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Il guardiano dei gatti
10
(Un anno dopo)
La vita scorse tranquilla durante questo ultimo anno.
Prima ufficio;
Poi supermarket a spendere metà di quello che avevo guadagnato in ufficio in un mese tra cibarie varie per i miei ragazzi.
Niente di più.
La sera spesso a casa tutti seduti (pressappoco) sul divano; che più che un divano ormai pareva una reliquia di guerra.
Avevo però ancora notevole difficoltà nella gestione dei loro caratteri;
e non parlavo del rapporto che si era instaurato tra me e loro; quello era ottimo.
Ne di quello che tra di loro avevano.
Alti e bassi ma alla fine l'uno rispettava l'altro ed i suoi spazi.
E poi Geremia supervisionava il tutto con diligenza e sicurezza.
Il problema di base era in ognuno di loro.
Le loro paure; il loro “io” interiore.
Per questo una mattina presto; era un sabato, dopo aver parlato a quattrocchi di cui due felini, con Geremia; proposi loro di fare una seduta.
Si! Una seduta come fanno tanti; si mettono in cerchio, si parlano, si confrontano, mostrano il loro vero lato.
Insomma come fare out-ing ma non esattamente.
Avrei dovuto dire “Gatt-ing” Ma mi pareva ridicolo.
Perciò proposi semplicemente una seduta per conoscerci meglio.
Ci mettemmo in cerchio con io nel centro; Geremia di fronte a me e gli altri in circolo a seguire.
All'inizio non sapevo come iniziare. Sinceramente il caso era un po insolito; ma poi presi il via.
Parlai ad uno ad uno esprimendo pareri e disaccordi; opinioni e consigli.
“Te per esempio Sgorbio!” Si te dissi!
“Partiamo proprio da te”
“E' inutile che ogni volta che vedi uno specchio ci salti sopra e tenti di graffiarlo”
“Difficile graffiare gli specchi!” Sottolineai
“E poi perché lo fai? Credi di essere brutto? Non lo sei! Almeno per me non lo sei!” Annunciai.
“Vero ragazzi che non è poi così Brutto?”
I gatti miagolarono divertiti.
“E se ti cambiassi nome?” Sorrisi.
“E te Principe” Dissi lui.
Che d'improvviso cercò di sviare lo sguardo verso altra direzione.
“Lo sappiamo che hai portamento! Che ti muovi bene! Che il tuo modo di camminare è come arte! Danza! Ma ti prego non farlo continuamente!
Ci sono gatti come Tormentor oppure come Gengis khan che zoppicano da una vita felina...abbi un po di rispetto” Conclusi.
“Parliamo ora di te Belzebù” Dissi.
(Al che parve rispondere)
“Sentiamo pure; sono tutt'orecchi ma dinne una sbagliata che ti faccio nero”
parve;
ma non successe.
“Te mio caro gattone; la devi smettere di stare sempre addormentato davanti al portone di casa e ogni qualvolta passa qualcuno; che sia il postino, il ragazzo del latte oppure il pony – express, sollevi il pelo come fosse il tuo nemico numero uno.” Gli dissi.
“Il mondo si sa è pieno di nemici; ma non sono tutti alla porta. O vi cercano d'entrare” Conclusi.
Mi voltai verso Manola.
“Che dire di te! Sei splendida! Una gatta di casa perfetta; anche se ogni tanto dovresti farti rispettare un po di più da questi maschiacci e non nasconderti nel tetto ok?” Le sottolineai.
Lei forse mi disse ok, non so. Passai oltre.
“Gengis, vieni qua! Dove vai.! Dissi.
“Tocca a te ora” Continuai.
“Io capisco che ogni tanto mi sia capitato di lasciarti fuori nel retro; capisco anche che faceva freddo e pioveva;
capisco pure che non ho udito i tuoi miagolii di richiamo perché non sei l'unico gatto di casa che qua dentro vuole dire la sua;
ma sfondarmi quasi la porta a testate, no! Questo non si fa.
Ti comprerò un campanellino.
Così quando scuoterai la testa sentirò un rumore diverso e capirò che vuoi rientrare” Sospirai.
“Poi vediamo..ah..si Robin hood! Proprio te.
Il gatto alzò la testa di scatto.
“La vuoi smettere di guardarmi ogni cinque secondi? Ti chiedo solo questo! Mi dai ansia eh! Amore! Dai! So che ce la puoi fare!” Ammiccai.
“Schizzo! Oh! Schizzo! Te. Di te si potrebbe dire molto;
sei il più confusionario; mi hai rotto sette ciotole, due piatti, divorato tre cucchiai; e sinceramente non so come hai fatto.
Salti di qua e di la appena senti un benché minimo rumore.
Ci vuole self -control ragazzo mio!
Self control! Mi capisci?
La vita non è un rimbalzo! Anche se tutti prima o poi cercano di caderti sopra.” Mi voltai. Cercando lo sguardo felino di Tormentor
“Tormentor si tocca a te!
Tormentor si staccò dal cerchio fece un balzo e mi salì sulla spalla facendomi le fuse.
“Ok..Tormentor, lasciamo perdere! Torna a posto dai.
“Chi manca? Vediamo!” Mi chiesi
“Bianchino! Solo una annotazione! Bianchino bello! Il forno non è una casa! Non puoi stare sempre fisso li! Ci sono altri posti da visitare.
Ok?” feci lui una carezza.
“Mi sono dimenticato qualcuno?” Chiesi!
I gatti si girarono l'uno verso l'altro; poi osservarono tutti Geremia.
“Oh! Geremia! Non me ne volere! Non ti ho dimenticato! Ti ho lasciato per ultimo apposta.” Dissi.
Geremia rimase impassibile.
“Che dire di te Geremia! Sei arrivato per primo; e come sei arrivato.
Una lacrima mi scese ed io non feci niente per fermarla.
I gatti la videro ruppero l'equilibrio del cerchio per venirmi incontro.
“No fermi! Aspettate! Fatemi finire!” Urlai.
“Geremia io ti sono grato per tutto quello che mi hai fatto comprendere; per ciò che mi hai dato; per l'amore che ,nei tuoi modi gentili e paradossali, mi hai mostrato.
Ti ringrazio per tutto.
Per avermi fatto superare momenti difficili quando l'idea di superarli era un varco insormontabile.
Tu hai fatto un balzo verso la mia tranquillità. Caro Geremia.
Se non fossi un gatto non so cosa penserei tu sia. Non so se ho verbalizzato giusto ma ti prego di dirmi che hai capito”
Geremia parve comprendere.
“Caro Mio Geremia vieni qua dai...in collo da me!” Piansi.
Ci vollero due secondi; Geremia partì di scatto e mi piombò addosso leccandomi le lacrime.
Gli altri gatti lo seguirono.
Tutti insieme.
Morale della favola.
Graffi a non finire su varie parti del corpo.
Tutto guaribile con un paio di sorrisi.
Venne la sera.
Ci mettemmo tutti davanti al video come facevamo sempre.
Cartoni animati oggi.
Anche ieri
e pure ieri l'altro.
“Scusate gattacci? Ma quando tocca a me guardare un film?” Chiesi.
Vidi quei dieci gatti; prima fissi davanti allo schermo; poi al mio richiamo si voltarono tutti insieme guardandomi.
Ancora una volta riuscirono a spaventarmi.
Poi sempre tutti insieme tornarono a guardare lo schermo.
“Ho capito! Ho capito!” Urlai!
“E se?” Pensai.
“E se andassimo al cinema stasera? C'è una riedizione di “Fantasia in 3D
Lo conoscete vero?” Annunciai.
Al che i gatti scesero di scatto dal divano.
Nove di loro si misero davanti alla porta
Geremia tornò da me con le chiavi della macchina in bocca.
“Credo sia un si”
V.
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