parte 33
Premessa
L'amore più grande
Passarono cinque giorni. Valentina stava organizzando quello che era disposta a fare. Avevamo omesso di dirlo a Siria. Già non ci credevo io, figurati lei.
Attendemmo così tanto perché la casa doveva essere completamente libera.
Quella sera Siria e la bambina erano dai suoi genitori. Non so quando ci sarebbe capitata un'occasione simile.
Siria non mi invitò anche se credo, in qualche modo avrebbe voluto. La vedevo li come per parlarmi. Poi si ritraeva perché arrivava l'ospite indesiderato. Almeno così intuivo il rapporto tra loro due. Ci sedemmo sul tavolo di cucina. Tavoletta alla mano.
Guardai Valentina e mai la vidi così bella. Si era completamente ripresa dagli sforzi per Jacopo degli ultimi mesi.
Mi guardò e mi baciò.
“Dai iniziamo!” Disse.
“La procedura? Ci dissanguiamo? Ormai è un vizio.”
Mi guardò un po male.
“No non dobbiamo evocarlo. Sta qua. “ Ripose.
“Ah già!” Dissi quasi a presa per il culo.
Credo fece finta di niente.
Recitò la formula dell'altra volta, su quale lingua volesse parlare. Me la ricordavo perché certe cose non puoi dimenticartene.
“Micael come sempre non devi desiderare niente. Lascia fare a me.” Disse.
Io acconsentì. Poi le chiesi: “ Che bisogna fare?”
“Metti il dito come l'altra volta , e lasciati condurre !”
“Mi aspetto che si spenga le luce e che abbia sensazioni di vomito?”
“Non fare troppe domande ! Mi fai lavorare o no? Deve entrare da me ed io devo ricacciarlo. Te devi solo creare il legame. Perché non è così debole. Ho bisogno di te.”
Scossi la testa come per dirle che andava bene e chiusi gli occhi.
La sentì pronunciare strane parole in latino. Molto simili a quelle dell'altra sera quando ero in dormiveglia. Mi parve di non capirne il senso . Come sempre.
Parlava sempre in latino. Poi iniziò in inglese.
Non accadde niente.
Attendemmo.
Riprese a parlare ora solo con uno strano slang inglese. Probabile che l'italiano non gli piaceva.
Non accadde niente di niente.
“Non funziona. Non capisco.” Disse preoccupata.
Io che ci capivo ancora meno alzai le spalle come per dire: “Ah se non lo sai te Valentina”.
“Eppure ho letto bene le formule, le avevo studiate da tempo.” Disse.
Ci staccammo dalla tavoletta e lei si rimise a studiare su dei libri.
“Dove ho sbagliato?” Si chiese?
Io mi alzai ed andai in cucina a mangiare qualcosa. Mi era presa una fame terribile.
Valentina si rinchiuse in camera , io rimasi in salotto a guardare la televisione finché Siria ed Alice non tornarono.
Parevano tranquille. Stare dalla sua famiglia l'aiutava. Mi guardò e mi chiese se era successo qualcosa di insolito. Ultimamente non era una novità.
Risposi che non c'era stato niente di strano. Che Valentina era in camera a studiare o scrivere sue cose.
Ripensai ad Angel. Alle ultime cose che ci siamo detti. Ai lavori che dovevo pubblicare. A quelli che in quei mesi avevamo compiuto insieme.
A questo punto è giusto che vi dica una cosa. Non so quanto vi possa importare ma dato che sto raccontando di me e di noi mi pareva giusto.
Prima di andarsene Angel come voi sapete stava scrivendo una storia alla quale teneva molto. Stava già male e quella storia rifletteva un po la sua vita del momento, Descriveva lui, la sua famiglia, il male che si sentiva.
Quella storia mi emoziona ogni volta che ne parlo , mi fa commuovere proprio e tempo fa su questo Social vi dissi che non dovevate sottovalutarla.
E' la sua storia , della sua malattia. Della sua famiglia , di quello che lui avrebbe voluto fare per proteggere sua figlia nel modo più fantasioso possibile.
Mi chiese quando stava veramente male , mi disse che avrebbe avuto piacere la pubblicassi un giorno e lo feci. Si parla di anni fa.
Ma nonostante cercassi ovunque , pubblicai tutto a parte l'ultima puntata. Quella non c'era . Non la trovavo. Non esisteva.
Quando sono rientrato qui a scrivere di nuovo e ho ri-postato tutta la storia, sono arrivato a quel punto. Non è che negli anni le storie nascono da sole. Non c'era prima , non c'era neanche ora.
Ho perso tempo. Tanto tempo a cercare l'ultima puntata per concludere quella bellissima fiaba.
Poi per puro caso aprendo un file con un nome diverso c'era scritto questo: “Caro amico mio se leggi questa frase vuol dire che hai finalmente trovato l'ultima puntata. Lo so . Sono Grullo. Ma mi piace che mi ricordi così. So che prima o poi anche sotto falso nome l'avresti trovata. Ora postala pure. Oppure quando ritieni necessario farlo. Ti voglio un sacco di bene. Ps: sotto la parte finale , scorri in basso e ...leggi”
Scorsi molto incuriosito (sto parlando di qualche mese fa) per leggere il finale .
C'era scritto: La mia morte la devi scrivere te Micael.
Voi non vi potete immaginare l'emozione in quel momento.
Io non sono lui, non scrivo come lui e si vede, ma ho cercato di scriverla come avrebbe voluto.
Perché l'ultima puntata di Alys on Hell, l'ho scritta io.
Fine della penultima puntata di Poets
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