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Premessa
Ci sono cose che non sono per tutti .
Non serve comprenderle ne tantomeno seguirle ma è necessario ascoltarle .
Giungemmo vicini ad Edimburgo .
Completamente estasiati da luoghi e posti .
Radure immense . Strade infinite e soleggiate di una piovosità silenziosa .
Prendemmo una specie di autobus del posto per attivare ad un paese poco distante dalla città di cui ora mi scuso non ricordo il nome .
L’orfanotrofio stava lì . Lo vedemmo distante perché era immenso .
Immerso in un bosco che di notte doveva fare pure paura . Pensai .
Mi immaginai Valentina le notti laggiù .
Scoprimmo quasi subito che l’orfanotrofio era chiuso .Non era più attivo . Aveva serrato i battenti . E pensai in quel momento dove fossero andati i piccoli abitanti di un tempo . Bambini soli come la mia Valentina ? Bambini disperati ? O cos’altro ?
Comunque entrammo perché c’erano delle persone a pulire un giardino molto in disordine .
Valentina che conosceva il luogo accelerò il passo e si diresse verso l’entrata .
Le persone che erano lì le dissero qualcosa ma andò avanti .
Noi la seguimmo un po’ titubanti .
Che stava cercando ? Pensai .
Giunse alla porta e la spinse . Non era chiusa probabilmente perché chi lavorava nei giardini andava fuori e dentro all’edificio di frequente .
“Ma che fa ?” Chiesi guardando Angel .
Lui mi guardò e mi rispose che non aveva idea delle sue intenzioni . Se non ne aveva parlato con me , figurati con lui .
Poi un vecchio le andò in contro . Cerco ‘ di fermarla . Lei gli urlo’ in inglese “ Give me the key”!
Dammi la chiave ? Pensai .
Era molto molto vecchio e non capivamo cosa dicesse .
Valentina pareva di si . Lo spinse al muro .
“ Give me the key shit!”
Poi gli strinse le palle e lo spintonò più forte al muro .
Intervenimmo per fermarla .
Era impazzita ? Che le aveva fatto quel uomo?
“Now the key of my room! Pig “
Con quella frase forse compresi . Anche se lei non me lo volle confermare mai .
Il vecchio ansimò. Poi disse qualcosa e Valentina rallento’ la presa .
Intanto due uomini erano giunti all’ingresso perché avevano udito i frastuoni ma non intervennero .
Sorrisero e la chiamarono per nome .
Lei si voltò verso di loro e gli sorrise. Come per dirgli :” Sono tornata non sono più una bimba . Guardatemi .”
Il vecchio le diede un enorme mazzo di chiavi e con una mano tremante indicò la numero 14.
Valentina mollò la presa e afferrando le chiavi si voltò verso noi invitandoci a seguirla di corsa.
Mentre correvamo come pazzi quel vecchio urlava un nome.
“Dieshi “
Poi non lo udii più . Svoltammo in dei corridoi e giungemmo ad una porta .
Valentina la conosceva bene e l’apri .
Ed io vidi la sua stanza per la prima ed ultima volta .
Il suo letto da bambina , un armadietto di ferro . Dei disegni .
“Cazzo” disse Valentina . E ‘ tutta diversa .
Poi andò verso l’armadietto e prese qualcosa .
Poi si voltò verso una parete e cominciò a strappare la carta da parati.
“Beh che fate impalati ? Aiutatemi a strappare questa carta ! Prima che arrivi Dieshi!” Disse
“ Chi cazzo e ‘ sto Dieshi? “ chiese Samuel ma lei non rispose .
Nella sua frenesia strappava la carta da parati . Poi come se si ricordasse qualcosa di diresse verso dei vecchi giocattoli . Prese un bambolotto e lo apri .
Si mise in tasca quello che trovo ‘ dentro .
Poi squarto’ un’altra bambola .
Feci in tempo a notare che qualcuno l’aveva cucita anni fa . Forse Valentina stessa ?
Mi guardò “ Micael dai su.. strappa come gli altri .” Mi disse .
Mi misi a strappare una zona che Angel e Samuel non facevano .
Parevamo folli ma non ne capivamo il senso .
Poi Valentina si alzò e venne verso me . Dandomi la sua borsa e strappando in una zona precisa .
“ Ma cosa cavolo sono ?” Mi chiesi.
Quando gran parte delle pareti erano pulite e la frenesia ci passo ‘. Solo dopo notammo i disegni sui muri .
Iscrizioni . Strane formule . Nenie.
Valentina ne ricopio’ alcune. Poi andò in un altra parete e prese appunti .
Scrisse per dieci minuti su dei fogli che prendeva dalla borsa .
Finiti i fogli inizio ‘ a scriversi sui bracci .
Le andai accanto e mi scrisse cose strane sui miei .
Poi parve soddisfatta .
Si alzò e ci chiese di scappare . Andare via che sarebbe accaduto il peggio a breve .
In effetti non vedevo l’ora di uscire da un orfanotrofio abbandonato .
Io , Angel e Valentina eravamo già alla porta quando ci girammo per chiamare Samuel .
Lui era lì immobile . Osservava quelle strane formule .
Poi disse qualcosa che ci avrebbe procurato non pochi guai in futuro .
“Valentina io ti adoro ! Non me lo aspettavo ! Questa è magia nera !”
Fine della puntata
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