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Diario di Micael

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Diario di Micael


Oggi 29 agosto dell'anno 2019 ore 14:58


Premessa

Raccontare ciò che è accaduto, parlarne in un Social, credo perda la sua importanza primaria.

Ma sono in debito con tutti voi. Voi che mi avete seguito da quando ho aperto il profilo ormai un anno fa.

Vi ho raccontato tutto di me, di noi, del mio rapporto con Valentina con Jacopo e Samuel.

Quello che è accaduto, so che dovrebbe essere una storia privata , ma io ho sempre scelto la coerenza. Ho sempre detto che avrei condiviso qui, ogni cosa . Così farò.

Sono consapevole che Valentina un po è restia a tutto questo ma stranamente, Lei vuole che io lo faccia. Mi anticipa in ogni azione e nella mail di ieri non mi dice niente sul fatto di non pubblicare.

Ritengo che comprenda , che il mio modo di esprimere al mondo, sia così. Sia scrivere alla gente. Il mio ruolo è questo; e per coloro che diranno : “Micael ma perché racconti i fatti vostri?”

Io direi loro: avete ragione ma tutto questo è giusto per tutti quelli che sperano in qualcosa.

Pertanto vi racconterò nei dettagli cosa è successo ieri e stamani dopo la mail di Valentina.

Questa storia vera, come tutte le cose che si diffondono nei Social, non ne avrà tale valenza, ma non importa. Io so che lo è; qualcuno di voi sa che lo è. Questo è importante;per chi mi crede e tenta di volermi bene. Di volerci bene, per l'esattezza.

Detto questo, quando ho postato la riga che preannunciava che era arrivata la mail di Valentina, avrete notato che non l'ho pubblicata subito.

Leggendola ho dovuto aspettare Dimitri, il fatidico fattore della casa di Valentina. Perciò tutto quello che comporta, uscire da casa di Aylen, cercarlo; non trovarlo subito. Chiedere in giro. Andare a vedere se era al bar. Insomma un tempo tecnico che talvolta accade per le cose.

E stava facendo buio.

La frase di Valentina da un lato mi rendeva felice. “Una casa!” Mi ero abituato a dormire ovunque , ultimamente. Forse anche per uno come me, la parola “Casa” In quel momento mi stava a cuore.

Sempre se mi ci vorrà dentro, ovvio. (Conoscendola non si sa mai , pensavo).

Queste mie supposizioni di ieri mi passavano per la testa e se ne andavano veloci.

Come la preoccupazione delle sue parole dove mi sottolineava che la casa era nel bosco. Che era distante.

Ora io vi dico, sono un amante dell'horror e lo sapete; amo pure passeggiare; ed anche questo lo avete intuito.

Ma ieri mi sono chiesto, come cazzo fa , si; come fa a trovare case in posti così. Sarò più chiaro nei vostri confronti e di chi mi legge in questa lunga pagina del nostro diario. (Siete avvertiti).

Ieri verso sera, dopo che ho trovato Dimitri ed ho detto lui quelle parole; (E qui Valentina si diverte sempre a farmi o indovinelli o mettermi in situazioni ridicole/ imbarazzanti ).

Ieri dopo la quarta volta che ripetevo quelle frasi, il buon Dimitri finalmente ha compreso.

Sincero? Ho la netta sensazione che lui è Valentina mi prendessero per il culo con queste cose, ma lasciamo perdere, Erano pensieri di ieri, ormai svaniti.

Mi ha condotto verso la casa. Non aveva chiavi. O forse non me le ha mostrate. Doveva solo farmi vedere dove si trovava.

Perciò ci siamo inoltrati nel bosco. Dovete sapere che qui, dove abitiamo, la natura è molto selvaggia; chi ama i luoghi che paiono inesplorati ed in fondo lo sono ,può capirmi.

Entrati nel bosco mi indicava di andare dritto.

Il sentiero finiva dopo pochi metri; perciò pensate voi, una casa dentro un bosco , nel quale mai pensavo di entrarci ; ma non perché non amo esplorare; perché nessuno mi aveva mai detto di andarci ; vuoi perché sono sempre stato impegnato o con la bambina o con i vari lavori. Domeniche incluse .


Abbiamo proseguito senza sentiero al buio. (O quasi). Lui conosceva la zona, io no.

“Sei sicuro? “ Chiedevo nella loro lingua.

Dimitri rideva e proseguiva tra gli alberi come se nulla fosse. Comunque comprensibile per chi vive li da sempre. Io ero abituato alle Viuzze Fiorentine (al massimo).

Soprassediamo.


Ad un certo punto questo ragazzo si blocca. Mi indica di proseguire .

Allora in inglese cerco di chiedere lui che dovevo fare. Perché si era fermato.

Insomma per farvela breve , Lui non se la sentiva più di proseguire.

Ho tentato di dirgli frasi del tipo : “Ma scusa? Di cosa hai paura? Non la gestisci te?” Non credo in inglese mi abbia capito. Nel loro idioma neanche; ma temo per colpa mia.

Poi ho riflettuto e pensato che lui gestisce si , la casa; ma quando Lei non c'è.

Allora , dato che era notte e non vedevo più niente, solo e con il cellulare, ho fatto luce tra gli alberi ed il terreno .

E sono andato più avanti.

Mi voltavo indietro per vedere se Dimitri era ancora li. I suoi gesti prima che io partissi da solo, furono mantenuti. Aveva detto che non si sarebbe mosso. Che mi avrebbe aspettato. Li rimase.

Arrivai davanti alla casa.

Non starò ora a descriverla. Sennò vi annoio. Era tutta buia. Nessuna luce.

“Che faccio? Busso? Chiamo Valentina?” Pensai.

Mi pareva di essere scemo , li immobile a cercare di guardare dentro le finestre.

Tutto completamente buio.

Ho dedotto che non ci fosse e sono tornato indietro.

Ora mi direte, “Micael sei un fifone di nulla”

Io vi vorrei rispondere: “trovatevi voi in mezzo ad un bosco ,la notte senza un sentiero , con una guida impaurita e con la possibilità di trovare una ragazza non proprio nella norma.”

Erano passati anni luce dall'ultima volta che l'avevo vista.

Insomma si lo ammetto. Ho avuto vari tipi di paura. Ma non solo quella del buio. Anche di vederla o di perdermi di nuovo, nel caso quel ragazzo fosse andato via. Vatti a fidare della gente.

Perciò ho dedotto che non ci fosse e sono tornato indietro.

Ho detto a Dimitri che ci sarei tornato domani di giorno. La mattina prestissimo. Parole mie testuali che non avrà sicuramente capito in italiano “Qui non si vede un cazzo.”

Ok, potevo bussare ma sapete quando non vi sentite pronti per qualcosa, anche se avete agognato anni per averla vicina e per ottenerla?

Ecco così.

Torno in paese e vado in un locale dove c'è linea. Uno dei pochi. Rimango lì fino alle 02:00 a pensare.


Passiamo alla mattina dopo. Cioè oggi.

Sveglia alle 05:30- Non chiamo Dimitri.

Guardo nella cameretta di Aylen. Dormiva.

Prendo e mi incammino di nuovo per il bosco. Prima faccio colazione al bar.

Prendo la via del poco sentiero.

Ovviamente mi perdo. Fare un percorso di notte e farlo di giorno , porta percezioni diverse.

Mi incazzo, quasi bestemmio, comincio a rassegnarmi. Cammino due ore, ma forse più. Su e giù per questo cazzo di bosco.

Alle 09:05 la trovo.

Credevo fosse una illusione. Ma la trovo. Non mi chiedete come. L'avevo davanti.

Se scrivo strano oggi, portate pazienza. Ho una emotività un po accelerata. Non starò a correggere i verbi tra passato e presente. Si fa un tutt'uno, suvvia.

Davanti alla porta che la notte prima non avevo osato affrontare, sto per bussare quando un “Vieni”

Mi ghiaccia.

Se non sapessi che è tutto vero, ci potrei fare un film.

Apro la porta, bella ma tanto pesante.

“Posso?” Valentina sei qui” Le parole che mi sono uscite tra l'emozione e lo stress del tragitto.

“Chiudi”

Ciò che mi arrivò all'udito.

Chiusi la porta. E quando mi girai di nuovo. Me la trovai a due metri.

“Finalmente” Le dissi.

Ok che dovevo dire? “Buongiorno?”

Lei mi guardò. Era in piedi. Un vestito nero dei “Suoi” Molto lungo.

“Micael”

ed io

“Ciao Valentina “

Allora, come dirvelo.

L'emozione dell'incontro dopo così tanti anni non è al momento descrivibile.

Poi perché avvenne altro che me la storpiò, quell'emozione.

Valentina si avvicinò ad un palmo. Mi guardò con quei suoi occhi che tanto avevo pensato in ogni poesia a lei scritta quando era distante. Sembrava tanto romantico l'incontro.

Mi disse: “Stai fermo”

Non compresi all'inizio.

Lo ripetette.

“Stai fermo Micael. Fermo”

Aveva capelli lunghissimi neri. (Li ha tuttora). (Scusate sono un po’ di fuori )


Rimasi impietrito. La guardavo e tremavo per l'emozione. Dopo tutti quegli anni di attesa , mi pareva il minimo non trovate?

“Fermo”

Mi disse ancora.

Ma io non riuscivo a stare troppo fermo. La guardavo in tutta la sua bellezza. Era più bella di quanto potessi immaginare. Pareva più giovane dell'ultima volta che l'avevo vista.


Valentina fece una cosa strana.

Avvicinò la sua bocca al collo.

“Non mi dire” Le dissi.

Volevo fare una battuta. Rispose con “Possibile che non riesci a stare immobile Micael?”

Mi annusò. Credo. Forse qualcosa di simile .Non compresi all'inizio. (Ma neanche ora in effetti )

“Ma che fai?” Le dissi.

Rispose con una frase agghiacciante. “Deve conoscerti”

“Ah ecco” Le dissi.

Mi scappò quasi da ridere e credetemi non conviene con lei. Soprattutto in certe situazioni.

“Mi aiuti o no?” Mi disse.

“O fai il cretino?”

Io risposi. “Sto fermo.”

Poi mi mise le sue mani sulle spalle. Una per ogni spalla (perciò due )

Io sono leggermente più alto.Mi strinse le spalle con le dita. Forte. Molto forte.

“Fermo” Disse.

Io non sapevo che stava facendo.

Poi cominciai a sentire le sue unghie penetrarmi dalla camicia, sulla pelle.

“Mi faresti male così Valentina.”

“Fermo!” la sua solita affermazione.

Allora chiusi gli occhi.

“Guardami” disse.

Tra me e me pensai “ Ok ho capito; non posso fare un cazzo che vengo contrariato”

Questo me lo sono tenuto per me però.


Mentre le sue unghie affondavano ancora di più sulla pelle, ho cominciato ad avere paura.

“Che devo fare? Valentina” Le dissi.

Lei chiuse gli occhi. Poi li riaprì. Mi diede una spinta verso la porta.

“Fermo” disse.

Pensai “Ottima cosa non aver più le unghie nelle spalle. Pazienza per la botta alla porta.

Anche questa me la sono risparmiata.

Chiuse gli occhi di nuovo. Mi diede una spintarella .

“Ora vai. Torna domani.”

“Eh?”

Fu la mia risposta. Cioè cercate di capirmi.

“Vai Micael. Graduale. Vai.”

Mi voltai , aprì la porta. Chiusi gli occhi un attimo. Ebbi paura mi potesse saltare addosso. E non nel senso che potreste pensare io voglia. (Purtroppo).

Chiusi la porta tra me e lei. Non accade altro.

Anzi si.

“Ciao Amore” mi disse. Tra la porta e noi ,sentii le sue parole.

E li strinsi i pugni a me. Come per gioire. Ero in uno stato confusionale pazzesco. Ma l'avevo vista.

Valentina era tornata.

Valentina era finalmente tornata.

Anzi E' tornata .

In fondo sono passate poche ore da questa mia scrittura.


Comunque intrapresi il cammino di ritorno.

Un'altra ora per trovare quella cazzo di uscita. Arrivo in paese vado in farmacia. Prendo delle cose per le ferite sulle spalle.

Bruciava un po’ ma ero troppo contento per l'accaduto. Nella sua stranezza di sempre con lei. Ma accaduto.

Mi faceva male un po la testa. Forse la craniata alla porta. Grazie Valentina dell'impeto.

Scendo in città . Vado all' Internet-point (dove ora sono ) e scrivo ciò che ora state leggendo.


Come dire “NON TROPPO MALE LA PRIMA”


Domani torno da lei. Ho molta voglia di vederla. Non mi importa se mi lusserà un ginocchio o un gomito. In fondo lei si è cautelata. Me lo ha sempre detto. Devo correre i miei rischi.

Che dirvi ancora?

Confuso e felice?


La butto li

Contuso e felice.(Battutona)


Micael Jackobs

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