Il guardiano dei gatti
11
Fu una esperienza interessante il cinema; dall'inizio alla fine.
Mi ero chiesto in che modo avrei potuto fare entrare di soppiatto dieci gatti;
ero tentato di dire alla ragazza della cassa:
“Undici biglietti grazie! Di cui uno ridotto! Sa per Tormentor”
Ma poi la cosa mi pareva assai improbabile.
Così mentre facevo un unico biglietto per me, e versavo alla cassa il denaro utile per l'ingresso, con l'altra mano agitandola ,come un vigile che fa passare le macchine in una strada ad alta densità di traffico, verso il basso invitavo i gattini a passarmi avanti.
Erano bassi e nessuno gli avrebbe visti entrare.
Il problema però si visualizzò all'orizzonte di fronte alla maschera.
Quell'uomo avrebbe senz'altro notato ,sfuggenti vicino alla cassa, ben dieci folli gatti; così inventai un malore.
Svenni.
Per finta s'intende.
La cassiera uscì dalla sua postazione ed il guardiano sopraggiunse a soccorrermi.
“Niente! Non è niente! Forse devo mangiare un po di patatine! “ Dissi.
Mi alzai ed entrai nel cinema ;per fortuna già coperto dall'oscurità della proiezione.
Inizialmente; parlando con Geremia concordammo sul fatto di mettersi in ultima fila.
E così li trovai.
Tutti e dieci sopra le sedie.
Però molti di loro, data l'altezza della sedia di fronte, non ci vedevano.
Tormentor infatti mi salì subito sulla spalla destra.
(ovviamente)
Gli altri balzarono sulle sedie davanti; proprio in cima al poggia schiena.
“Non fatevi notare dalla maschera” Gli dissi.
Ma loro già erano immobilizzati davanti a quello schermo enorme e colorato.
Venne Topolino! E qualcuno miagolò.
In sala si sentì una risata. Forse pensavano ad uno scherzo.
Dopo otto minuti i gatti non ce la fecero più a stare zitti.
Forse ridevano;
forse non so.
Il miagolio diventò incessante.
Ed ecco che sopraggiunse la maschera.
“Presto sparpagliatevi! Andate ovunque ! Ma non qui!” Dissi loro.
La maschera venne da me dicendomi:
“Scusi sa; ma mi è sembrato di vedere un gatto! Anzi una flotta di gatti! Sono suoi? “ Domandò!
“Miei? Gatti? No! Sono allergico ai gatti! Sicuro che li ha visti?” Risposi.
Andammo avanti così per tutta la durata del film.
I gatti allegramente scendevano e salivano dalle sedie vuote; stando attenti a non farsi notare.
Poco prima della fine del film, mi toccò uscire dalla sala per vedere la situazione.
Per fortuna non c'era nessuno.
Chiamai Sottovoce Geremia e mi beccai un “Silenzio!”
Lui venne da me con dietro gli altri.
Uscimmo sgattaiolando fuori.
Appunto.
Fu una bella esperienza; una delle tante che costruimmo nel corso di quei mesi.
Volle un giorno però che tornai a casa ;questa volta;con una diversa sorpresa.
“Ragazzi lei è Sabrina!” Dissi.
“Una ragazza! Vedete?” Continuai.
Un po imbarazzato dissi ancora: “L'ho incontrata al supermarket! Esce dalla storia con un tipo; ci siamo messi a parlare, e una cosa tira un altra, sapete; l'ho invitata a casa a cena.
Ho parlato molto di voi.
Lei ama i gatti! Tranquilli! “ Rassicurai.
E quando lei gentilmente sorrise ai dieci gatti dicendo:
“Piacere Sabrina! Ma quanto siete carini”
Successe questo:
Gengis khan si accucciò come disperato. Prese la coda e si tirò via.
Manola fece: “Umpfff!”
Sgorbio digrignò i denti; già era brutto di suo; così era orribile.
Principe le girò intorno come indispettito; poi se ne andò.
Robin hood la guardò in modo inquietante.
Tanto che la ragazza ebbe un sussulto.
“Sono strani te lo dissi” sussurrai lei sorridendo.
Schizzo non vi dico; pareva epilettico; per fortuna balzò in cucina e non lo vedemmo più.
Belzebù prima la annusò; poi fece il gesto come per fare la pipì sulla sua gamba.
Per fortuna intervenne Geremia che lo scostò.
Bianchino non disse niente; la guardò un attimo poi osservò il forno.
(Di cosa aveva paura? Che glielo rubasse?)
E Tormentor
già
Tormentor gli piombò in collo!
“Oh che carino” Disse!
Poi gonfiò il pelo,ma così tanto, che per un attimo parve più grosso di tutti gli altri; pure di Gengis khan!
“Tormentor! Che fai? E' una mia amica! Dai vai di la! Si mangia tra poco.” Gli dissi.
Tutti i gatti ci lasciarono soli; tranne Geremia che mi guardò; poi guardò lei.
Poi scosse la testa.
Io guardai la ragazza e sorridendo le dissi:
“Si! Si! Gli piaci! Gli piaci di sicuro”
V.
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