Diario Di Micael
Buonasera a tutti. Come potete ben vedere sono salvo e vegeto. Ci tengo a sottolineare che in tutte le cose che faccio voglio sempre arrivare in fondo. Le mie scelte seppur spesso drastiche sono sempre convinte.
Gli incidenti di percorso accadono. Lo so. Sono anche inevitabili. Sono un prezzo da pagare. Io e Valentina nelle nostre vite, negli anni, nelle attese, nei litigi ci siamo sempre e comunque affrontati.
Raramente ho lasciato perdere. L'unica volta che l'ho fatto , l'ho persa per sei anni e più.
Ieri non potevo permettermi di farlo. Non posso più permettermi di lasciarla andare via. Lo farò a qualunque costo. In fondo cosa è la mia vita senza lei?
Uscito dall'ospedale sono andato a fare la spesa per lei. Temevo non avesse mangiato niente o poco per quei tre giorni. Conoscendola, non osavo pensare cosa potesse mangiare in quel bosco del cazzo.
Ormai lo chiamo così. Credo lui sia anche contento di rivedermi. Intendo il bosco.
Pertanto spesa più che doppia e di nuovo verso la casa.
Dovete sapere che all'entrata tra la vegetazione, mi sono rivolto al mio temuto nemico e gli ho detto: “Ci risiamo, vediamo quanto tempo cercherai di farmi perdere.”
Voi non ci crederete lo so. Sono arrivato alla casa in quindici minuti. QUINDICI.
Ho bussato anche se avevo le chiavi. Come sempre nessuno rispondeva. Ho aperto da solo.
Li i pensieri sono stati molteplici. Qualcuno brutto. Del tipo un essere mostruoso mi assale e mi sbrana ed io non ho neanche il tempo di dire “Ah”.
Poi ho pensato anche che Valentina stesse veramente male. Morta non l'ho mai pensato. Il motivo è semplice, è cristallino. Se muore lei, muoio io. In un modo o nell'altro.
Essendo vivo, ho ritenuto lo fosse anche lei.
Un ultimo pensiero, anche questo terribile.; Forse il più terribile di quello precedente , dove già mi immaginavo di affrontare una bestia inferocita, era quello di trovare la casa vuota.
Si, deserta. Temevo che Valentina se ne fosse andata. Era ciò di cui avevo più paura.
Apro la porta e...
non ci crederete mai..
Era in cucina a preparare la cena .La sentivo muovere stoviglie e piatti. Poi mi sente e mi dice:
“Siediti Micael. E' quasi pronto.”
Io risposi con un “Eh?”
Poi guardai il tavolo e mi accorsi che era completamente apparecchiato. Alla perfezione.
Sinceramente con Valentina sono abituato alle stranezze più insolite. Ipnosi, sedute, piatti volanti, forchette piegate, lettura della mente e potrei elencarne un visibilio che spesso reticente mi ha mostrato.
In cuor mio ho sempre voluto crederle molto poco, ma sapevo cosa vedevo.
Per chiarezza di comprensione per voi che mi leggete, esporrò come faccio sovente, questa situazione accaduta in dialogo.
(Anche perché si fa notte e mi chiude L'internet-point).
(Micael)
Dopo le percosse ci provi con l'avvelenamento?
(Valentina)
Siediti scemo.
(Micael)
Sempre carina. Grazie.
(Valentina)
Ho quasi finito. Ci ho messo tutto il pomeriggio.
(Micael)
Cosa hai preparato? Roba di tempi preistorici? Cose venute dall'aldilà?
(Valentina)
L'humour non ti manca. Ti sei ripreso?
(Micael)
Diciamo che qualcuno nel sonno mi ha quasi ucciso e gettato in un bosco del cazzo. Si ora mi sono ripreso .
(Valentina)
Si lo so. Scusami. Avevo perso il controllo.
(Micael)
Ma va? Non l'avevo notato. Ma forse so io.
(Valentina sorride)
Dopo ti do delle cose per le spalle e la testa.
(Micael)
Per finirmi meglio?
(Valentina)
Dai, non accadrà più.
(Micael)
Dicono tutte così.
(Valentina)
Sono sicura.
(Micael)
Da dove viene tanta sicurezza?
(Valentina)
Ti spiego. Ho qualche minuto prima che sia pronto il secondo.
(Micael)
Non mangio scoiattoli. Mi raccomando.
(Valentina)
Ma sei scemo? Lo sai adoro ogni tipo di animali. Tutte cose che ho preso da Dimitri.
(Micael)
Ah. Ecco. Hai chiamato lui.
(Valentina)
Non proprio. Andiamo per ordine. Ti spiego. E stai seduto la distante.
(Valentina)
Ne va la tua sicurezza? Paura di vendetta?
(Valentina)
No.
(Micael)
Continua. Ho una certa curiosità.
(Valentina)
Hai fame?
(Micael)
Moltissima.
(Valentina)
Ok. Senti. Questa cena è dovuta perché ho fatto una scommessa.
(Micael)
Da quando ti dai al gioco di azzardo?
(Valentina)
Dai serio. Dopo l'accaduto ho cercato di fare capire a chi ho dentro che tu sei parte di noi.
(Micael)
Pensavo l'avesse capito.
(Valentina)
Ci sono strane gelosie talvolta. Abbiamo parlato molto. Ti ha visto spaventato.
(Micael)
Mi ha preso alla sprovvista. Dormivo.
(Valentina)
Io gli ho detto che se tu fossi tornato ti avrei dedicato una cena. Non ci credeva.
(Micael)
Alla cena?
(Valentina)
No. Che tu fossi tornato da me dopo la terribile esperienza. Ma come vedi ha perso.
(Micael)
Perciò fammi capire. Tu hai scommesso con lui che se fossi tornato qua dopo aver rischiato la morte, mi avresti preparato una cena.
(Valentina)
Si
(Micael)
E dato che eri così sicura che tornassi, ti sei anticipata preparandola prima.
(Valentina)
Si. Sapevo che tornavi. Inoltre è rimasto sorpreso da un'altra cosa.
(Micael)
Cosa?
(Valentina)
Non ti ricordi?
(Micael)
No. Sai quei momenti non erano facili. Quando mi colpivate?
(Valentina)
Davvero non ricordi?
(Micael)
Ho detto non ricordo niente. Solo che mi sono trovato nel bosco.
(Valentina)
Lui ti ha offerto un coltello. Ti ha lasciato libero un attimo. Eri parecchio stordito ma hai preso il coltello.
(Micael)
Non lo ricordo. Come è possibile?
(Valentina)
Lo ricorderai.
(Micael)
E che ho fatto?
(Valentina)
Si è fermato. Non voleva affrontarti senza che tu potessi difenderti. Ti ha offerto un coltello ed è rimasto fermo.
(Micael)
Sei rimasta ferma. Diciamo le cose come stanno.
(Valentina)
Sono si. Siamo. Ma non mi hai colpita. Hai fatto cadere il coltello e sei uscito dalla porta barcollando.
(Micael)
Non mi hai portata te?
(Valentina)
No. Iniziavo a controllarlo. Ma non potevo avvicinarmi troppo a te, Lui è rimasto sorpreso che non ci hai colpiti.
(Micael)
Avete solo avuto culo.
(Valentina)
Ed ora ti vorrebbe dire che prova rispetto per te. Perché sei tornato nonostante tutto. Ti sta promettendo che non ti farà più niente.
(Micael)
Non so perché ma non mi sento sollevato. Come hai fatto con il cibo? La febbre?
(Valentina)
Sono assettamenti. Non dovevi preoccuparti troppo.
(Micael)
Ricordamelo la prossima volta che hai la febbre a 42.
(Valentina)
Dai mangia. Si fredda. Se vuoi sapere come ho fatto. Semplice. La sera dopo in cui eri già stato portato, via ho attraversato il bosco e mi sono messa in piedi al suo confine. Vestita di nero. Molto elegante direi. Forse non lo hai visto quel vestito.
(Micael)
Preferirei non commentare queste tue affermazioni e poi?
(Valentina)
Ho atteso li. Tutta la notte . Immobile. In piedi. Finché la mattina Dimitri non è passato per i suoi giri.
(Micael)
Perciò ti sei divertita a farmi venire in su è giù per questo cazzo di bosco mutevole per tutti quei giorni? Per il gusto di cosa? Di farmela pagare per cosa? Per questi anni? E' colpa mia allora? No dillo così chiariamo subito il tutto.
(Valentina)
Micael. Calma. In quanti minuti sei arrivato alla casa stasera?
(Micael)
Quindici perché?
(Valentina)
Non capisci? Nessuno può in cosi poco tempo. Solo io. E solo te. Dovevi solo attraversarlo come doveva essere attraversato.
(Micael)
Questa cosa...è molto complessa. Semmai ne riparliamo.
(Valentina)
Si. va bene adesso mangia. Io finisco il secondo . Poi ti do delle creme per le contusioni. Vedrai che domani non avrai più dolori.
(Micael)
Ho altri tipi di dolori.
(Valentina non rispose)
(Valentina)
Se vuoi, sempre a debita distanza, anche se ormai dovrebbe essere tutto tranquillo, puoi stare qua stasera.
(Micael)
No grazie.
Micael Jackobs
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