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Ospedale psichiatrico di Firenze
Reparto H
ore 07:45
Jessica attraversò il corridoio di corsa.
Il suo orario di lavoro era dalle 07:30 alle 12:30 e lei era in amplissimo ritardo.
Salutò la solita infermiera, poi passò per il corridoio adiacente fino alla porta rossa.
Prese il foglio dalla tasca e ne lesse un codice con la mente.
Poi lo digitò sul tastierino a lato della porta che ,con un lieve sbuffo, si aprì
come tutte le altre volte.
Jessica svoltò prima a destra ma poi a sinistra.
Si fermò davanti ad una porta di manutenzione.
Cercò la chiave e l'aprì.
La stanza era enorme. Pareva un magazzino pieno di una varietà di cose abbandonate.
Ne attraversò mezza. Poi prese un enorme specchio ed una tela per coprirlo.
Si lamentò non poco del peso di quello specchio.
Ci mise sopra la tela violacea e lo trascinò fuori da quella stanza.
Dopo averla chiusa a chiave, prese da terra la sua borsa e se la mise a tracolla.
Tornò alle tre porte iniziali.
Si frugò in tasca in cerca del mazzo di chiavi.
“Marrone” Disse.
“Eccoti!” Ed aprì la porta.
La spinse e ci trascinò dentro lo specchio e la tela . Poi prese la sua borsa.
Osservò la stanza.
Poi guardò in fondo dove c'erano il letto e due sedie.
Valery stava li.
Era una bambina di Quattordici anni. Capelli Rossi e corporatura minuta.
“Amore eccomi! Guarda cosa ti ho portato!” Le disse.
E trascinò l'enorme specchio in mezzo alla stanza.
Valery le sorrise. Si alzò dal letto. Si stirò e l'andò ad abbracciare.
Le diede un bacio sulla guancia e le sussurrò qualcosa.
“Dobbiamo provare anche questo Valery!” Le disse.
“Dobbiamo farlo!” Proseguì.
La bambina si guardò attorno.
Osservò tutta la stanza.
Decine forse un centinaio di specchi erano sparsi ovunque.
Specchi di ogni statura e dimensione.
Dai più piccoli a degli enormi appoggiati alle pareti.
Ogni specchio in quella stanza era coperto da un telo.
Ognuno di loro.
Sia il più piccolo che quello più grande.
“Vedrai che stavolta è la volta buona le disse.” Preparandosi a togliere il telo da quel nuovo cimelio che le aveva portato.
La bambina quasi si gettò tra le braccia di Jessica.
“Che c'è? “ Le chiese
“Devo aspettare un po'? Vuoi mangiare prima?” Chiese di nuovo.
La bambina annuì . Poi mise la sedia vicino ad un tavolo e invitò Jessica a sedersi davanti a lei.
Jessica aprì la borsa e tirò fuori del cibo per Valery.
“Guarda amore! Patate fritte e hamburger comprato or ora al Mac Donald”
“Ti piace?” disse.
La bambina sorrise ed afferrò il panino.
“Certo che mangiare queste cose alle 07:50 di mattina non è che fanno bene all'organismo sai? “ Le sottolineò.
Valery parve non curarsi delle parole di Jessica. Diede un rapido sguardo alla stanza, a quasi tutti gli specchi compreso quello nuovo.
Poi iniziò la degustazione.
“Scusa il ritardo ma ho avuto l'idraulico e non finiva più!” disse.
“Mi farò perdonare ok?” Le sussurrò guardandola mangiare.
Valery sorrise.
“Questo specchio l'ho trovato al mercatino dell'usato In san Frediano!”
Proseguì.
“E meno male che l'ho comprato qualche giorno fa e messo nel ripostiglio dell'ospedale!” Si fermò.
“Ci tenevo a provare di nuovo con te oggi! Dopo tanti giorni.”Concluse.
Valery prese le patatine e lentamente le divorò quasi tutte.
Il suo sguardo ora spaziava nella stanza.
“Quando sei pronta me lo dici che lo facciamo di nuovo? Ok?” Chiese Jessica.
La bambina annuì. Lasciò le patatine sul tavolo ed l'abbracciò.
“Non avere paura amore mio!” La strinse forte.
Poi si alzò dalla sedia ed andò verso il nuovo specchio.
Subito Valery le si appiccicò dietro impaurita.
“Shh! Non temere! Non è niente! Non avere paura! Ci sono io” La tranquillizzò.
Poi Jessica con Valery avvinghiata dietro che faceva capolino a quel nuovo accessorio, tolse il telo dallo specchio.
Valery si ritrasse.
Jessica si osservò fiera. Guardò il suo volto. Il suo corpo ed i tatuaggi che le spuntavano dai vestiti.
“Lo vedi?” Chiese.
“C'è anche qui?” Domandò di nuovo.
Valery si sporse un attimo per guardare lo specchio e si ritrasse di nuovo annuendo.
“Accidenti! Anche questo non va bene!” Disse.
“Come lo vedi ? Sempre uguale?” Chiese.
La bambina non rispose. Tremava.
“Ah scusa!” Apostrofò Jessica e rimise il telo.
Valery si staccò da lei e le sussurrò qualcosa.
“Come la tenebra? Lo vedi come la tenebra? “ Chiese.
Valery annuì.
“E' un ragazzo vero? E ti sogghigna?” Domandò.
Valery le sussurrò ancora tremante.
“Oggi ancora di più. Mi dispiace Valery davvero. Io mi impegno ma non riesco a trovare uno specchio diverso. Ma stai tranquilla non demordo. Io non demordo mai.” Ripeté.
Poi si mosse verso il letto. Mise apposto la coperta.
Andò in bagno e gettò via il sacchetto della confezione di cibo.
“Ci riproviamo appena ne trovo uno nuovo.” Le disse.
Valery adesso le pareva più calma e rassicurata.
Si mise a sedere e finì le patatine rimaste.
Jessica prese la borsa e la salutò dicendo lei che aveva molti altri da gestire e che gli dispiaceva andarsene.
Valery comprese.
Ogni volta comprendeva che il lavoro è lavoro.
E le sorrise ingoiando l'ultima patatina.
E quando Jessica chiuse la porta a se non vide Valery,
no
non vide proprio quel suo sorriso forse allargarsi a dismisura.
Non la vide
alzarsi dalla sedia
guardare la stanza e
togliere tutti i teli da ogni specchio.
Fine della puntata
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