![](https://static.wixstatic.com/media/222af1_c8ebc0707eb34d79bd7ceab0dc524012~mv2.jpg/v1/fill/w_970,h_1316,al_c,q_85,enc_auto/222af1_c8ebc0707eb34d79bd7ceab0dc524012~mv2.jpg)
Il guardiano dei gatti
13
La mattina dopo ero già a lavoro; anche se la mia testa oscillava tra il confine del paradosso e dell'incredulità; Mi sforzavo a non pensarci.
Ma era assai improbabile.
Forse fino ad oggi non mi ero mai reso conto con che situazione avevo a che fare.
La vita lì in ufficio mi pareva così strana; ma in fondo era veramente normale.
Nel mio cervello si erano perse le tracce su come gestire la consapevolezza
del reale; di ciò che era tangibile; dall'astratto.
Ricapitolando un po le idee nella migliore maniera in quel momento concessa; decisi di farmi delle domande.
“Perché ho accolto Geremia?”
“Perché dopo di lui; a parte un iniziale titubanza; ho riempito la casa di strani e misteriosi gatti?” Continuai.
Sto forse diventando un folle; oppure non riesco ad uscire dal tragico momento che ho vissuto dopo la morte del mio caro amore?” Mi domandai ancora.
Ero indaffarato con tutti quei perché che poi alla fine non mi portavano a niente; che mi suonò il cellulare.
“Chi cavolo mi chiama al cellulare? “ Mi chiesi.
“Io non lo uso quasi mai” Pensai.
Presi dalla tasca l'apparecchio e con sgomento vidi il numero di casa mia.
“Cosa?” Urlai.
Un collega si voltò; poi riprese il suo normale lavoro.
“Mi sta chiamando qualcuno da casa? Come è possibile?” Mi domandai?
Osservai il mio numero lampeggiare qualche secondo; prima di rispondere quasi sibilando.
“Pronto? Chi è?” Risposi.
Niente.
“Pronto? C'è qualcuno a casa mia? Chi è lei?” Continuai.
Niente.
Poi un fruscio; qualcosa di strano; non descrivibile.
“Pronto? Chi è maledizione?”
La linea rimase silenziosa;
Mi alzai di scatto; andai dal mio capo e gli dissi che avevo avuto una emergenza a casa; e che avrei recuperato le ore perse la prossima settimana.
Presi la macchina e corsi veloce verso casa.
“E' successo qualcosa ai gatti” Me lo sento.
“Accidenti ! Fai che non sia successo niente a loro! Ti prego!”Urlai.
Guidai come un pazzo; riflettendo su tutte le possibili variabili della telefonata.
“Forse un ladro? No! Che senso ha? E poi perché dovrebbe avvisarmi?” Mi chiesi.
“Il mio numero di cellulare sta nella rubrica accanto al telefono!”
Pronunciai.
“C'è scritto “Io”
Dieci minuti dopo;
parcheggiai la macchina urtando contro un marciapiedi.
Tolsi le chiavi dal giubbotto e tremolante le infilai nella serratura.
“La porta era aperta” Mi accorsi.
“No cavolo! No! Un ladro! Allora!” Continuai.
“Che senso ha?” Mi domandai impaurito.
Aprii la porta e chiamai Geremia.
Geremia non rispose.
“O no! No!No! “ Urlai.
Poi corsi verso il telefono e trovai la cornetta appesa in malo modo.
Andai verso la cucina e li quasi mi prese un colpo.
Se non mi fosse venuto un infarto in quell'istante, pensai; non mi sarebbe venuto mai più.
I gatti;
tutti e dieci erano sopra il tavolo della cucina.
Seduti.
Geremia nel suo solito posto aveva davanti la rubrica del telefono; con aperta la pagina alla lettera I
“Io”
“Si! Io”
“Mi avete cercato voi?” Gli dissi.
Non risposero; Mi guardarono fissi con quegli strani occhi lucenti; che non mi accorsi cosa altro ci fosse stato sopra il tavolo; posto in bella evidenza ed in centro.
Balbettai.
“Un”
“Un”
“Un piccione nel piatto?”
I gatti miagolarono.
Mi venne un brivido.
“Voi”
“Voi”
“Voi mi avete cucinato un piccione?”
Poi mi resi conto che il verbo cucinare non era consono al loro stato.
Guardai inebetito quell'animale.
“Spero sia morto” Gli dissi.
“Si in effetti lo è” Constatai dopo averlo guardato meglio.
Il volatile era cosparso di maionese.
“A me piace la maionese! Voi lo sapete”
“A me”
“A me”
Balbettai ancora.
“Ok”
“Ok”
“Ok”
“Voi mi avete offerto un piccione per farvi perdonare la serata di ieri? E mi avete chiamato al telefono per avvisarmi che era pronto?” Chiesi stupidamente.
I gatti chiusero tutti gli occhi.
Li non svenni; però credetti davvero d'essere diventato pazzo.
V.
Comments