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Capitolo 18

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs




18




Amsterdam


L'accompagnai fino a all'aeroporto di Milano. Per l'ultimo treno per Amsterdam. Così lo chiamai nella mia testa.

Ero Triste? Sconsolato? Perduto? Non lo sapevo neanche io.

Ero partito da Firenze solo per arrivare a Milano ed accompagnarla. Avevo insistito tanto, perché volevo farlo. La vidi salire allegra e spensierata. Provai egoismo. Oggi sicuramente me ne pento. Non sono più capace di soffrire così tanto. Non mi interessa più.

Ci abbracciammo , le volevo dare quella lettera. Anche stavolta non ci riuscì. Le diedi invece “Il respiro di te” parlava della nostra ultima notte in quel albergo a Milano.

Ma non la lesse. No , non la lesse davanti a me come faceva sempre. E forse qualcosa mi crollò dentro.

I mesi che vennero caddi in uno stato catatonico. Bevevo troppo. Mangiavo poco. Fumavo.

Gestivo le pagine dei nostri siti in modo sbagliato. Mi arrabbiavo tra le chat. Rispondevo male.

Non ero io.

Lei non mi aiutò molto. Messaggi freddi e brevi. Quasi fosse un disturbo. Perciò smisi di mandargliene.

Angel e Samuel compresero il mio stato e cercarono di aiutarmi a risollevarmi. Stavano sempre da me. Anche Siria veniva con Alice. Si guardava la televisione. I cartoni animati. Tutte le sere. Ma io non c'ero. Persi il lavoro. E non ebbi la forza di cercarne altri.

Fui ad un passo dal baratro. Dalla droga. Frequentavo un bar e stavo seduto li per ore. Non sapevo dove andare. C'era brutta gente che spacciava. Ero quasi tentato di avvicinarmi e chiedere.

Non avevo soldi. E devo ringraziare quello stato momentaneo.

Un angelo venne da me una sera. La sera in cui gli dissi: “Domani mi sfrattano. Inutile che veniate. Non ho più niente. Non ho più un lavoro, una casa, non ho più Valentina.

Ed il mio più grande amico, mi offrì un lavoro. Angel mi chiese di fare da babysitter ad Alice.

Loro erano sempre impegnati. Mattina e sera con il lavoro. Gli costava troppo assumere qualcuno per gran parte del giorno e poi non si fidavano a lasciarla con estranei.

Lo chiesero a me. E mi chiesero pure di andare ad abitare da loro. Provvisoriamente. Era utile anche per controllare meglio la bambina.

Non finirò mai di Ringraziarti Caro Angel. Mai. Tu hai salvato me.

Scusate.

Passarono due mesi. Io imparai tutto su come gestire una bambina. Ogni cosa. Alice mi adorava.

Io adoravo lei. Mi aiutava a dimenticare l'amore unico e più grande avessi mai avuto.

La sua tenerezza mi allontanava gli spettri della decadenza.

Ma un giorno la morte di nuovo venne a bussare alla nostra porta. La morte dell'anima.

“Ehi Micael funziona il trasferimento di missiva ! Vedi?” Mi disse Angel.

“Cosa è?” Chiesi.

“E' per te da Amsterdam” E mi mostrò l'indirizzo.

“Dai aprila Grullo!”

Era un invito ufficiale di Valentina per me e nel caso volessi per Angel , famiglia e Samuel.

Un invito ad assistere al suo spettacolo.

“O questa? Che fa la circense?” Disse ridendo.

Io gettai la lettera per terra. Alice la riprese e me la diede. Poi disse il mio nome.

“Micael”

Io afferrai la lettera dalla mani fragili di Alice e la lessi di nuovo. Poi guardai Angel.

“Non ho soldi. Non posso venire. Andate voi”

“Ma non dire cazzate.” E mi diede una botta sulla spalla.

“Si va tutti vero Siria?”

La ragazza mi venne accanto e mi sussurrò.

“Si va insieme Micael . Non mi fare incazzare. Capito? Ci pensiamo noi.”


Tre giorni dopo partimmo per Amsterdam. Io con un unico pensiero.

“Che intendeva Valentina per spettacolo?” Pensai di tutto. Illusionismo? Faceva l'assistente ad un mago? Si era ridotta così?”

Poi cercai di non pensarci. Scrissi un sacco di poesie con la bambina in collo. Le piaceva che la tenessi spesso. Ed Angel e Siria potevano rifiatare.

Samuel che si aggrego alla banda, era stranamente allegro quel giorno. Forse si era fumato una canna all'origano o quant'altro. Faceva versacci ad Alice che gli rispondeva.

Arrivammo ad Amsterdam. Posammo le nostre cose in un albergo che avevamo prenotato. Poi andammo fuori a cena. Lo spettacolo iniziava ‪alle 22:30‬.

Angel e Siria mi offrirono tutto.

Samuel rideva sempre. Sinceramente lo vedevo molto peggiorato dal ragazzo cupo di una volta.

Ma avevo i miei problemi . L'idea rimase li.

Giungemmo all'enorme locale discoteca con l'invito in mano e lo mostrammo a due buttafuori.

Consultarono il biglietto e ci dissero che non era un invito.

Ed ora? Pensai? Che era quel foglio con scritto invito?” Poi risero e ci fecero entrare.

Secondo me Glielo aveva detto Valentina di prenderci in giro.

Ci sedemmo al primo tavolo davanti ad un enorme palco bellissimo. Sembrava un cinema perché c'era un sipario colore bordeaux.

Ci portarono da bere senza che lo chiedessimo. Degli stuzzichini. Angel chiese del latte per Alice. Arrivò subito dal bar.

‪Verso le 22:45 si spensero le luci. Poi si il sipario si schiuse. E li la vidi.(Purtroppo)‬

Era bellissima. Si era irrobustita. Era perfetta. Era lei. Quasi completamente nuda per una lap dance.

Il pubblico la inneggiò col suo nome. Si era lei. Manco ne avessi dubbi.

Rimasi allibito per tutto lo spettacolo. Mi presi Alice in braccio . Stava quasi dormendo.

Ne avevo bisogno. Era troppo per me.

Una ballerina di lap dance. Lo spettacolo durò 15 minuti. Poi un applauso fragoroso che durò un minuto. Aveva estasiato quel pubblico. Pensai che lo facesse da tempo.

Poi si chiuse il sipario e si accesero un po di luci.

Ci guardammo.

Angel abbassò lo sguardo.

Samuel prima guardò Alice che dormiva. Poi guardò me e mi disse: “Ehh! Micael in riferimento a ciò che sai , non ho timore a dirtelo. Certo che Valentina è proprio Figa.


Fine della puntata

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