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Capitolo 8

Immagine del redattore: micaeljackobsmicaeljackobs

8


Premessa


Ci sono cose che non sono per tutti .

Non serve comprenderle ne tantomeno seguirle ma è necessario ascoltarle .


Giungemmo vicini ad Edimburgo .

Completamente estasiati da luoghi e posti .

Radure immense . Strade infinite e soleggiate di una piovosità silenziosa .

Prendemmo una specie di autobus del posto per attivare ad un paese poco distante dalla città di cui ora mi scuso non ricordo il nome .

L’orfanotrofio stava lì . Lo vedemmo distante perché era immenso .

Immerso in un bosco che di notte doveva fare pure paura . Pensai .

Mi immaginai Valentina le notti laggiù .

Scoprimmo quasi subito che l’orfanotrofio era chiuso .Non era più attivo . Aveva serrato i battenti . E pensai in quel momento dove fossero andati i piccoli abitanti di un tempo . Bambini soli come la mia Valentina ? Bambini disperati ? O cos’altro ?

Comunque entrammo perché c’erano delle persone a pulire un giardino molto in disordine .

Valentina che conosceva il luogo accelerò il passo e si diresse verso l’entrata .

Le persone che erano lì le dissero qualcosa ma andò avanti .

Noi la seguimmo un po’ titubanti .

Che stava cercando ? Pensai .

Giunse alla porta e la spinse . Non era chiusa probabilmente perché chi lavorava nei giardini andava fuori e dentro all’edificio di frequente .

“Ma che fa ?” Chiesi guardando Angel .

Lui mi guardò e mi rispose che non aveva idea delle sue intenzioni . Se non ne aveva parlato con me , figurati con lui .

Poi un vecchio le andò in contro . Cerco ‘ di fermarla . Lei gli urlo’ in inglese “ Give me the key”!

Dammi la chiave ? Pensai .

Era molto molto vecchio e non capivamo cosa dicesse .

Valentina pareva di si . Lo spinse al muro .

“ Give me the key shit!”

Poi gli strinse le palle e lo spintonò più forte al muro .

Intervenimmo per fermarla .

Era impazzita ? Che le aveva fatto quel uomo?

“Now the key of my room! Pig “

Con quella frase forse compresi . Anche se lei non me lo volle confermare mai .

Il vecchio ansimò. Poi disse qualcosa e Valentina rallento’ la presa .

Intanto due uomini erano giunti all’ingresso perché avevano udito i frastuoni ma non intervennero .

Sorrisero e la chiamarono per nome .

Lei si voltò verso di loro e gli sorrise. Come per dirgli :” Sono tornata non sono più una bimba . Guardatemi .”

Il vecchio le diede un enorme mazzo di chiavi e con una mano tremante indicò la numero 14.

Valentina mollò la presa e afferrando le chiavi si voltò verso noi invitandoci a seguirla di corsa.

Mentre correvamo come pazzi quel vecchio urlava un nome.

“Dieshi “

Poi non lo udii più . Svoltammo in dei corridoi e giungemmo ad una porta .

Valentina la conosceva bene e l’apri .

Ed io vidi la sua stanza per la prima ed ultima volta .

Il suo letto da bambina , un armadietto di ferro . Dei disegni .

“Cazzo” disse Valentina . E ‘ tutta diversa .

Poi andò verso l’armadietto e prese qualcosa .

Poi si voltò verso una parete e cominciò a strappare la carta da parati.

“Beh che fate impalati ? Aiutatemi a strappare questa carta ! Prima che arrivi Dieshi!” Disse

“ Chi cazzo e ‘ sto Dieshi? “ chiese Samuel ma lei non rispose .

Nella sua frenesia strappava la carta da parati . Poi come se si ricordasse qualcosa di diresse verso dei vecchi giocattoli . Prese un bambolotto e lo apri .

Si mise in tasca quello che trovo ‘ dentro .

Poi squarto’ un’altra bambola .

Feci in tempo a notare che qualcuno l’aveva cucita anni fa . Forse Valentina stessa ?

Mi guardò “ Micael dai su.. strappa come gli altri .” Mi disse .

Mi misi a strappare una zona che Angel e Samuel non facevano .

Parevamo folli ma non ne capivamo il senso .

Poi Valentina si alzò e venne verso me . Dandomi la sua borsa e strappando in una zona precisa .

“ Ma cosa cavolo sono ?” Mi chiesi.

Quando gran parte delle pareti erano pulite e la frenesia ci passo ‘. Solo dopo notammo i disegni sui muri .

Iscrizioni . Strane formule . Nenie.

Valentina ne ricopio’ alcune. Poi andò in un altra parete e prese appunti .

Scrisse per dieci minuti su dei fogli che prendeva dalla borsa .

Finiti i fogli inizio ‘ a scriversi sui bracci .

Le andai accanto e mi scrisse cose strane sui miei .

Poi parve soddisfatta .

Si alzò e ci chiese di scappare . Andare via che sarebbe accaduto il peggio a breve .

In effetti non vedevo l’ora di uscire da un orfanotrofio abbandonato .

Io , Angel e Valentina eravamo già alla porta quando ci girammo per chiamare Samuel .

Lui era lì immobile . Osservava quelle strane formule .

Poi disse qualcosa che ci avrebbe procurato non pochi guai in futuro .

“Valentina io ti adoro ! Non me lo aspettavo ! Questa è magia nera !”


Fine della puntata

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