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Il quarto elemento.
Era Dicembre. Un mese dopo il nostro incontro a tre, ci vedevamo sempre più spesso in quel caffè letterario che era diventato la nostra seconda casa.
Anche il gestore del locale pareva ogni volta essere sempre più cortese con noi. Vuoi perché eravamo dei ottimi clienti.
Valentina arrivava sempre verso le 18:30. Io alle 17:15circa. Dopo i corsi serali di lingua.
Samuel era già li.
La nostra amicizia si stava costruendo su basi solide. Non litigavamo mai. Io non ne ero il tipo. Samuel spesso lo trovavo impassibile a tutto e Valentina , che all'inizio mi pareva una ragazza con un carattere aggressivo, con noi , insieme a noi parve ammorbidirsi.
Giungeva tardi perché dava una mano (così lei diceva) ad una sua conoscente in un bar.
Viveva da Sola a Firenze e condivideva l'affitto con un'altra ragazza alla quale non era minimamente legata.
Dopo che ci riunivamo tutti al solito tavolo ,(perché eravamo gelosi ed abitudinari della posizione nel locale), cominciavamo a parlare di poetica. Di letteratura e quando ci pareva d'essere troppo seri, di quello o di quell'altro oppure altri ancora che sostavano nel locale non quotidianamente.
Insomma Spettegolavamo.
Io che spettegolavo non si era mai visto ma con loro riuscivo a fare pure quello.
Samuel non era un ragazzo allegro ma aveva dei momenti forti di ilarità, per poi certe volte ripiombare in uno stato catatonico di tristezza che non compresi subito.
Quel giorno verso le 19:00cercavamo qualcuno da osservare; così per il semplice gusto di fare qualcosa.
Entrò un ragazzo; sarà stato alto un metro e settantasette. Capelli lunghissimi neri lisci. Metallaro dalla testa ai piedi. Aveva delle cuffie, delle bacchette per la batteria, un portatile, e due cellulari.
Appena Valentina lo vide sedersi su il tavolino proprio accanto al bancone, si mise a ridere.
Io le dissi: “ Va bene prendere per il culo ma non farti beccare!”
Comunque lui non ci notò. Almeno così mi parse. Sembrava un abituè del locale. Tant'è che il gestore del bar lo saluto come fosse un amico. E senza che lui disse niente gli riempì un bicchiere di vino lasciandolo sopra il bancone.
Poi il ragazzo, dopo essersi messo a sedere, aprì il portatile. Collegò i due cellulari e cominciò a scrivere.
Mentre scriveva, notavo ascoltava la musica. Poi ogni tanto si fermava, prendeva le bacchette e tamburellava su un punto preciso del tavolo.
Pensai che era un musicista che stava componendo. Mi sbagliavo in parte.
Prese il calice di vino dal basso verso l'alto sul bancone. Bevve un sorso e si accese una sigaretta.
Multifilter Rosse dure.
Samuel disse: “Fuma come una donna. Sono sigarette da donna.” E rise.
Fu li che si voltò e ci diede un'occhiataccia. Ci squadrò tutti e tre da capo ai piedi. Poi Poggiò le bacchette, si tolse le cuffie e si alzò.
“Vai si mette male!” Dissi.
Ma non venne da noi. Ci fece una finta. Andò dal gestore e gli disse qualcosa all'orecchio. Il gestore rise. Lui pure.
Poi si rimise a sedere e comincio a scrivere ad una velocità pazzesca. Mai visto una cosa del genere.
Si fermava, fumava, beveva e tamburellava. Poi scriveva.
Ad un certo punto qualcuno lo chiama al cellulare e siccome aveva le cuffie inizia a parlarci senza smettere di fare quello che faceva.
“Un mostro!” Pensai. Io non riuscivo a fare due cose insieme figurati quattro o cinque.
Mi alzai per andare in bagno perché al corso mi ero dimenticato di farla e non la tenevo più.
Gli passai accanto e la curiosità colle che, superato mi voltai per vedere quello che stava facendo.
Mi anticipò: “E' un opera!” Disse. “Scrivo! La volete leggere? O preferite osservarmi da lontano?”
E mi guardò sorridente.
Io imbarazzatissimo diventai tutto rosso.
“Del Vino? Mi chiese offrendomi il suo bicchiere.
“No no grazie!” Risposi “Sono quasi astemio!”
“Anche io” disse e poi fece un cenno al gestore che gliene preparò un altro.
“Allora siete un gruppo? Cosa? Vi conoscete da molto? “Ci chiese.
Io gli risposi che ci frequentavamo da un mese circa. Valentina Giunse e si mise a sedere davanti a lui spostandogli un po il portatile.
“Bei modi la ragazza!” ed ovviamente pensai all'ennesima figura di merda.
Samuel rimase al suo tavolo ed io gli feci un gesto di aggregarsi a noi che lui non accettò.
“Ho 25 anni Voi?”
Io gli dissi che ne avevo diciassette, quasi diciotto.
“E lei?” guardando la ragazza in modo minaccioso.
Valentina gli abbassò il portatile e lo guardò.
Li per li pensai che tra noi e questo nuovo ragazzo non sarebbe nato niente, anzi le avremmo anche prese.
Ci guardò non troppo perplesso. Guardò il computer , poi ci disse: “Venite con me!”
“Eccoci ci siamo!” Lo pensai seriamente.
“Su venite con me! Anche quello la più grandicello!” Indicando Samuel.
“Se proprio insisti” Disse Samuel.
Ci indicò il bagno. Poi con il dito ci fece il gesto di raggiungerlo. Lui stava andando li!
Valentina pareva gasata a mille.
“Questi sono tutti matti!” Pensai. Guardai Samuel che era parecchio più robusto di me. Mi osservò come per dirmi : “tranquillo ci penso io!”
Seguimmo quel ragazzo nei bagni del locale. Ci stava aspettando. Poi ci indicò una porta. La aprì .
C'erano altri bagni. Sinceramente non me ne ero mai accorto.
Ci mostrò le mura di quei bagni. Piene di scritte. C'era di tutto. Da cose volgarissime a poesie bellissime. Firmate e datate.
“Come vedete anche in un cesso c'è arte” Indicando tutte quelle pareti.
Ci mettemmo a ridere e ci scusammo per il modo brusco e per l'approccio.
Tornammo al tavolo e ci raccontò che era uno scrittore; ma aveva anche un lavoro di consulente informatico in una azienda.
Ci raccontò di cosa volesse fare con la scrittura. Ci disse anche che frequentava quel posto da tanti anni e pochi avevano suscitato in lui interesse da farci amicizia.
Ci chiese se a noi ci piaceva scrivere o leggere e cosa ne pensavamo delle opere in genere.
Fu così che iniziammo a conoscerci.
Ci spiegò che viveva in pratica su internet. Sia a lavoro che fuori lavoro. Che aveva migliaia di contatti con cui comunicava. Che scriveva tre quattro opere al giorno, regolarmente pubblicandole su dei siti o dei blog fatti da lui. Che si faceva un sacco di pubblicità e conosceva gente anche fuori Italia con cui comunicare e spesso andare a trovare gratis per l'alloggio.
Ma tutto questo lo annoiava farlo da solo. Ammise che gli sarebbe piaciuto avere dei colleghi di cultura e scrittura. Con i quali condividere le opere e pubblicarle. Forse venderle.
Io rimasi entusiasta di questa sua proposta; vuoi perché per me internet era un mondo nuovo. Vuoi perché la sua sicurezza , rendeva sicuro me.
Anche Samuel, che prima era titubante, ora pareva interessato alla cosa.
Valentina sorrise, annui e disse: “Facciamolo! Al massimo ci arrestano”
“Nessuno arresta nessuno” Disse.
“Troviamoci qua ! Quando potete.” Disse. Poi ci chiese se scrivevamo già qualcosa di nostro e li abbassai la testa.
Mi guardò dicendomi che prima o poi bisognava iniziare. Non basta solo leggere. Le parole vanno fatte sanguinare ci disse.
E soprattutto, e li si fermò un istante. Dovete sempre pensare che ciò che fate deve rendere felice voi e chi vi legge. Dovete essere la fonte e l'affluente.
Valentina si mise a ridere.
“Ho detto una cazzata lo ammetto!” Ci disse. “Ma credo abbiate capito il senso!”
Da quel giorno non ci separammo più e ciò che racconterò è la storia di una grande amicizia.
Il nostro quarto elemento però aveva un problema. Uno solo.
Certe volte era un piccolo problema. Altre parecchio grosso.
Vi racconterò un aneddoto che è accaduto.
Un anno dopo eravamo tutti e quarto a sciare all'Abetone. Va be Lui sciava, Samuel molto bene. Valentina pure. Io ero l'imbranato del gruppo.
Ma sono sottigliezze.
Eravamo su una pista nera. Parecchio nera secondo i miei gusti. E me la facevo veramente addosso.
Stavamo per scendere (Pure io).
Quando si bloccò, Si si fermò completamente e si mise due dita alla testa.
Dicendo: “Devo scrivere!”
Io lo guardai. “Ora?”
“Si ora cazzo! Devo scrivere subito o dimentico! “ E' importante.
Non avevamo per scrivere. Difficile avere una penna su una pista all'Abetone.
Insistette.
“Devo scrivere subito o non mi muovo di qua! Devo trovare una penna!”
Samuel lo guardò. Poi gli disse che sarebbe sceso a valle e risalito ma ci sarebbe voluto parecchio. Se aveva pazienza poteva farlo.
Allora il nostro quarto elemento aprì lo zaino e prese un coltellino multiuso.
“Scrivo col mio sangue!” Devo o mi dimentico.
Samuel gli prese male. Prese la pista di corsa e scese a valle.
Io guardai la scena e lo fermai. Non so come ne ebbi il coraggio ma certe situazioni si possono comprendere solo vivendole all'istante.
Cominciò a pensare.
Io cercai di tenerlo occupato chiedendogli che tipo di storia volesse scrivere. Valentina gli teneva le mani.
E questo mi dette fastidio non poco.
Passarono sette minuti e Samuel tornò con una penna.
Riuscì a scrivere un mezzo capitolo su un taccuino che aveva nello zaino.
Poi sorrise chiedendoci scusa e dicendoci che aveva omesso di lui questa insignificante particolarità.
“Insignificante dissi? E sti cazzi!” Ma lasciamo fare gli epitaffi.
Poi cominciò a pensare al titolo da dare al opera. Però non ci riusciva.
Allora pensai che si mettesse male. Molto male.
Valentina lo guardò e disse: Chiamala Sangueneve.
Ebbene si oggi vi ho presentato il mio amico più caro di sempre e per sempre.
Colui nella sua esemplare follia e sregolatezza si chiama Dark Angel.
(Per dark)
Lettera per una principessa
È difficile
esprimere
quando qualcosa di grande ti nutre
spiegare è complesso
ma le mie parole
come sempre
mi aiuteranno
a farti comprendere
ciò che difficilmente a voce
posso per ora comunicarti
ho ricevuto un dono molti anni fa
un dono inaspettato
un tesoro che riempie la vita
perché di vivere avevo bisogno
ho ricevuto te
ed è stato un onore
che sinceramente non credevo potessi avere
vuoi per la mia natura
così solitaria
così al di la di ogni forma vitale concreta
sia per il mio modo
di pormi di fronte al mondo
vedo solo rifiuti
un'enorme ciminiera fumante
di ideali
accatastati li
in attesa di disintegrarsi in cielo
Ma poi sei arrivata te
e solo sentirti respirare
solo poterti abbracciare
ogni mattina che ti sveglio
prenderti in collo
da quel letto a castello
aspettare quell'attimo
dal tuo iniziale sonno che muta in veglia
alla prima parola che mi doni
e solo poterti addormentare la sera
accarezzandoti lievemente la testa
rassicurandoti che tornerò a trovarti
durante la notte
perché siamo un po distanti
solo quello
mi fa credere di essere migliore
e per tutte quelle volte che abbracciati insieme
ci siamo addormentati
"più io che te in effetti"
davanti alla televisione
e sentirti respirare malamente quando avevi la febbre
e pensare che
solo tenerti forte a me
potessi fartela passare
quante volte ho voluto fortemente
che i tuoi mali fossero solo miei
che tu guarissi
quante volte mi sono preoccupato
fortemente
per il tuo stato
e non l'ho fatto vedere per non spaventarti
e quante volte ti ho vista piangere
non comprendere certe decisione
scelte
anche giuste
quante
quante volte ho dovuto sgridarti
e morire dentro
come accoltellarmi l'anima
e spingere in fondo
perdonami
adesso
che comprendi meglio
l'operato di un genitore
Che dovevo farlo
che era necessario
quando penso a te
durante il giorno
che non siamo vicini
penso alla tua fragilità
penso al tuo sorriso
al tuo essere bambina
penso a come ero io
penso a quanto siamo diversi
per fortuna tua
lo penso
io un mondo chiuso
tu un mondo aperto
tutte le volte
che mi chiedi quando torno
tutte le volte che hai bisogno di comprendere
perché
la vita ci fa diventare nervosi
le situazioni ci fanno diventare diversi
tutte le volte che
ho urlato una rabbia non tua
perdonami
sono stato debole
sai amore mio
mi dispiace se ogni tanto
forte delle mie incertezze
non ti sono stato vicino
anche se era facile esserci
ogni volta di queste
mi tormenta tutt'ora
mi dispiace
se io vivo in una realtà diversa
e sembro così distante
talmente diversa che nella mia infinita
stranezza
parlo a te
dell'angelo
so che non è giusto
ma so anche che cominci a capire cosa significa per me tutto questo
mi ricordo che
anche tu piangesti quando l'angelo morì
perché capisti che una parte di me moriva
cara bambina mia
i nostri abbracci
non me li fare dimenticare mai
scusami
se le parole di un poeta
sono piene di lacrime
non so come dirti
l'amore che ho
la scelta che ho
posseduto dentro di me
è starti vicina
qualunque situazione succeda
è una scelta che mi fa stare male certe volte
ma un sacrificio per un dono
non è un sacrificio
e per tutte quelle volte
che non ho potuto dire la mia
quando hai assorbito cattiverie
che non ti meritano
per tutte quelle volte che vivi
situazioni paradossali
perché sai
la diversità
le crea
la normalità le addormenta
perdonami
quando leggerai tutto questo
come un testamento di sentimenti
capirai
che tutt'ora io ti penso
sempre e comunque
e voglio lasciarti
l'amore sparso ovunque
scusami per tutte le feste che non sono potuto e
voluto venire
sarai
sei
più forte di un padre
che vede castelli invece di palazzi
carrozze al posto di macchine
viandanti
e pastori
al posto di impiegati
forse non hai avuto fortuna
io so di averne avuta molta
la mia fantasia
è solo mia
non ti chiedo di crederci
ne di condividerla se non vorrai
è solo che
è solo che
se non l'avessi avuta
tu non avresti avuto un padre
i tuoi occhi adesso li vedo
e quelle lacrime
come la prima volta
che scrissi per te
un intero libro
tu
tornando a casa
io
lacrime
mentre leggevi
e la prima cosa che mi dicesti
"Perché devi morire?"
Perdona un padre così
che crede che non ci sia mai bisogno di aiuto
e di nessuno
per stare meglio
quando ti guardo
così amichevole
così disponibile
nei confronti di tutti
penso che ho fatto la cosa giusta
ad insegnarti
che ognuno
ha un valore indimenticabile
che ogni persona
va sempre accolta
qualunque comportamento abbia
va cercato di comprenderlo
ed io invece
scelgo la via più difficile
l'isolamento dalla specie
perché sai
sono così stanco
delle solite parole
sono così stufo
tante volte
ma così tanto che
vorrei
solo
stringerti a me
e non pensare più a niente
solo a te...
solo a te bimba mia
sappi
non posso permettermi un castello
ma dove viviamo
quei momenti li
che noi due stiamo insieme
la mia fantasia cessa
io vivo
lo faccio solo
ed esclusivamente per te
io vivo
e ti amo
ed oltre
più di chiunque altro possa
e potrò amare in futuro
questa è la mia scelta
ineccepibile scelta
questa è la mia vita
questo è quanto amore detengo per te
la dimostrazione
che tutto può essere spiegato
pregi
difetti
sbagli
meriti
io sono sempre accanto a te
non dimenticare mai
le parole dette
ne quelle scritte
questo è per te
per i giorni in cui
avrai bisogno di me
e non ci sarò ormai più
ti sbagli sai
io sono qui
parola per parola
io sono qui
amore per amore
scusa
adesso
mi viene da piangere
scusa
ciao
mio piccola stellina
ti amo tanto
tuo padre.
(Dark Angel)
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