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Analysis 9.11
Sabato 10/08/2019 ore 09:35 mattina
Dialogo Registrato, poi trascritto per Analisi.
Caso : Marco Deuterio . Rif.1546
Relazione psicologica del paziente: Dubbio interpretativo e conflitto familiare.
Primario Dott.Patrick Mendoza.
(P.m)
Bentornato Marco.
(Marco)
Salve dottore. Sono così felice di vederla e di raccontarle le novità. Che ha? La vedo stanco.
(P.m)
Dormito male stanotte. Capita.
(Marco)
Si anche a me quando uccido e non sono contento dell'operato.
(P.m)
Già. Allora come vanno questi omicidi ? Sono diminuiti? Era un po che non veniva.
(Marco)
Decisamente meglio. Questa settimana solo uno Dottore. E' pazzesco.
(P.m)
Ma bravo. Allora la cura funziona.
(Marco)
Si. Lei è fenomenale. Me lo avevano detto. Sto veramente molto meglio anche se ieri un vizio però me lo sono tolto.
(P.m)
Ieri ha commesso un omicidio?
(Marco)
Eh si. Mi ci voleva. Serata stupenda. A compimento di tale giornata l'ho invitata a casa.
(P.m)
Una ragazza?
(Marco)
Bellissima guardi dottore. Bellissima. Avevo ripulito tutta casa nei giorni prima. Era linda.
Non ha fatto in tempo ad entrare che le ho piantato un coltello nella schiena.
(P.m)
Interessante.
(Marco)
Eh si molto. E poi sono sceso giù tagliando tutta la carne attorno alla spina dorsale. Tecnica di una raffinatezza guardi. Sa ho arti culinarie.
(P.m)
Si. Immagino.
(Marco)
Era basita. Ma non l'ho uccisa. L'ho rivoltata e le ho aperto il petto. Stesso candido metodo . Il suo cuore batteva ancora. Lo sa vero che posso ferire mortalmente senza uccidere?
(P.m)
Me lo sta descrivendo ora. E poi?
(Marco)
Era un'opera d'arte. Aperta dietro nella schiena e davanti. Tagli così profondi che si vedeva ogni cosa. Dipende da dove la si guardava.
(P.m)
Continui.
(Marco)
Poi l'ho riposta nel letto. Ansimava. Credo stesse non bene però.
(P.m)
Si immagino.
(Marco)
Il letto bianco ha cominciato a spandersi del suo sangue. Avrebbe dovuto vederlo dottore. Una fantasia monocromatica.
(P.m)
E poi? Cosa ha fatto? Le ha preso la mano?
(Marco)
Bravo. Così distesa, agonizzante, con il cuore aperto che le batteva forte, mi sono messo disteso accanto a lei. Per ascoltarla vivere lieta gli ultimi attimi. Ero troppo enfatizzato.
(P.m)
Come mai?
(Marco)
Strana cosa. La mia testa mi diceva poche ore prima “Esegui auto ipnosi” “Esegui auto ipnosi”
(P.m)
E lei?
(Marco)
Ed io sono un mago per queste cose. Ho preso un metronomo e prima di incontrarla mi sono ipnotizzato.
(P.m)
Interessante e cosa ha scoperto?
(Marco)
Ah. Cose che sapevo già. Le avevo recondite ma in fondo le sapevo.
(P.m)
Può raccontarmele?
(Marco)
Certo . Lei ormai è il mio confidente. Stavo li disteso sul letto con una mano stretta alla sua. Bellissima ragazza morente in pochi attimi e cuore pulsante sempre più lieve. L'altra mano invece stringeva quella di sua figlia Erika. Anche lei distesa accanto a me. Eravamo tre in quel letto ora. Ci aspettava. Era già li a casa mia. Ha le chiavi.
Che meravigliosa figlia che ha. Dottore sa?
Mi guardava ed approvava la metodologia che usavo.
E le parole che mi echeggiavano in testa non erano che semplici verità.
“Io sottoscritto Marco Deuterio codice 16, dichiaro di essere lo speciale tirocinante della più letale e spietata killer psicopatica di tutti i tempi; con orgoglio nominata “Erika Mendoza.”
Dichiarazione di Conformità di identità conclusa.”
(P.m)
Capisco si. Può chiudere gli occhi e contare fino a ventotto?
(Marco)
Perché ventotto stavolta?
(P.m)
Eh..stavolta ci vuole.
Fine della puntata.
Micael Jackobs
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