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3 Settembre 2019 ore 17:30
Scrivo dal programma note del mio cellulare. Mi dimetteranno a breve dall'ospedale dove sono stato portato la mattina del 01 settembre. In questi due giorni non spesso sono stato interamente cosciente. Aylen so che usava il cellulare per conto mio. Una delle poche cose che le sono riuscito a dire prima di svenire di nuovo quella mattina.
Ora che sto un po' meglio e spero nelle mie dimissioni a breve, prendo questo tempo per raccontarvi cosa è accaduto tra la notte del 31/08/2019 e la mattina del 01/09/2019.
Intanto voglio prenderla a ridere dato che in mano ad Aylen mi ritrovo scaricato nel cellulare il gioco Pokemon. Dopo comunque quando vi posto questo scritto , leggerò le chat e se qualcuno mi ha contattato, preoccupato per l'accaduto.
Come ben sapete il 31 agosto di sera alle 21:00 dovevo portare la cena a Valentina. Dovevo affrontare per l'ennesima volta in una giornata quel maledetto bosco. Mi ero avvantaggiato partendo un po prima. Alle 21:20 ero riuscito a trovare la casa. Ho avuto momenti di disperazione ma alla fine ci sono riuscito.
Ho aperto la porta, dato che mi sono tenuto la chiave. Valentina stava li distesa nel letto, senza dire niente.
Era sempre febbrile. Scottava molto. Mi sono avvicinato piano. Dovevo comunque svegliarla per farla mangiare.
Mi ha visto e mi ha sorriso. Finalmente ho pensato che le cose potessero iniziare ad andare per un verso migliore degli ultimi tempi.
Ha preso il sacchetto con il cibo che le ho portato. Io mi sono allontanato per andare via. Il pensiero di affrontare il bosco di nuovo , mi preoccupava di meno. Il mio compito lo avevo fatto.
“No Resta qua stanotte” La sua risposta.
Mi si è aperto il cuore interamente. Era la prima volta che sarebbe accaduto. Ho preso la sedia che era comunque rimasta nella stanza e mi sono messo a sedere accanto al letto.
Valentina ha iniziato a mangiare e credetemi, meno male non ci legge , mangiava come un animale.
Se poi un giorno leggerà questo post, spero che si faccia due risate.
Finito in cinque minuti tutto quello che le avevo portato, si è stirata e chiudendo gli occhi mi ha detto: “Riposati Micael. Avrai fatto il tragitto tante volte.”
“In effetti sono un po stanco” Le risposi.
La guardai addormentarsi di nuovo. Rimasi immobile per dieci minuti; poi data la stanchezza, la giornata pesantissima, ho chiuso gli occhi pure io. Seduto su quella sedia mi sono addormentato li.
Non so cosa accadde dopo .Mi pareva di sognare ma la prima immagine che mi apparve era Valentina che mi spingeva verso il muro.
Probabilmente in pieno sonno non compresi molto all'inizio, poi mi sentii sollevato. Non molto. Non è che stavo a misurare in quel frangente ma non avevo i piedi per terra. Mi aveva preso di peso e sbattuto al muro.
Non riuscivo a capire se stavo sognando o era realtà.
Vedevo Valentina che mi teneva un po sollevato e continuava a sbattermi al muro. Le spalle cominciarono a farmi male quando compresi che era tutto vero.
Mi guardava in mondo molto cattivo, violento, direi famelico per farvi capire il senso del momento.
Le sue parole mi echeggiano tutt'ora nella mente.
Mi sono rimbombate per due giorni anche quando vedevo gli infermieri passare nella mia stanza ed esaminare il mio stato.
Mentre mi teneva sollevato da terra e mi sbatteva di continuo al muro diceva : “Fame, Fame, Fame”
Non so quante volte ho sentito le mie spalle infrangersi su quel muro. Cercavo di tenere la testa avanti per non farla battere contro il muro stesso.
Probabilmente l'urto continuo mi ha fatto andare all'indietro anche con la testa ed ho battuto forte più volte.
Ho cercato di dirle qualcosa. Mi pare frasi del tipo : “Sono io Valentina ! Sono Micael”
Ma non è servito a niente. Mi sbatteva come se nulla fosse contro quella parete.
Ho cercato di ripararmi con le braccia. Non volevo colpirla. Non riuscivo a farlo.
Poi ha cominciato a graffiarmi. Dovreste vedere le mie braccia adesso. Poi non mi ricordo più niente. Ho perso i sensi dopo l'ennesima botta ricevuta .
Mi sono trovato disteso nel bosco non so quanto tempo dopo. Non ho ancora capito se sono riuscito a fuggire, ma non credo. Forse Valentina è rinsavita e mi ha mandato fuori o messo lei stessa. Questo se sarà il caso lo verrò a sapere.
Disteso tra l'erba ci ho messo un attimo per capire dove ero. E' stato più l'odore del fresco notturno che l'orientamento a farmi capire che ero fuori dalla casa. La testa mi faceva male tantissimo.
Mi sono toccato una gamba, poi l'altra. Non mi facevano male. Poi ho sentito in tasca il cellulare.
Era spento. L'avevo spento io un secondo prima di entrare da lei. Questo me lo ricordo. Non volevo che le desse alcuna noia.
Il cellulare era intatto. Con grande difficoltà l'ho acceso. Poi ci ho messo un po a trovare i numeri per il codice di accesso. Gli occhi mi lacrimavano. Erano annebbiati.
Ho visto l'iconcina di whatsapp . Sono entrato nella Chat. Ho scritto ad Aylen. Forse era ancora sveglia.
Poche parole ma significative.
“HELP IN THE WOOD CALL DIMITRI”
Credo di aver riperso i sensi quando due persone mi hanno preso di peso e portato via da li.
C'era anche la bambina. La sentivo chiamare il mio nome.
“Sto bene” Le dissi. Ma mentivo. Non stavo bene per niente. Mi martellava la testa e la schiena faceva un male tremendo. Non riuscivo a camminare.
Mi ricordo che in due mi sostenevano mentre camminavamo verso l'uscita di quel bosco. Era mattina.
“Avvisa miei amici Facebook. Tieni il cellulare” Mi ricordo averle detto. O comunque qualcosa di simile . Non ricordo esattamente .
Credo vi abbia avvisati. Per un momento ho pensato di morire. Di scomparire per sempre. Ho creduto che non avrei scritto più. Che non avrei avuto più una famiglia. Che non l'avrei amata più. Che era la peggior fine potessi augurarmi tra Valentina e me. Dopo tanta attesa e fatica . Dopo che ci eravamo trovati di nuovo mi accadeva tutto questo . Ero disperato.
I momenti che mi ricordo i giorni dopo sono molto lontani nella mia testa .
Mi hanno dato antidolorifici. Anche cose per dormire. Ho dormito molto.
Vedevo nella penombra Aylen che ogni tanto veniva da me, mi guardava, prendeva il cellulare e credo leggesse il Social. Ma temo facesse altre cose .
Poi ho scoperto si era scaricata un gioco ; ma povera bambina come non capirla. Ha dieci anni, vive una situazione assurda. Credo sia una delle poche cose adesso che mi ha fatto ridere, ripensandoci .
Ora sono pienamente cosciente. Il mal di testa attenuato. Vi ho scritto perché ci tengo a voi. Non volevo lasciarvi in sospeso senza fare o dire niente. So cosa significa lasciare in sospeso le persone. E' tremendo. E' lancinante.
Comunque, tre costole rotte e forte trauma cranico. Il responso.
Tra breve dovrei alzarmi e tornare al paese. Li non ci sono ospedali. Mi portano le persone che ospitano Aylen , e anche uno della polizia , ma loro amico.
Vi scrivo per dirvi questo: Il mio primo pensiero va a Valentina. Che le è successo in questi due giorni? Stava male. Come ha fatto a sopravvivere? Forse è abituata. Quello che so , quello che penso meglio adesso , è che appena esco di qua , vado a fare una doppia spesa e torno da lei.
Non oso pensare che sia peggiorata senza mangiare.
A questo punto non mi importa niente delle conseguenze. Ovviamente lo dirò ad Aylen, solo a lei. Già i paesani questa cosa accaduta non l’hanno presa bene .
Non vorrei mi impedissero di vederla.
Pertanto questa mia lettera per voi, spero non sarà l'ultima. Ma una scelta è sempre una scelta. Io mi sono preso la responsabilità di farla tornare, io devo starle accanto. Cercherò di essere vigile e non dormire.
Nel caso non ci si sentisse più, ora sapete perchè.
Lo so, avrei voluto scrivere meglio ma veramente più di così non posso. Sono ancora un po’ convalescente . Leggerò a breve sul social . Scusatemi se non vi rispondo subito , devo tornare da lei .
Il vostro poeta Micael Jackobs.
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