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Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Poets of The Dark


Dietro le quinte della Burla


Scrivere Poets per me è un privilegio. E' un momento che mi prendo per stare con voi. Per mostrare l'uomo più che il poeta. E' un modo per vivere con voi questo presente e ricordare, più a me che a voi quello passato.

E' indubbio che io sia umorale e non poco. E anche senza troppa logica , quando dico una cosa spesso ne faccio un'altra. Attenzione si parla di azioni nel momento, non scelte.

Ieri come ben sapete vi ho scritto che volevo chiudere il profilo. Dentro me ho ritenuto darmi delle giustificazioni per tale gesto. Già un po' le ho espresse nel piccolo post inaugurale. (Il panico si stava manifestandosi troppo e mi dispiaceva).Ma se la motivazione primaria era carpire le vostre reazioni, ma non per il gusto di dire “ Guarda come sono ganzo”. Per il semplice fatto di farvi provare una mancanza alla quale non eravate abituati. Questo per rendere il mio subitaneo ritorno più intenso anche nella vostra capacità di contenere ciò che io scrivo.

Io capisco non è da tutti , leggere ogni cosa che pubblico. Se penso che anni fa scrivevo quattro/cinque poesie al giorno per Valentina ed ero disinteressato a pubblicare qualunque cosa mi venisse in mente. Ci pensava Angel, per le pubbliche relazioni. Io raramente sono stato pubblico.

In fondo caratterialmente siamo come siamo. Cambiarci per qualcosa che non vogliamo o che ci renda peggiore, non porta a niente di utile.

Quando ho iniziato questo percorso qui con voi, lo sapete , l'ho fatto per cercare questa ragazza di cui tanto parlo. Ho scritto Poets per raccontarvi la nostra storia. Di noi quattro. L'ho fatto perché ho creduto forse inconsciamente che lei tornasse. Ieri nello stesso modo, ho scritto quella frase perché dentro me speravo mi arrivasse un suo messaggio. Un segnale che mi dicesse “Non smettere” Un profilo tra i tanti che ho, che si rivelasse in lei.(Finalmente) Ma non è accaduto.

Ovviamente tra le varie motivazioni c'era lo scherzo in se. Ma non perché io sono un burlone di natura (ed è vero). Perché se descrivo la vita come un concetto esistenziale eterno, esteso oltre i limiti, se scrivo che non bisogna mai arrenderci, che dobbiamo lottare per l'amore, sempre e comunque. Se vi scrivo che sono qua con voi, cerco di essere un piccolo sostegno, in questo mondo difficile che per molti è cucito addosso veramente male. (Se penso a me mi vedo in perizoma.)(Pensate voi). Pertanto, come posso io abbandonare se sono il primo fautore di certi ideali?

Non lo farei mai. Preoccupatevi semmai se non mi vedete più “on line” senza avere avvertito (Mi avrebbero rapito gli alieni (lo so che ci siete).

Ma a meno che non mi arrivi un Tir in testa, anche gli alieni dopo qualche esperimento, si stuferebbero di me e mi renderebbero a questa umanità.

Perché dico questo? Perché mi auto analizzo. E' il metodo più semplice e soprattutto gratuito.

Mi esamino ogni volta pubblico qualcosa, ogni volta parlo con qualcuna (Uomini mai sia chiaro).

Mi illumino di ogni discorso mi regalate, perché ritengo, ogni parola che mi mostrate, è per me un insegnamento. Mi è utile. La accolgo. Ma lo faccio veramente. Non è così per dire. Non dico per dire, non direi.

Vi sono grato e come diceva Valentina pure “pure inferriata” (parlando al femminile), vi sono riconoscente del tempo che mi date. Quando mi leggete e commentate. Lo sapete, io credo fortemente nell'amore, ma non credo all'amore canonico forse non ci credo più. Sicuramente ci ho creduto tanti anni fa. Perché so cosa implica . Ho voluto provare il cammino con un passo oltre.

Vedere questo amore un po' più in la. Forse qualcuna comprende queste mie parole, altre no, ma spiegare è lecito, leggere facoltà.

Quando hai tanto dentro, ma tanto di quel tanto che pare vuoi esplodere un momento si ed un altro si. Tutto diviene più complesso. I rapporti interpersonali poi, diventano quasi assurdi.

Subentrano gelosie, compromessi, ritagli di tempi che devi dedicare , si lo so è la vita. La chiamano così.

Ma che vi devo dire, non mi contengo. La mia di vita è al limite continuo. Ho bisogno di essere una persona libera da ogni costrizione , solo così posso essere me stesso.

Probabilmente questo mio modo di agire adesso è derivato dalla forte rabbia e delusione di colei che non deve essere nominata (Valentina), probabilmente come “Waiting for Godot” Sto aspettando qualcosa che non arriverà mai.

Probabilmente non amo vivere in mezzo alla gente, non amo il mio lavoro, i miei coinquilini,

pure i baristi che fanno cappuccini troppo bollenti. Non li amo proprio.

Ma sono qui. In mezzo alla vostra capacità di comprendere , se posso essere utile o deleterio.

Ben venga la prima, spero.

Sono comunque qui e ciò che scrivo non è impostato ne per il guadagno (mai preso un euro)

ne per dispensare pillole di egocentrismo (su questo forse un po' ma proseguiamo)

Io sono qui per fare qualcosa di buono in questa vita.

Sono qui per Voi.

Perché “Il per me” Si è perso anni fa. Non sono qui per me.

Sono qui perché nonostante non voglia una vita come la chiamo io “Canonica” La vorrei per voi.

Vi pare strano? Vi chiedete “Dove sta il trucco?”

Non c'è nessun trucco, non ci saranno trucchi. Io guardo questo vostro Social e vedo tante di quelle cose. Ma quante di queste sono volute veramente per amore? Quante?

Cosa scrivete o postate per un fine diverso dal solito apparire? Ve lo chiedo apertamente. Spero mi rispondiate apertamente. Perché voglio imparare talvolta ad essere come tanti.

Una persona normale, non tormentata giorno e notte. Voglio essere un ragazzo che non litiga , appena ne trova il più piccolo spiraglio, in una frase detta o in un atteggiamento forse sbagliato.

(Parlo del reale) Voglio essere un uomo che si da dei tempi per riposarsi. E voglio anche essere allegro quando l'allegria ti chiede di giocare.

(Allegria) Micael giochi?

-No!

(Allegria) Dai Micael gioca un po come me.

-No! Basta dai

(Allegria)

Su, non fare il solito serio poets oscuro pessimo, giochiamo ad essere felici?

-Vaffanculo! Ho detto no.

Capite cosa intendo ora? Sono un testardo. Ma di quelli veramente testardi.

Comunque detto questo, che altro dire, le cose che ho scritto mi insegnano che si può essere così imperfetti e così infelici, ma comunque “Noi stessi”

Il mio consiglio è: leggetemi guardando me, e sussurrando a voi. Perché ogni cosa ci appartiene.

Perché ogni volta che scrivo, poi vi appartiene. E' vostra. Che sia dolore, che sia amore, che sia passione. E' anche e’ soprattutto vostra.

I poeti, quelli classici, sono spesso impersonali. Scrivono per emozionare ma se parli con loro, sono più freddi di una succursale di gelati Sammontana.

Io so di non essere cosi (Mi va solo preso in un certo modo)

Di cosa si è parlato oggi?

Di amore.

Grazie.


Micael Jackobs

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