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8
Casa Di Jessica
ore 20:30
Jessica era intenta a preparare la cena.
Aveva Simon stasera da lei, e dopo quel pomeriggio insolito, avrebbe voluto chiedergli di quei fascicoli ma non voleva destare sospetti.
Simon non era stato sincero con lei. Le nascondeva sicuramente qualcosa.
Pensò.
Jessica si concentrò sulla cena come meglio sapeva fare. La sua testa però era altrove.
Troppe cose strane erano accadute in quei giorni.
Il fascicolo sotto il suo letto non l'aveva ancora aperto. Forse temeva di farlo.
Quella voce al telefono era forse del' Fbi? O di qualche associazione poco benefica che lei non era a conoscenza?
E poi Simon il capo commissario della questura di Zona che rapporti aveva veramente con quegli strani individui?
Tutte cose che si mescolarono nella testa di Jessica mentre preparava la cena.
Simon andò da lei verso le 20:00.
Era come sempre indaffarato con il portatile.
Le disse che aveva dei casi da esaminare e che se non le dispiaceva, doveva lavorarci un po' sia prima di cena, che prima di andare a letto.
Jessica fece spallucce.
Quasi ad dimostrare che un atteggiamento di indifferenza portava a situazioni ancora meno buone.
Poi ebbe un piano.
“Io lo so che tu mi menti” Disse tra se e se voltandosi dalla cucina al salotto dove lui era intento a fare chissà cosa con il portatile.
E offrendogli un enorme “falso” implacabile sorriso.
“E' quasi pronto amore!” Disse.
Non poteva vedere lo schermo del Pc perché rivolto dalla parte opposta alla sua direzione visiva. Avrebbe voluto tanto andare da lui e piantagli un urlo di rabbia.
Ma non fece niente
“Se tu giochi con me allora io gioco con te” Disse tra se e se.
Cenarono.
Discussero di un po' di tutto. Non dell'accaduto pomeridiano.
Jessica evitò volutamente quella storia.
Aveva ben altro in mente.
Simon pareva stanco. Quasi rassegnato da qualcosa che pesasse troppo sulle sue giovani spalle.
Ma era sempre cortese e gentile nei confronti di Jessica.
“Sai ho un caso tra le mani che” Si fermò come per testare l'attenzione della ragazza.
“Che? Disse subito lei
“Un killer credo seriale” Continuò.
“Lo sto seguendo da parecchi anni ! Ma non voglio annoiarti con questo tipo di lavoro.” Concluse.
“No no! Anzi mi divertono I killer seriali.” Ripose divertita.
“Ho sempre amato comprendere i misteri della mente! Lo sai!” Disse ancora.
“Non lavoreresti al reparto psichiatrico? Giusto?” Sottolineò lui.
“Già!” ammise Jessica.
Poi scoppiarono a ridere e si baciarono.
Dopo un'ora di amabili discussioni sui loro vicini ed amici, Simon si alzò e le disse:
“Jessica scusami ma devo finire di scaricare dei programmi di controllo”
“Posso?” Chiese.
Lei lo guardò e con un grandissimo sorriso (presumiamo falso)
e disse:
“Ma certo vai vai! Io lavo i piatti, metto a posto e poi..”
“E poi?” Chiese insospettito.
“E poi vado in camera che ho un completo nuovo da mostrarti!” Guardandolo con due occhi di una voracità agghiacciante.
“Ah!” Rispose lui.
Jessica non fece caso a quel “Ah!”
Si voltò ed iniziò a sparecchiare.
Dopo circa venti minuti andò in camera facendo un gesto a Simon.
Lui le fece segno
“Un minuto”
Quello che accadde in camera non ci è dato saperlo.
Fa parte della straordinaria quotidianità di una coppia che fa poco all'amore.
Ma quando lo fa, lo fa per bene e con tanta intensità;
oppure diciamo se uno dei due ha dei fini ben precisi.
Simon dormiva profondamente.
Jessica l'aveva completamente sfinito.
Voleva questo.
Voleva che lui dormisse.
Si mise accanto a lui e cominciò ad osservarlo.
Lo sentiva respirare.
Ed attese.
Fissa immobile.
Poi cominciò ad agitare una mano verso il suo volto.
Fece finta di colpirlo ma lui non si mosse.
“Bene!” Pensò tra se e se.
“Adesso inizia il gioco.” Continuò nella sua testa.
Si distese vicina a lui.
Aveva solo una vestaglia di seta color panna.
E guardandolo gli disse sussurrando leggermente al suo orecchio.
“La password. O mio Dio non la ricordo più!”
“Non ricordo la password”
Poi si fermò aspettandosi chissà cosa.
Due minuti.
“Non ricordo la password” sussurrò di nuovo.
“Allora la password è?” sempre più vicina al suo sonno profondo.
Poi continuò.
“Mi chiamano per i fascicoli. La password l'ho appena dimenticata!”
“Mi devo sforzare!” Gli sussurrò.
Simon parve svegliarsi.
A Jessica le prese mezzo colpo e fece finta di dormire.
Poi Biascicò qualcosa.
“Jess” Disse.
Cambiò leggermente posizione ma non si svegliò.
Jessica che non demordeva mai ricominciò con quella nenia psicologica e mentale.
“Stanno arrivando. Vogliono la mail. La password è?”
Niente.
Simon pareva proprio non pronunciarsi.
Poi si mosse di nuovo girandosi completamente dall'altra parte.
Dicendo:
“Jess. Ricordo si.”
Jessica ebbe un sussulto!
Tra se e se pensò.
“Non mi dire che la password per la mail è Jess?”
Si alzò lentamente dal letto ed andò verso il portatile.
Guardò varie volte nella stanza da letto.
Aveva il completo controllo della visuale dal salotto alla camera, dove Simon dormiva serenamente.
Il portatile era acceso perché Simon come le aveva detto stava scaricando dati.
Toccò lo schermo sperando che non ci fosse un'altra password di ingresso.
Purtroppo c'era.
Una password per entrare in quel maledetto portatile.
Provò Jess.
Non si sa mai pensò.
Il computer non si mosse.
“Forse è Jessica!” Si disse.
Ancora niente la schermata non andava avanti.
Poi lesse qualcosa.
“Suggerimento”
“O cazzo!” Disse quasi a bassa voce.
Premette sul pulsante e le apparve una lettera ed un numero.
“Un numero? Il J9”
“No non ci credo!” Disse incoraggiata.
“Il mio cellulare finisce con il 9” Disse mentre digitò il suo numero ed il portatile le aprì ogni segreto alla sua conoscenza.
“Vai!” Pronunciò fiera.
“Ora la mail ma devo stare attenta a non aprire quelle chiuse o se ne accorge.”
Premette sulla mail che chiese la password.
Scrisse “Jess e la mail come d'incanto sì aprì.
“Certo che te Simon a fantasia zero” Borbottò.
Cominciò a scorrere all'indietro tutti i messaggi.
“Dove cavolo saranno?” Si chiese.
Poi provò con la ricerca sulla mail
“Fascicolo 12858” Scrisse.
Dopo una leggera attesa le apparvero due mail che lesse quasi spaventata.
La prima era di un certo “Thompson Rodriguez”
“Caro Simon ti allego quanto sai. Preditene cura e non diffondere a nessuno il contenuto di questi allegati.
Ti suddivido in due parti i fascicoli.”
Jessica notò che in quella stessa mail c'erano circa
quattordici allegati.
Nell'altra mail circa una ventina.
Provò ad aprire il primo allegato in pdf.
E ciò che le apparve fu:
Caso 1
Fascicolo 12800
Non riuscì subito a leggere. Sentì rumori in camera e si voltò verso Simon.
Per sua fortuna stava ancora li. Dormiva.
Allora riprese.
Scorse un po di parole.
Sinceramente non riusciva a capire molto.
Forse era troppo agitata e non si stava concentrando.
Prese un bel respiro e cominciò di nuovo.
Lesse tra le righe.
“Creazione”
“Relegati”
“Nascosti ma non invisibili”
Ma di chi sta parlando? Si chiese.
Non scorgeva nomi o cognomi o indirizzi. Ne vie. Niente.
Parlava di qualcosa o qualcuno che è stato creato.
“No!” Si disse.
“Che ha creato”
“Forte!” Sobbalzò.
Aprì un altro pdf
Fascicolo 12857
“Area riservata”
“Mutazione”
poi scorse altre parole.
Sembrava che nei discorsi qualcosa non tornasse.
Perché faceva fatica a leggere?
“Ma certo che idiota che sono!”
E' scritto da destra verso sinistra.
Poi le venne in mente.
“Dove sta? Fascicolo 12853” Dove?
Si mise a cercarlo.
Aprì il secondo File.
“Eccolo! L'ultimo del secondo file” Disse compiaciuta.
Ci premette sopra.
E non fece subito caso che
Simon si era alzato dal letto e le stava ad un metro davanti.
“Jessica! Cosa cazzo stai facendo con il mio portatile?”
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