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Diario di. Micael

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Oggi 13 settembre anno 2019


Sarò breve e coinciso in quanto molto confuso .

Scriverò nelle note del cellulare .

Ho cercato tanto . In modo anche esagerato . Forse troppo . Anche se non l’ho raccontato .

Ho cercato di avvicinarmi a lei .

Alla mia Valentina .

Il bosco nemico . Forse Lei nemica in quanto arrabbiata .

Arrabbiata per averla sfidata con cose più grandi di me .

La magia e le possessioni non sono giochi .

Non sono sfide che si possono affrontare perché ci sentiamo di farlo .

Allora ho tentato tutti i giorni ad avvicinarmi al bosco .

Mi perdevo quasi subito . Sentivo angoscia .

Ansia.

Paura .

Ho pure dormito nel bosco . Provando a parlarci .

Niente . Niente di niente .

Non trovavo la casa .

Oggi , nel primo pomeriggio ci ho riprovato .

Perché sarò ciò che sarò ma non mi Arrendo mai .

E giunto in non so quale zona di quel luogo , che ogni volta mi pareva sempre più ampio , ho aperto le note di questo cellulare ed ho letto una poesia .

Si

L’ho letta al bosco . Tutta per intera .

L’ho letta tre volte .

Potevo sembrare noioso e ripetitivo .

Era una di quelle poesie che Valentina ha comunque intrisa in una carta speciale che proprio lei mi aveva regalato per scrivere .


Ho voluto credere a queste magie . Ci ho sperato . Con grande difficoltà ma l’ho fatto .


La poesia in questione si chiama XXX.


Una mano mi ha afferrato una spalla . Era dietro di me .

Non ho avuto paura . Avevo la casa davanti .

Che incredibile illusione era riuscita a mostrarmi non lo comprenderò mai .


Forse non lo voglio neanche sapere , devo avere rispetto per il suo strano mondo .


Mi ha guardato .

Poi ha sorriso .

E mi ha detto


“ Ora hai capito Micael ?”


Io ho annuito .


Poi.. e’ accaduto .


“Abbiamo qualche minuto “ ha detto .


Era bellissima . Così affascinante io non l’avevo mai vista .

Una sensazione che davvero , non avevo mai provato.


E Le sue labbra si sono posate su di me .

Sulle mie .


Poi una vertigine .

Il bosco che girava .

Ero intorpidito.


Mi ha sorriso .

Mi ha preso il sacchetto del cibo che mi ero premunito di portarle .


Mi ha indicato sorridendomi .

Poi..

Mi ha fatto un inchino .

Io ho cercato di emulare quell’inchino.

Goffamente non ci sono riuscito.


Le gambe tremavano ancora per quel bacio .


Erano solo labbra su labbra ma come appoggiare due universi insieme .


Credo mi abbia detto :”Non era necessario “.


Mi ha guardato per l’ultima volta .


“Fame “ ha sussurrato .


Poi un brivido .


Ha messo il suo dito indice di fronte al suo naso come per dirmi “ Silenzio “ .


Poi se n’è andata via .


M.J

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