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Il GUardiano dei Gatti
2
Lasciai entrare il gatto che si strusciò piacevolmente sulle mie gambe.
“Solo per stanotte” Gli dissi.
Lui mi guardò con quegli occhi pieni di pioggia,
poi si scosse un po; e dopo essersi stiracchiato si diresse in cucina ed andò verso il frigo.
“Ma guarda questo” Pensai.
“Li inviti per una notte e subito vogliono vitto ed alloggio”
“Non c'è niente per te qui!” Gli dissi.
“Non ho cibo per gatti” Rimarcai.
Lui mi osservò silenzioso; poi si mise perfettamente di fronte al frigorifero e con un zampetta diede due colpi.
“Guarda che nessuno ti apre qua” Sorrisi.
Fece lo stesso per tre volte di fila.
A quel punto mi venne il dubbio non so dire di cosa; sarebbe da folli pensare che dentro ci potesse essere qualcosa; ma aprii il frigo.
Due secondi.
Ci mise due secondi per saltarci dentro; azzannare un pomodoro e portarselo via.
“Ma come cavolo ha fatto?” Imprecai.
“E' un diavolo sotto forma felino? Oppure sono io il fesso?” Mi chiesi.
Guardai il gatto, ora chino vicino alla tenda del soggiorno divorarsi il pomodoro.
“Ok io vado a letto! Il mangiare l'hai avuto; vedi di non fare danni”
Andai in camera senza pensare che fino a quel momento avevo deciso di dormire sul divano.
“Ma cosa sto facendo?” Pensai.
“Qual gatto deve avermi confuso!Non posso dormire qua”
Tornai così verso il divano; e lui era li. Spaparanzato beato che sonnecchiava.
“Sei insopportabile sai?” Gli dissi.
“In due minuti sei entrato, approfittandoti del mio cibo, della mia casa ed ora anche del divano? Scendi! Scendi Subito” Urlai.
Il gatto che non parve per niente impaurito stranamente scese.
“Ah! Bene! Ok” Dissi.
“Ci dormo io qua!” Replicai.
Rimasi un attimo in silenzio.
Poi mi addormentai.
Fu incredibile la stanchezza che mi cadde addosso; come un trapezista maldestro il giorno dell'inaugurazione.
Caddi in un sonno profondo per tre ore.
Verso le sei e mezza di mattina aprii gli occhi e lo trovai li; fermo.
In piedi. Ad osservarmi.
Pareva che dall'ultimo momento che l'avevo lasciato, prima che mi addormentassi, lui non si fosse mosso minimamente.
“Ma che fai? Mi controlli?” Gli dissi.
“Tra poco è ora di smammare”! Replicai.
A quel punto il gatto fece una cosa assai strana.
Andò verso il frigo.
Poi come per misurare una certa distanza tornò indietro.
Salì su una sedia.
Dalla sedia balzò sopra l'acquaio
“Ma che fai?” Gli dissi.
Non so come fece; dall'acquaio fece un lungo balzo fin sopra il frigo.
Quello che però mi sconvolse non fu il salto. Ma come lo fece.
Nel momento in cui sbatté verso il frigo premette con la zampetta lo sportello che si aprì di scatto.
“Ma che cavolo” Imprecai.
“Un gatto che apre un frigo così?” Dissi.
“Che hai nelle zampe?” Come facevi a sapere come si ..”
Non feci in tempo a parlare.
Il gatto scese di scatto; entrò nel frigo; prese un pomodoro con la bocca.
Scese dal frigo e si diresse verso di me.
Mi guardò come sorridesse.
Sporse il muso verso le mie dita penzoloni sul divano.
“Non mi dire? “ Trasalii.
“Per me?”
V.
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