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Diario Di Micael
Sei Settembre 2019 ore 18:01
Premetto che non avrei voluto scrivere ciò che adesso leggerete. Ma ritengo anche che non posso fermarmi adesso. Ora che Valentina è tornata. Pertanto dato che questo diario non è scritto per fini di lucro o altro , chiedo apertamente a coloro molto sensibili di non leggerlo.
Queste frasi non sono messe apposta per invogliare a leggere. Non mi interessa proprio. Mi interessa lasciare qualcosa se casomai non ci dovessi essere più. Lasciare una immagine di me, forse anche sbagliata in certi punti. Lasciarvi immaginare quanto amore ho per questa ragazza.
Non lasciarvelo credere. Ma farvelo provare con i miei errori o gesti.
Mi è anche difficile scrivere comunque.
Chiarisco come sempre che ho vissuto di scelte. Mai sono tornato indietro oppure ho fatto mezze scelte o vie di mezzo.
E' spesso un rischio che comporta pericoli non irrisori. Ne sono pienamente consapevole. Forse anche scrivere qui, un giorno potrà essermi nocivo. A me, A Valentina, ad Aylen.
Voglio essere ottimista che non accadrà. Era però giusto sottolinearlo.
Detto questo inizio a raccontarvi cosa è accaduto. Mischierò racconto a dialogo per semplificare il tutto ed evitare di dilungarmi troppo con frasi tendenti al complesso.
In questi giorni ho portato la spesa a Valentina almeno due volte . Mattina e sera. Il bosco non aveva grandi segreti. Non lo sfidavo più. Mi lasciavo andare dentro lui. In quindici/sedici minuti, massimo venti (la notte), ero alla casa.
Neanche ci pensavo al tragitto. Non era più un fardello che dovevo affrontare e credo mi sia servita molto questa situazione anomala. Il dover affrontare “Per forza” Cose più grandi ed impervie di te.
Ad ogni costo. Viaggiare con la disperazione. L'ho fatto. E ci sono riuscito.
Valentina era stabile. Non cucinava come prima e non è che mi fossi aspettato cene come l'altra volta. La vita è un piatto d'argento servito da cuori in cancrena, in fondo.
La distanza era la medesima. Io a capotavola, lei a capotavola. Spesso stavamo in silenzio. Non era da noi, ma la situazione non era facile. Il terzo incomodo non mi lasciava tranquillo. Ma forse erano solo fisime mie. Mi limitavo nel parlare di determinati argomenti. Lei non mi forzava al dialogo.
Stamattina che ero più tranquillo sono andato presto da lei. Saranno state le sei di mattina. Adoro la mattina quando nasce nuova. Ho aperto la porta e Valentina stava sul tavolo enorme a scrivere.
Cosa per me piacevole. Sono anni che aspetto le sue opere o comunque scritti nuovi. C'è anche un po di velata curiosità in me e ammettiamolo, una sana sfida stilistica. Come sapete la reputo per la scrittura, immensa , bravissima, sorprendente; ed anche se glielo dico spesso lei pare non farci caso o non avere soddisfazioni. Pare scriva trascinandosi non so in quale dove.
Stamani era li, in quel tavolo a me non proprio gradito, creato per chissà quale diavoleria. Era li e scriveva.
(Dialogato)
(Micael)
Ci sono . Che fai sveglia così presto?
(Valentina)
Cose mie.
(Micael)
Allegria portami via.
(Valentina)
…........
(Micael)
Ti ho portato la colazione. Come i vecchi tempi. Pasta e cappuccino. Ora non siamo a Firenze. Credo che questo cappuccino faccia parecchio schifo ma tentare non nuoce no?
(Valentina guarda quella brodaglia)
(Valentina)
Dallo alle piante.
(Micael)
Ok. Non sei di umore giusto. Torno altra volta.
(Valentina)
No aspetta Micael. Scusa. Perdonami se ogni tanto vivo tra il passo ed il suo cammino.
(Micael)
Ehilà. Che poetica. Vedi? Sei tornata in forma.
(Valentina)
Ma non dire cazzate.
(Micael)
Ok. Insomma non mi fai leggere? Anche a distanza?
(Valentina)
Non è finita. Non so se ti piacerà.
(Micael)
Di che parla? Che storia è? Genere?
(Valentina un po' alterata)
Non so se ti piacerà. Non è finita.
(Micael)
Come non detto. Non insisto. Posso esserti utile in altre cose? No sai, io lavoro.
(Valentina alza lo sguardo )
(Micael)
Che c'è?
(Valentina)
Vuoi soldi?
(Micael)
Che c'entra? Non voglio soldi.
(Valentina)
Non puoi mantenermi.
(Micael)
Cosa hai oggi? Che ti ho fatto?
(Valentina)
Niente.
(Micael)
Meglio vada via. Non sto ancora bene con la schiena. Non sopporterei altre contusioni.
(Valentina)
Aspetta Micael. Amore . Aspetta.
(Micael)
Amore?
(Valentina)
Scusami. Si Amore. Lo so. Non sono parole idonee a me. Ma sei il mio unico amore, Micael.
(Micael)
Valentina io non..
(Valentina)
Non dire niente. Vieni qua.
(Micael)
Li accanto?
(Valentina)
Si. Siediti qua. Ti faccio leggere ciò che scrivo. Tranquillo.
(Micael)
Se lo dici te.
(Allora ho preso una sedia e mi sono messo accanto a lei)
(Valentina)
Ti ho spiegato il motivo esatto per il quale non voglio che lui se ne vada?
(Micael)
Si. Credo di si. Non ho capito molto ma me ne hai parlato.
(Valentina)
Mi serve capisci?
(Micael)
Si certo. Come so che sei pienamente cosciente dei rischi che corri.
(Valentina)
Mai avuto dubbi. Mi dispiace solo per te. Ti ho fatto male. Guarirai comunque.
(Micael)
Si. L'importante è che..
(Valentina)
Zitto.
(Al che mi irrigidii un attimo)
(Valentina)
Ho viaggiato con lui. Lo sai?
(Micael)
Viaggiato dove?
(Valentina)
Prima di spiegartelo devo farti capire che tutto ciò che è definito è finito.
(Micael)
Dove vuoi arrivare?
(Valentina)
La vostra mente agisce per stereotipi. Ti faccio un esempio. Facile.
(Micael)
Ok.
(Valentina)
Se l'essere umano ha definito il viaggio nello spazio; ritieni che quel modo sia l'unico definito?
(Micael)
Dunque. Fammi pensare. Si. Credo non ci siano altri modi. E' anche una questione di materia, di tempo. Di un sacco di cose. Ti muovi in un modo verso una distanza.
(Valentina)
Esatto. Nel definito si. Accade così. Cammini e fai un percorso. Però definito.
(Micael)
Dove vuoi arrivare?
(Valentina)
Colui che molti pensano sia un qualcosa di definito, non lo è.
(Micael)
Tipo un demone?
(E qui mi aspettavo qualcosa di sorprendente, ma non accadde niente)
(Valentina)
Demoni. Definizioni. Lasciamo perdere.
(Micael)
No , mi interessa. Davvero .
(Valentina)
Sto facendo un viaggio. Ogni sera un percorso. Molto lungo.
(Micael)
Con la mente?
(Valentina)
Con altro. Ne con il fisico, ne con la mente.
(Micael)
Con cosa?
(Valentina)
E' una meditazione nel secondo inconscio.
(Micael)
Non so cosa sia.
(Valentina)
Neanche io. E sto cercando di trovare parole in lingua conosciuta per spiegarlo.
Micael immagina che io abbia un’idea o una visione di una idea ,ma che non esistano parole per descriverla.
(Micael)
Del tipo?
(Valentina)
Ho visto la fine dell'universo.
(Micael)
Esagerata.
(Valentina)
…....
(Micael)
Scusa. Dimmi. Cerca di spiegare. Esiste una fine allora?
(Valentina)
Si..
(Micael)
Che non mi dirai vero?
(Valentina)
Appena trovo le parole per descrivere qualcosa che si ritorce su se stesso e fa strapiombo come una cascata infinita da entrambi i lati , convergendo in un unico. Si. Tipo questo.
(Micael)
Infatti non ci ho capito una sega.
(Valentina sorride)
(Valentina)
Micael?
(Micael)
Si?
(Valentina)
Di cosa è malata Aylen?
(E qui un brivido grande quanto mai possa avere avuto nella mia vita ,mi ha colto in pieno)
(Micael)
Leucemia.
Leucemia fu la prima parola che mi venne in mente. Pensai di tutto in quel momento. Il terrore mi assalì. Non era Valentina. Non lo era mai stata? Da quando?
(Micael)
Leucemia. Che domanda sciocca che mi fai. Dovresti saperlo.
(Valentina)
Scusa. Non ricordavo.
(Micael)
Si certo. Capita. Senti si è fatto tardi. Ho da lavorare alle 8:00 e dato non ho capito niente di ciò che mi hai detto, si farà un ripasso stasera ok?
(Valentina)
Va bene. Ti aspetto.
(Micael)
Porto stesso menù? O mi sbizzarrisco scegliendo io?
(Valentina)
Scegli te.
(Mi alzai. Le gambe mi tremarono un istante ma non dovevo farmene accorgere)
(Micael)
Questa schiena...sto diventando vecchio amore mio...e fuori uso.
(Valentina non disse niente)
(Mi allontanai lentamente verso la porta ma mi aspettavo da un momento all'altro un attacco, qualcosa. La sensazione già vissuta mi colse di nuovo impreparato)
(Feci una cosa giusta).
(Mi voltai)
(Micael)
Valentina.
(Valentina)
Si?
(Micael)
Ti amo tanto.
(Lei abbassò lo sguardo e continuò a scrivere)
M.J.
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