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Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

Poets of The Dark


Dietro le quinte dell'anima


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Io sono una persona profondamente decisa. Sia nelle scelte che nel carattere. Non mi piego. Non mi spezzo, neanche mi inarco un po.


Casa di Siria ed Alice (Tempi fa)


(Micael)


Allora la mamma non c'è e mi tocca guardarti di nuovo. Hai qualcosa da dire in tua difesa?


(Alice)


Che ti devo dire Mica? Guardiamo i cartoni?


(Micael)


Ancora? Ma non sei grande per i cartoni? E poi quali vuoi vedere? C'è da mangiare in frigo? Mica devo cucinare vero? Dio che stress. Stavo tanto bene al bar ad ubriacarmi.


(Alice fece un gesto con la mano)


(Alice)


Stai calmo Mica. Stai Calmo. Non ti agitare. E' tutto pronto. Però prima guardiamo i cartoni.


(Micael)


Ok Così va bene . Che vogliamo vedere? Non dirmi sempre le solite menate?


(Alice)


A me piace Scoby Doo. C'è quello in televisione. Si guarda quello.


(Micael)


Dio che cacata. No Dai. Ti porto al luna park piuttosto. Ma non Scoby Doo.


(Alice)


Ma a me mi piace quello. Non ho voglia di uscire. Sono in Pigiama Mica.


(Micael)


Che due palle. Ma non si poteva vedere tipo uno un po più da grandi?


(Alice)


Tipo quale Mica?


(Micael)


Ken shiro. Lo danno in televisione?


(Alice)


Mai visto. Di che parla? Fa paura come Scoby Doo?


(Micael)


Guarda è fortissimo. Si uccidono con un solo colpo delle dita. Ci sono i punti di pressione. Sangue a volontà. Ganzissimo. Lo cerco?


(Alice)


Ma io voglio vedere Scoby Doo.


(Micael)


E va bene. Guardiamoci sto cazzo di cartone.


(Alice)


Hai detto cazzo?


(Micael)


L'ho detto..


-


Anni fa. Parco nelle vicinanze di Casa.


Dialogo tra due perfetti innamorati.


(Micael)


Stasera che si fa? Perché nell'ordine..poesie non ne scrivo. Da mangiare a casa non ne abbiamo.


(Valentina)


Andiamo a Fiesole.


(Micael)


A fare? Guarda Fiesole è per innamorati persi. Te sei persa di me?


(Valentina)


Sempre idiota. Quando cerco di essere romantica, te fai il difficile. Che palle.


(Micael)


Che significa ? Che sono complicato?


(Valentina)


Come un'iperbole conteggiata male sull'ipotenusa.


(Micael)


Da quanto ti dai alla quantistica? Sono le tue cose astrali? Perché non evochiamo un demone del sesso? Così forse è la volta buona .


(Valentina)


Certo che te, sempre a pensare a quello.


(Micael)


Non lo so. Stiamo insieme. Mi pare normale. Sennò che dici se stasera si va nel bosco sopra Firenze e ci si mette a contare gli aghi dei pini per l'interezza di due ettari? Quasi come un orgasmo.


(Valentina ride)


Bella Firenze stanotte.


(Micael)


Frase atta a cambiare discorso che stava diventando troppo pericoloso per i tuoi gusti mistici.


(Valentina)


Ma non è vero scemo. Dai andiamo in camera a copulare.


(Micael)


Grazie Dio. Mi è rinsavita. Grazie. Finalmente ho colto il segno. Le preghiere di una vita. Grazie.


(Valentina mi da una borsata)


Dai grullo. Andiamo .


(Poi qualcosa passa per strada)


(Valentina)


Ma è un gattino. Che piccolo.


(Micael)


Lascia stare. Non toccarlo. Potrebbe essere infetto.


(Valentina se ne frega e lo accarezza)


Dio guarda che amore. È cosi piccolo.


(Micael)


Si bellino a palla. Ma ora posalo. Potrebbe graffiarti.


(Valentina)


E che mi fa? Lo sai amo gli animali. Ogni tipo.


(Micael)


Ma lo sai che non me ne ero mai accorto? In fatti mi pareva strano camminare con te in centro, ed ogni due secondi fermarmi perché accarezzavi qualcosa. Per fare Via Calzaiuoli ci mettiamo quasi un pomeriggio.


(Valentina)


Scemo. Lo prendiamo? Non ha collari. E randagio. Ma buono però.


(Micael)


No. Assolutamente no. Non voglio animali in casa. Già è incasinata di suo.


(Valentina)


Dai Micael. Guarda come ci vuole. Non scappa.


(Micael)


A me non mi vuole. Vuole te. Io odio i gatti. Sono così graffianti.


(Valentina)


Per forza. Ti innervosisci . Non li sai prendere. Vedi come mi lecca la mano? Prova.


(Micael)


Primo potrebbe avere la malaria. Io non lo tocco. Secondo questo gatto a casa mai. E sono intransigente lo sai. Se dico no è no.


(Valentina)


Dai amore. Guardalo. Guarda gli occhietti. Guarda fa le fusa.


(Micael)


No. E non chiamarmi amore quando fa comodo chiamarmi così.


(Valentina)


Giuro che me ne occupo io. Sempre. Dai. Lo giuro.


(Micael)


No. No ed assolutamente no. Inderogabile.


(Valentina)


Te la do più spesso.


(Micael)


Un vile trucco non da una strega come te. Non ci credo neanche. Cerchi di colpirmi sul punto debole. Sei infima.


(Valentina)


Dai...Micael. Dai...mi rende migliore...dai...


(Micael)


Il mio è un no. Perentorio. Chiuso il discorso.


(Valentina)


Lo chiameremo Geremia. Ti piace?


(Micael)


Puoi anche chiamarlo Anichino. Mi frega un cazzo. Ho detto no. No e poi no.


-


Ovviamente la sera stessa portammo a casa il gattino.

Si chiamò Geremia. Valentina poi per motivi che racconterò nelle prossime parti, ci scrisse una storia che vi consiglio vivamente di leggere.


Ovviamente. Mi occupai quasi sempre io di Geremia. Graffi compresi ed epitaffi inclusi.

Tanto lo sapevo già che andava a finire cosi.


Epilogo.


Parlare di noi. O di me e della bambina . Di situazioni semplici accadute, fa si che Poets si mostri anche meno Impersonale. Fa si che mostri di me “la. Normalità “ oltre la poetica .

Il ragazzo che sono nelle sue precarietà e dubbi.(tanti )

Fa si che mostri di noi le cose anche semplici. Che poi sono quelle che spesso si ricordano meglio.


Infine fa si che venga mostrato sempre e comunque (non che non ci si faccia caso )quanto amore provi per Valentina ;dato che ogni dialogo vissuto, quasi la totalità intercorsi tra noi, sono tutti dentro la mia testa come se stesse qui con me a parlarmi .


L'amore è follia. L'amore è anche questo.


Oggi, nella semplicità dei fatti, anche voi insieme a me, l'avete vissuto.


E per stavolta nessuno/a mi da del grullo .


Fine della 4 parte.

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