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Il guardiano dei gatti

Prologo

Ciò che non si vede

è in parte nascosto dalla propria speranza

6 parte

3 mesi dopo ;convenni erano cambiate tante cose.

Inizialmente i gatti erano solo due; e devo dire andavano di comune accordo; anche se Geremia ogni tanto si imponeva con “Bianchino” (questo il nome che scelsi) per futili questioni burocratiche di posizione sul divano.

I mesi che seguirono la porta di casa si aprì ben altre otto volte.

Notai; ma fu solo dopo la terza volta che la visita; il nuovo arrivato; per capirsi il gatto; suonava alle 08:15 di ogni Lunedì mattina.

Ora, dire suonare mi pare un eufemismo; sono sempre stato convinto che qualcuno della protezione animali mi valutasse così bene da donarmene così tanti e con così solerte frequenza.

Nell'ordine: il primo Lunedì Di maggio dopo l'arrivo di Bianchino, giunse Sgorbio; un gatto talmente brutto, ma talmente brutto che delle volte facevo fatica a guardarlo.

Quando lo vidi la prima volta, alzai le braccia al cielo e dissi:

“O questo? Da dove viene?”

Subito gli altri due gatti ,sentito il campanello suonare, giunsero.

E non so se concordare sulla frase fatta ma il concetto poi divenne sempre lo stesso.

Mi guardarono tutti e tre con quegli occhioni da gatto;

poi Geremia mi balzò il collo e fece le fusa.

Anche Bianchino Saltò! Io inizialmente imprecai perché due gatti in braccio non l'avevo mai sostenuti.

“Ok! Ok! Gli dissi.

“Ma che sia l'ultimo” Concordai.

Il lunedì dopo arrivò “Belzebù” .

Così lo chiamai per il suo sguardo torvo e un occhio solo. L'altro non so se l'avesse perso al gioco.

Io non ebbi il coraggio di chiederglielo.

Il Lunedì ancora dopo; finalmente giunse una femmina.

Una gatta di casa certe volte fa comodo; anche per gestire tutti quei maschi.

Per dare loro un po d'ordine intendo.

(Anche se credo non ci riuscisse pienamente)

La chiamai “Manola”

Il Lunedì seguente ancora; stavo in cucina a preparare loro la colazione che suonò il campanello.

Il quinto gatto entrò con Eleganza. Il suo passo nobile e felpato fece arricciare il pelo a “Belzebù”

“Calma ragazzi! “ Dissi.

“Se c'è invidia anche tra di voi in questa casa non si vive più” Pronunciai.

“Principe” Fu il suo nome; e quando camminava tutti gli altri lo osservavano come rapiti.

Belzebù invece se ne stava spesso in disparte; solo ogni tanto confabulava qualcosa in gattesco o così mi pareva con Geremia.

Il sesto gatto giunse un Lunedì di fine giugno; Mi sorpresi per le due settimane saltate.

Era un gatto soriano tutto stranamente arruffato.

Sembrava che avesse fatto a botte con chissà chi.

Il suo carattere era incoerente ed intrattabile.

Schizzava ogni cinque secondi in aria.

Litigava con tutti; tranne che con Geremia Ovviamente.

Lo chiamai “Schizzo”

Tutti ,e non so dire come; concordavano che Geremia fosse il padrone di casa; io colui che apriva la porta.

“Robin Hood” Giunse Il lunedì dopo.

Lo chiamai così perché aveva una strana macchia sul dorso a forma di freccia.

Pareva tranquillo e pacato.

Giocava con tutti gli altri gatti e solitamente era molto dolce anche con me.

“Gengis Khan” Giunse un piovoso Lunedì di Luglio.

Quando aprii la porta e lo guardai; mi voltai verso gli altri gatti e dissi loro:

“Scusate! Potete venire un attimo? Dobbiamo per forza anche lui?”

Stranamente il gruppo mi ignorò.

Decisi allora gentilmente di sbattergli la porta in faccia; dicendo lui:

“Siamo al completo! Non ti vogliono”

L'irruenza con la quale si oppose al mio movimento fu spaventosa.

Quel randagio aveva una forza disumana.

Entrò di prepotenza dandomi un occhiataccia.

“Ok! Ok! Stavo scherzando! Entra pure ! Tanto ormai!” Dissi.

Era un Lunedì Di agosto verso la metà; Ero spaparanzato per le ferie sul divano quando suonò il campanello.

Sinceramente vi giuro; mi scappò cotanta frase:

“Aprite voi per favore?”

V.