ho più seguito ciò che accadeva.
Credo che Jacopo/Dark abbia spezzato il contatto.
Mi ha svegliato Aylen dopo un po. L'ho guardata ed ho pensato il peggio. Le ho chiesto : Where is ?
Lei mi ha risposto “Gone” Andata.
Allora le ho chiesto di nuovo “WHAT'S HAPPENED?” La controllavo intanto. Era illesa. Stava bene.
Lei ha solo risposto “Dont' know. She's Gone.
Io le ho chiesto se le aveva detto qualcosa. Lei ha fatto un cenno di diniego.
Era passata un ora. Cosa fosse accaduto in quell'ora non lo saprò mai se Aylen non mi aiuta. Sembra un po bloccata ma neanche troppo. Come se tutto questo per lei fosse normale.
Ho Cercato Valentina per tutta casa. Non è che ci ho messo molto per capire che non c'era proprio più. Poi ho trovato su un tavolo quella poesia che ho messo in rete . Scritta a mano da lei.
Senza nessun riferimento a me comunque.
Ho pensato che fosse arrabbiata con noi. Per il rischio che abbiamo corso. Ma come potevo sapere che Aylen fosse venuta li. Io non lo sapevo. Non glielo ho detto io. Questo vorrei che Valentina capisse. Ma non mi leggerà mai.
Mi leggerete solo voi ed ora sono di nuovo solo. Siamo soli di nuovo.
Sono stato all'ospedale di Edimburgo. Poi Domenica sera come sapete c'è sempre un raduno di tutta la gente del paese.
Io ho voluto parlare dell'accaduto e forse loro volevano che io lo dicessi.
Ho detto loro.
Ho chiesto loro se avevano idea di dove fosse andata Valentina.
Ho chiesto a loro se mi potevano aiutare.
Ma nessuno parlava.
Cazzo. Nessuno.
Allora ho detto loro che me ne sarei andato a cercarla alla cieca.
Allora qualcosa tra quella gente è cambiato. I nonni di Aylen si sono avvicinati. Mia figlia mi stava accanto ma loro l'hanno chiamata a se. Si sono detti delle cose.
Poi Aylen si è avvicinata a me e mi ha dato la mano.
C'erano tutti. Anche le forze dell'ordine. Il sindaco. Tutti. La nonna o presunta tale di Valentina mi ha detto una cosa meravigliosa.
“Follow your dream “ ed ha indicato la bambina.
Non capivo. Poi la vecchia signora ha detto ad Aylen qualcos'altro.
E la bambina , mia figlia mi ha detto “Andiamo. Vengo con te.”
Al che sono rimasto sorpreso. Ma molti di loro hanno sorriso.
“Vieni con me? E come si fa? I documenti il resto?”
Allora la nonna di Aylen mi ha fatto una carezza. Non so perché. Ma l'ha fatta. Io non sapevo cosa dire.
Poi ho capito che tramite l'istituzione di li e della questura mi davano un lasciapassare per farla venire con me ; e mi davano istruzioni su come fare a dichiarare la paternità.
Non ci ho capito molto e devo fare molte cose. Mi sto facendo aiutare da un avvocato di li che si è preso cura della nostra situazione.
La mattina di oggi ho svolto delle pratiche nella loro questura. Poi devo andare in altri uffici.
Ieri però, ieri sera intendo, la nonna di Aylen oltre a dirmi che si fidava di me e di non preoccuparsi, mi ha sussurrato un luogo.
Forse Valentina è andata li? Ho pensato? Ma mente lo pensavo mi è venuto in mente “Ma come faccio per la scuola di Aylen? Come posso fare? Ecco perché ancora sono nelle vicinanze. Ora ad Edimburgo insieme a lei. Per capire come muovermi. Per poi partire a cercarla.
Si perché io non sto qui fermo ad aspettare che non arrivi. Non ci sto più. Me lo sento che non tornerà li.
Ma tanti i problemi da affrontare. Ripeto. La scuola e l'istruzione della bambina. Io che devo riconoscerla senza la madre. Non per ultimo il lato economico. Come ci sosteniamo se partiamo da li?
Oggi ho qualche soldo ancora e siamo in un albergo ad Edimburgo. Ma domani?
Le mie dita hanno reagito bene anche se l'ho scritta in due volte.
Mi dispiace per ciò che è successo. Per tutto quanto. E sinceramente adesso sono molto in confusione.
M.J
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